Daan Heymans, ex centrocampista del Venezia, ora allo Charleroi, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di gianlucadimarzio.com: Fu una sensazione incredibile giocare in Serie A e penso che per ogni giocatore sia un sogno. Però io firmai per giocare in B prima che il Venezia conquistò la promozione per la Serie A e devo ammettere che per me il passo fu più lungo della gamba. Venivo da una retrocessione con il Waasland-Beveren in Belgio e quando firmai il contratto con il Venezia il club era nel campionato cadetto e poi all'improvviso mi ritrovai nella massima serie! È stata davvero dura sopratutto all'inizio anche se io feci una partita strepitosa col Napoli. Feci anche espellere Osimhen e poi non dimentico quell'assist in A. Volevo iniziare lentamente e abituarmi all'Italia. Dopo la promozione il club iniziò a spendere tanti soldi per comprare centrocampisti tra i quattro e sei milioni... e io sono finito nel dimenticatoio, il club non contava più veramente su di me. Fu un esperienza difficile e perciò sono tornato in Belgio, ogni calciatore vuol giocare. Forse quell'avventura italiana arrivò troppo presto, avevo 21 o 22 anni ed ero alla mia prima esperienza all'estero. Oggi sarei più pronto... vediamo quel che mi riserverà il futuro. Di sicuro non è nei miei piani giocare in Belgio fino a fine carriera. Tutto è possibile. Giocare con Nani? "Il club continuò a comprare top players e io non avrei mai giocato. Era bello allenarmi con loro ma come detto, ogni giocatore vuole stare in campo. Però se continuo su questa strada, facendo bene perché non tornare in Italia? Ma non vedrei di buon occhio solo la Serie A: se l'offerta economica e il progetto tecnico corrispondono a quello che cerco sono disposto a prendere in considerazioni eventuali offerte. Prendere la barca per raggiungere lo stadio del Venezia? È una cosa unica! Il centro d'allenamento però è a Mestre, non a Venezia. È a Mestre che ci alleniamo quotidianamente ma poi il giorno prima della partita prendi la barca per raggiungere il Penzo per la rifinitura. Poi dormi in albergo e dopo la partita devi prendere di nuovo la barca. È speciale. Scontro con Osimhen? Victor mi diede un pugno e fu espulso per quel gesto. In 11 contro 10 tutto diventa possibile ma alla fine abbiamo perso lo stesso. Però quella partita rimane un esperienza che porterò sempre con me. Non dissi nulla però a Osimhen, lo stavo solo marcando a uomo magari lo spinsi un pò... ma niente di che. Non c'era nessun tipo di provocazione, non sono quel tipo di persona e non è il mio stile. Poi lui giocò nel Charleroi qui in Belgio. Era la mia prima partita in A e c'era tanta pressione... lui mi rifilò un pugno e si prese il cartellino rosso. Io rimasi in campo fino alla fine. Ha avuto un'ascesa incredibile. Fece molta fatica prima di rilanciarsi allo Charleroi. Al giorno d'oggi è indubbiamente uno dei migliori attaccanti al mondo. Nel suo futuro vedo un bel trasferimento. La partita contro il Napoli è quella del cuore. Iniziai e finì la partita, dovendomi misurare con un grande giocatore come Fabian Ruiz che per me rimarrà sempre un ricordo speciale. Lo spagnolo è di un livello superiore rispetto a me e giocando contro gente come lui ma anche solo guardandolo impari tanto".
di Napoli Magazine
15/08/2024 - 12:00
Daan Heymans, ex centrocampista del Venezia, ora allo Charleroi, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di gianlucadimarzio.com: Fu una sensazione incredibile giocare in Serie A e penso che per ogni giocatore sia un sogno. Però io firmai per giocare in B prima che il Venezia conquistò la promozione per la Serie A e devo ammettere che per me il passo fu più lungo della gamba. Venivo da una retrocessione con il Waasland-Beveren in Belgio e quando firmai il contratto con il Venezia il club era nel campionato cadetto e poi all'improvviso mi ritrovai nella massima serie! È stata davvero dura sopratutto all'inizio anche se io feci una partita strepitosa col Napoli. Feci anche espellere Osimhen e poi non dimentico quell'assist in A. Volevo iniziare lentamente e abituarmi all'Italia. Dopo la promozione il club iniziò a spendere tanti soldi per comprare centrocampisti tra i quattro e sei milioni... e io sono finito nel dimenticatoio, il club non contava più veramente su di me. Fu un esperienza difficile e perciò sono tornato in Belgio, ogni calciatore vuol giocare. Forse quell'avventura italiana arrivò troppo presto, avevo 21 o 22 anni ed ero alla mia prima esperienza all'estero. Oggi sarei più pronto... vediamo quel che mi riserverà il futuro. Di sicuro non è nei miei piani giocare in Belgio fino a fine carriera. Tutto è possibile. Giocare con Nani? "Il club continuò a comprare top players e io non avrei mai giocato. Era bello allenarmi con loro ma come detto, ogni giocatore vuole stare in campo. Però se continuo su questa strada, facendo bene perché non tornare in Italia? Ma non vedrei di buon occhio solo la Serie A: se l'offerta economica e il progetto tecnico corrispondono a quello che cerco sono disposto a prendere in considerazioni eventuali offerte. Prendere la barca per raggiungere lo stadio del Venezia? È una cosa unica! Il centro d'allenamento però è a Mestre, non a Venezia. È a Mestre che ci alleniamo quotidianamente ma poi il giorno prima della partita prendi la barca per raggiungere il Penzo per la rifinitura. Poi dormi in albergo e dopo la partita devi prendere di nuovo la barca. È speciale. Scontro con Osimhen? Victor mi diede un pugno e fu espulso per quel gesto. In 11 contro 10 tutto diventa possibile ma alla fine abbiamo perso lo stesso. Però quella partita rimane un esperienza che porterò sempre con me. Non dissi nulla però a Osimhen, lo stavo solo marcando a uomo magari lo spinsi un pò... ma niente di che. Non c'era nessun tipo di provocazione, non sono quel tipo di persona e non è il mio stile. Poi lui giocò nel Charleroi qui in Belgio. Era la mia prima partita in A e c'era tanta pressione... lui mi rifilò un pugno e si prese il cartellino rosso. Io rimasi in campo fino alla fine. Ha avuto un'ascesa incredibile. Fece molta fatica prima di rilanciarsi allo Charleroi. Al giorno d'oggi è indubbiamente uno dei migliori attaccanti al mondo. Nel suo futuro vedo un bel trasferimento. La partita contro il Napoli è quella del cuore. Iniziai e finì la partita, dovendomi misurare con un grande giocatore come Fabian Ruiz che per me rimarrà sempre un ricordo speciale. Lo spagnolo è di un livello superiore rispetto a me e giocando contro gente come lui ma anche solo guardandolo impari tanto".