Al miracolo non credeva quasi nessuno, questo è chiaro, ma la speranza di tutti era quella di salutare il girone di qualificazione con un bel risultato che potesse mettere le cose in chiaro in vista dei playoff. Qualcosa che le future rivali potessero leggere come un avvertimento da parte di chi, pronto a tornare grande, si sarebbe presentato a marzo come il pericolo numero uno. L'avversario da evitare a ogni costo. Il pesante ko contro la Norvegia a San Siro, invece, rappresenta il peggior biglietto da visita possibile per l'Italia di Gattuso, che per la terza volta di fila sarà costretta a giocarsi agli spareggi le sue chance di volare ai Mondiali. Una vittoria avrebbe potuto quanto meno contribuire a dare lustro alla classifica del Gruppo I, che invece si è chiuso con 6 vittorie su 6 contro le nazionali più modeste e 2 sconfitte su 2, entrambe nettissime, contro l'unica vera rivale. Si è per altro trattato della peggior sconfitta casalinga degli ultimi 70 anni della Nazionale, altro dato che psicologicamente pesa e non poco. Insomma, un conto era arrivare ai playoff da squadra "vittima" di un regolamento spietato (che comunque resta tale, intendiamoci), un altro è arrivarci da squadra fragile e senza certezze o quasi, alla quale basta poco per sciogliersi su se stessa alle prime difficoltà. Una vittoria contro Haaland e compagni avrebbe potuto mascherare le titubanze emerse contro la Moldova e far dimenticare i brividi corsi contro Israele, invece non ha fatto altro che rievocarli. Il compito di Gattuso è arduo perché tempo e modo di preparare gli spareggi, in sostanza, non ce n'è: ci sarà solamente da scegliere i calciatori più in forma in quel momento della stagione sperando che tra di essi vi siano innanzitutto le colonne portanti del gruppo come i vari Bastoni, Barella, Kean e Retegui. A cui si sta unendo anche Pio Esposito. Dopodiché bisognerà confidare in qualcuno dei jolly che finora si è visto solo a tratti: se il ct vorrà puntare sul 4-2-4 servirà innanzitutto l'apporto di esterni offensivi come Orsolini e Zaccagni, ma allo stesso tempo sarà necessario avere garanzie dalla difesa, che non potrà essere quella traballante demolita nel secondo tempo di San Siro dalle incursioni norvegesi. Il primo passo è comunque scoprire che cosa riserverà l'urna di Zurigo, per tutto il resto se ne riparlerà in primavera, con la speranza che finalmente rappresenti davvero la stagione della rinascita per il calcio italiano.
di Napoli Magazine
17/11/2025 - 09:44
Al miracolo non credeva quasi nessuno, questo è chiaro, ma la speranza di tutti era quella di salutare il girone di qualificazione con un bel risultato che potesse mettere le cose in chiaro in vista dei playoff. Qualcosa che le future rivali potessero leggere come un avvertimento da parte di chi, pronto a tornare grande, si sarebbe presentato a marzo come il pericolo numero uno. L'avversario da evitare a ogni costo. Il pesante ko contro la Norvegia a San Siro, invece, rappresenta il peggior biglietto da visita possibile per l'Italia di Gattuso, che per la terza volta di fila sarà costretta a giocarsi agli spareggi le sue chance di volare ai Mondiali. Una vittoria avrebbe potuto quanto meno contribuire a dare lustro alla classifica del Gruppo I, che invece si è chiuso con 6 vittorie su 6 contro le nazionali più modeste e 2 sconfitte su 2, entrambe nettissime, contro l'unica vera rivale. Si è per altro trattato della peggior sconfitta casalinga degli ultimi 70 anni della Nazionale, altro dato che psicologicamente pesa e non poco. Insomma, un conto era arrivare ai playoff da squadra "vittima" di un regolamento spietato (che comunque resta tale, intendiamoci), un altro è arrivarci da squadra fragile e senza certezze o quasi, alla quale basta poco per sciogliersi su se stessa alle prime difficoltà. Una vittoria contro Haaland e compagni avrebbe potuto mascherare le titubanze emerse contro la Moldova e far dimenticare i brividi corsi contro Israele, invece non ha fatto altro che rievocarli. Il compito di Gattuso è arduo perché tempo e modo di preparare gli spareggi, in sostanza, non ce n'è: ci sarà solamente da scegliere i calciatori più in forma in quel momento della stagione sperando che tra di essi vi siano innanzitutto le colonne portanti del gruppo come i vari Bastoni, Barella, Kean e Retegui. A cui si sta unendo anche Pio Esposito. Dopodiché bisognerà confidare in qualcuno dei jolly che finora si è visto solo a tratti: se il ct vorrà puntare sul 4-2-4 servirà innanzitutto l'apporto di esterni offensivi come Orsolini e Zaccagni, ma allo stesso tempo sarà necessario avere garanzie dalla difesa, che non potrà essere quella traballante demolita nel secondo tempo di San Siro dalle incursioni norvegesi. Il primo passo è comunque scoprire che cosa riserverà l'urna di Zurigo, per tutto il resto se ne riparlerà in primavera, con la speranza che finalmente rappresenti davvero la stagione della rinascita per il calcio italiano.