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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli, la valanga azzurra!"
22.09.2021 19:19 di Napoli Magazine

NAPOLI - Ianuarius aveva anticipato il suo impegno per Napoli di buon'ora. Ottimo auspicio per il ritorno in vetta da soli, tre anni dopo. Il pelato di Certaldo non poteva deludere e come un pittore d'avanguardia ha schizzato di colori la sua tela nella ex dimora furlana. Hai voglia di gridare, ultrà becero: Vesuvio, lavali col fuoco. Ancora? Proprio vero che ci vorrebbe un vaccino per la variante umana, la peggiore che esista. E gli spallettiani erano lì, più uniti che mai, decisi a far gioire tutti i napoletani (la rima è spontanea, non ricercata). Attraverso un gioco sontuoso: per pulizia di fraseggio, per triangolazioni mai stucchevoli, per la ricerca dell'affondo letale. Una goduria. Perché gli azzurri non si limitano ad infilare il cuoio in rete, ma lo fanno in tanti modi diversi: il pallonetto di Lorenzo (Osimhen, non si ruba al capitano!), lo schema su punizione (tocco per Fabiàn, lancio per Koulibaly, palla al centro per Rahmani, l'altro centrale e incornata perentoria, il bolide di Kalidou (ancora lui), il giro di Lozano. Uno spettacolo, in tutti i sensi. E, badate bene, l'Udinese di Gotti, un gran signore, non è squadra materasso ed è tremendamente fisica. Ma c'era poco da fare contro la valanga azzurra, capolista solitaria, team capace di mandare a rete un po' tutti e, quindi, imprevedibile per gli avversari che non sanno mai dove gli scugnizzi del gol colpiranno. E' questa una delle doti precipue di questo meraviglioso ciucciariello nostro. Insieme con la capacità di occupare il campo quasi sempre in proiezione offensiva, che sa difendere anche con le sue stelle davanti che non disdegnano ripiegamenti opportuni, a dar man forte ai compagni. E' un'orchestra da San Carlo che suona musica eccelsa, diretta dal Muti della panchina. Finora, il certaldese non ha mai sbagliato formazione iniziale e cambi in corso d'opera che costituiscono il sale del calcio moderno, perché con cinque cambi rischi di stravolgere un assetto funzionante. Questa squadra ha un organico di tutto rispetto e, soprattutto, rincalzi che valgono i titolari: due scelte naturali per ogni ruolo, soltanto Mario Rui (in attesa di Ghoulam) non ha il suo naturale gemello. Non posso non fare i complimenti a chi ha "pescato" Anguissa, centrocampista di forza e di talento che è andato a nutrire la colonia della nostra Africa. Il poker in casa dei furlani vale molto di più della partita a tennis che l'Inter campione ha giocato con il derelitto Bologna. La giornata appena conclusa che ha fatto da prologo al turno infrasettimanale iniziato ieri ha fornito indicazioni utili per il vertice della classifica e confermato la crisi profonda della Vecchia Signora che sinora ha pareggiato o perduto di stretto muso ed è lì in fondo penultima con due miseri punti nel carniere. Non accadeva dall'inizio degli anni sessanta. Ora sta pagando le scelte cervellotiche della società e la ruggine del Max. Perché se affermi che de Ligt e Chiesa devono crescere, vuol dire che i due anni sabbatici hanno fatto male. Stenta la Lazio del comandante. E' caduta la Roma capoccia di Mou che non può affidarsi sempre alla sua buona stella. Stenta l'Atalanta. Credo che il Napoli si giocherà quel triangolino tricolore con le milanesi. Intanto, buona trasferta a Genova, in casa della Samp. Sfida intrigante tra città di mare.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli, la valanga azzurra!"

di Napoli Magazine

22/09/2024 - 19:19

NAPOLI - Ianuarius aveva anticipato il suo impegno per Napoli di buon'ora. Ottimo auspicio per il ritorno in vetta da soli, tre anni dopo. Il pelato di Certaldo non poteva deludere e come un pittore d'avanguardia ha schizzato di colori la sua tela nella ex dimora furlana. Hai voglia di gridare, ultrà becero: Vesuvio, lavali col fuoco. Ancora? Proprio vero che ci vorrebbe un vaccino per la variante umana, la peggiore che esista. E gli spallettiani erano lì, più uniti che mai, decisi a far gioire tutti i napoletani (la rima è spontanea, non ricercata). Attraverso un gioco sontuoso: per pulizia di fraseggio, per triangolazioni mai stucchevoli, per la ricerca dell'affondo letale. Una goduria. Perché gli azzurri non si limitano ad infilare il cuoio in rete, ma lo fanno in tanti modi diversi: il pallonetto di Lorenzo (Osimhen, non si ruba al capitano!), lo schema su punizione (tocco per Fabiàn, lancio per Koulibaly, palla al centro per Rahmani, l'altro centrale e incornata perentoria, il bolide di Kalidou (ancora lui), il giro di Lozano. Uno spettacolo, in tutti i sensi. E, badate bene, l'Udinese di Gotti, un gran signore, non è squadra materasso ed è tremendamente fisica. Ma c'era poco da fare contro la valanga azzurra, capolista solitaria, team capace di mandare a rete un po' tutti e, quindi, imprevedibile per gli avversari che non sanno mai dove gli scugnizzi del gol colpiranno. E' questa una delle doti precipue di questo meraviglioso ciucciariello nostro. Insieme con la capacità di occupare il campo quasi sempre in proiezione offensiva, che sa difendere anche con le sue stelle davanti che non disdegnano ripiegamenti opportuni, a dar man forte ai compagni. E' un'orchestra da San Carlo che suona musica eccelsa, diretta dal Muti della panchina. Finora, il certaldese non ha mai sbagliato formazione iniziale e cambi in corso d'opera che costituiscono il sale del calcio moderno, perché con cinque cambi rischi di stravolgere un assetto funzionante. Questa squadra ha un organico di tutto rispetto e, soprattutto, rincalzi che valgono i titolari: due scelte naturali per ogni ruolo, soltanto Mario Rui (in attesa di Ghoulam) non ha il suo naturale gemello. Non posso non fare i complimenti a chi ha "pescato" Anguissa, centrocampista di forza e di talento che è andato a nutrire la colonia della nostra Africa. Il poker in casa dei furlani vale molto di più della partita a tennis che l'Inter campione ha giocato con il derelitto Bologna. La giornata appena conclusa che ha fatto da prologo al turno infrasettimanale iniziato ieri ha fornito indicazioni utili per il vertice della classifica e confermato la crisi profonda della Vecchia Signora che sinora ha pareggiato o perduto di stretto muso ed è lì in fondo penultima con due miseri punti nel carniere. Non accadeva dall'inizio degli anni sessanta. Ora sta pagando le scelte cervellotiche della società e la ruggine del Max. Perché se affermi che de Ligt e Chiesa devono crescere, vuol dire che i due anni sabbatici hanno fatto male. Stenta la Lazio del comandante. E' caduta la Roma capoccia di Mou che non può affidarsi sempre alla sua buona stella. Stenta l'Atalanta. Credo che il Napoli si giocherà quel triangolino tricolore con le milanesi. Intanto, buona trasferta a Genova, in casa della Samp. Sfida intrigante tra città di mare.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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