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ON AIR - Mandorlini: "Il Napoli e la città meritavano lo scudetto, percorso solido"
28.05.2025 11:17 di Napoli Magazine
A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Andrea Mandorlini, allenatore ex Verona ed ex difensore, tra le tante, di Inter, Udinese ed Atalanta.
 
Mister, partiamo dalla finale di Champions League che si giocherà sabato. Si tratta di una gara secca, imprevedibile per definizione. Lei è tra coloro che credono che una delle due squadre parta da favorita, o la vede come una sfida davvero aperta? 
 
"Per me, delle due, la seconda. Sono due squadre forti, che hanno fatto un percorso magnifico, superando tanti ostacoli. Adesso siamo arrivati alla fine, e per me non c’è una favorita. Ovviamente, spero vivamente che l’Inter possa coronare il sogno, vista anche la finale persa due anni fa. Detto questo, l’Inter affronta una squadra molto solida, che ha dimostrato il suo valore anche in campionato, con margini incredibili. Sarà una partita aperta a qualsiasi risultato. Speriamo davvero nei nostri colori. Speriamo che il calcio italiano, grazie all’Inter, riesca a conquistare questa coppa".
 
Senza questa coppa, però, il bilancio stagionale dell’Inter potrebbe essere considerato fallimentare. È d’accordo? 
 
"Io non sono così drastico. Parlare di stagione fallimentare è eccessivo. L’Inter è stata protagonista su tre fronti fino alla fine. C’è stato un momento in cui si parlava addirittura di triplete: forse lì si è alzata un po’ troppo l’asticella. Ma quando disputi così tante partite, è normale che qualcosa possa sfuggirti. Ha perso il campionato di un solo punto, è arrivata in semifinale di Coppa Italia e ora gioca la finale di Champions League. È chiaro che una vittoria darebbe un altro sapore alla stagione, ma arrivare in fondo a tutte le competizioni è comunque un grande risultato. Le grandi squadre devono ambire almeno a questo, e l’Inter ci è riuscita. Certo, non vincere peserebbe molto, ma da allenatore non la definirei una stagione fallimentare. La squadra ha fatto una grande annata. Adesso bisogna concludere nel modo migliore, mettere la ciliegina sulla torta, perché giocatori e staff lo meritano".
 
Nel caso in cui l’Inter non dovesse vincere il trofeo, le strade con Simone Inzaghi potrebbero separarsi? 
 
"Si leggono tante indiscrezioni a riguardo, è sempre difficile dare certezze in questi casi. Per come sono fatto io, darei continuità al lavoro che sta portando avanti da anni. Le proposte per lui non mancano, è chiaro. Ma credo che la continuità sia importante, soprattutto dopo un percorso come questo. Penso che questa finale possa dire molto sul futuro di Simone, ma soprattutto per lui stesso. Non so cosa succederà, ma personalmente mi piacerebbe vederlo ancora alla guida dell’Inter".
 
Tornando invece al campionato, vinto dal Napoli: secondo lei lo ha vinto realmente il Napoli o lo ha perso l’Inter? 
 
"Nel calcio tutto può cambiare in base agli episodi, che sono stati determinanti. L’Inter ha forse pagato il fatto di essere impegnata su più fronti, mentre il Napoli ha avuto una stagione con meno impegni. L’Inter ha giocato quasi 20 partite in più. Questo qualcosa toglie. Però, alla fine, perdere il campionato di un solo punto è qualcosa che lascia davvero l’amaro in bocca. Il Napoli ha vinto, certo, ma credo che la svolta sia arrivata nella penultima partita con la Lazio. Lì la situazione è cambiata. Il calcio è fatto anche di episodi, e in quel caso hanno girato a sfavore dell’Inter. Riconosco però il merito al Napoli. La città lo meritava, e il gruppo ha fatto un percorso solido".
 
Perché Antonio Conte è così restio a restare a Napoli? È ormai noto che il club stia facendo di tutto per accontentarlo, anche a livello di mercato, pur di convincerlo a rimanere. Eppure sembra un addio già annunciato. 
 
"Si leggono tante cose, come il possibile ritorno alla Juve. Sai, più che vincere, è difficile ripetersi. E lui ha già vinto. Quindi questa è la prima cosa da mettere sul piatto. Non so quali siano davvero i rapporti interni, da fuori sembra tutto a posto, ma poi le dinamiche reali le conoscono solo loro. Sulla bilancia c’è una grande vittoria in una piazza importante, e non è semplice fare di più. Mi dispiacerebbe se andasse via, anche perché leggendo le parole di Oriali, il suo braccio destro, si capisce quanto sarebbe bello dare continuità al progetto. Però mancano pochi giorni, e credo che sia più probabile che vada via. Poi magari resterà, e saremo tutti contenti. Ma le sirene della Juventus sono forti, e penso che un ritorno lì lo attrarrebbe molto. Ripeto: ha vinto, e ripetersi è sempre più difficile".
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di Napoli Magazine

28/05/2025 - 11:17

A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Andrea Mandorlini, allenatore ex Verona ed ex difensore, tra le tante, di Inter, Udinese ed Atalanta.
 
Mister, partiamo dalla finale di Champions League che si giocherà sabato. Si tratta di una gara secca, imprevedibile per definizione. Lei è tra coloro che credono che una delle due squadre parta da favorita, o la vede come una sfida davvero aperta? 
 
"Per me, delle due, la seconda. Sono due squadre forti, che hanno fatto un percorso magnifico, superando tanti ostacoli. Adesso siamo arrivati alla fine, e per me non c’è una favorita. Ovviamente, spero vivamente che l’Inter possa coronare il sogno, vista anche la finale persa due anni fa. Detto questo, l’Inter affronta una squadra molto solida, che ha dimostrato il suo valore anche in campionato, con margini incredibili. Sarà una partita aperta a qualsiasi risultato. Speriamo davvero nei nostri colori. Speriamo che il calcio italiano, grazie all’Inter, riesca a conquistare questa coppa".
 
Senza questa coppa, però, il bilancio stagionale dell’Inter potrebbe essere considerato fallimentare. È d’accordo? 
 
"Io non sono così drastico. Parlare di stagione fallimentare è eccessivo. L’Inter è stata protagonista su tre fronti fino alla fine. C’è stato un momento in cui si parlava addirittura di triplete: forse lì si è alzata un po’ troppo l’asticella. Ma quando disputi così tante partite, è normale che qualcosa possa sfuggirti. Ha perso il campionato di un solo punto, è arrivata in semifinale di Coppa Italia e ora gioca la finale di Champions League. È chiaro che una vittoria darebbe un altro sapore alla stagione, ma arrivare in fondo a tutte le competizioni è comunque un grande risultato. Le grandi squadre devono ambire almeno a questo, e l’Inter ci è riuscita. Certo, non vincere peserebbe molto, ma da allenatore non la definirei una stagione fallimentare. La squadra ha fatto una grande annata. Adesso bisogna concludere nel modo migliore, mettere la ciliegina sulla torta, perché giocatori e staff lo meritano".
 
Nel caso in cui l’Inter non dovesse vincere il trofeo, le strade con Simone Inzaghi potrebbero separarsi? 
 
"Si leggono tante indiscrezioni a riguardo, è sempre difficile dare certezze in questi casi. Per come sono fatto io, darei continuità al lavoro che sta portando avanti da anni. Le proposte per lui non mancano, è chiaro. Ma credo che la continuità sia importante, soprattutto dopo un percorso come questo. Penso che questa finale possa dire molto sul futuro di Simone, ma soprattutto per lui stesso. Non so cosa succederà, ma personalmente mi piacerebbe vederlo ancora alla guida dell’Inter".
 
Tornando invece al campionato, vinto dal Napoli: secondo lei lo ha vinto realmente il Napoli o lo ha perso l’Inter? 
 
"Nel calcio tutto può cambiare in base agli episodi, che sono stati determinanti. L’Inter ha forse pagato il fatto di essere impegnata su più fronti, mentre il Napoli ha avuto una stagione con meno impegni. L’Inter ha giocato quasi 20 partite in più. Questo qualcosa toglie. Però, alla fine, perdere il campionato di un solo punto è qualcosa che lascia davvero l’amaro in bocca. Il Napoli ha vinto, certo, ma credo che la svolta sia arrivata nella penultima partita con la Lazio. Lì la situazione è cambiata. Il calcio è fatto anche di episodi, e in quel caso hanno girato a sfavore dell’Inter. Riconosco però il merito al Napoli. La città lo meritava, e il gruppo ha fatto un percorso solido".
 
Perché Antonio Conte è così restio a restare a Napoli? È ormai noto che il club stia facendo di tutto per accontentarlo, anche a livello di mercato, pur di convincerlo a rimanere. Eppure sembra un addio già annunciato. 
 
"Si leggono tante cose, come il possibile ritorno alla Juve. Sai, più che vincere, è difficile ripetersi. E lui ha già vinto. Quindi questa è la prima cosa da mettere sul piatto. Non so quali siano davvero i rapporti interni, da fuori sembra tutto a posto, ma poi le dinamiche reali le conoscono solo loro. Sulla bilancia c’è una grande vittoria in una piazza importante, e non è semplice fare di più. Mi dispiacerebbe se andasse via, anche perché leggendo le parole di Oriali, il suo braccio destro, si capisce quanto sarebbe bello dare continuità al progetto. Però mancano pochi giorni, e credo che sia più probabile che vada via. Poi magari resterà, e saremo tutti contenti. Ma le sirene della Juventus sono forti, e penso che un ritorno lì lo attrarrebbe molto. Ripeto: ha vinto, e ripetersi è sempre più difficile".