NAPOLI - Terzo pareggio di fila per il Napoli, con un piccolo retrogusto amaro perchè contro Roma, Udinese e Lazio l'idea di portare a casa i tre punti non è stata poi così lontana. Campionato aperto, corsa a tre o corsa a due solo il tempo ce lo dirà. Intanto contro i biancocelesti all'Olimpico si è verificato qualcosa che nell'anno del terzo scudetto non portò poi così male: il gol del pari firmato da Dia all'87°. Con la Salernitana fu un preludio verso il tricolore già in tasca, stavolta ci si augura che sia di buon auspicio, sempre ringraziando al massimo squadra ed allenatore che si stanno destreggiando tra mille difficoltà ogni più rosea aspettativa. Certo, scherzi e scaramanzie a parte, qualcosa in più bisognava farla. Di contro il periodo buio legato agli infortuni, con una fascia sinistra totalmente in balia delle onde senza Olivera, Spinazzola e Neres (senza dimenticare le partenze di Mario Rui e Kvara), anche se va detto che Conte ce l'ha messa tutta per fare di necessità virtù, magari con qualche scelta in corsa non centratissima ma è facile dirlo a bocce ferme. Non reputo Mazzocchi a sinistra, nonostante la buona volontà, una soluzione ideale, e se vogliamo lo stesso Politano (dopo aver propiziato l'autogol di Marusic) non ha brillato in fase di marcatura su Dia, probabilmente per motivi di posizione diversa rispetto alla solita. Certo è che, pronti-via, dopo 6 minuti mi ha innervosito non poco quel gol siglato da Isaksen da distanza siderale, un fendente scoccato da oltre 30 metri rispetto alla porta di Meret. Ecco in queste circostanze mi aspetto che il portiere faccia decollare col pugno il pallone oltre la traversa, anche se probabilmente non si aspettava la conclusione improvvisa. Meret a parte, lo stesso Lobotka avrebbe potuto coprire meglio, con in seconda battuta la linea difensiva che fermandosi, anzichè indietreggiare, avrebbe certamente reso la vita più difficile all'avversario. Nonostante questo aspetto, però, gli azzurri sono stati bravi a rientrare in partita: sponda a distanza di Lukaku, poi gran controllo e sinistro in rete di Raspadori. Lo dico subito: il 3-5-2 non mi entusiasma, e nemmeno questa soluzione tattica. Nel vedere il bicchiere mezzo pieno sta di fatto che il gol del vantaggio era arrivato grazie a Politano, ma trovo inconcepibile subirne un altro a pochi minuti dalla fine. E' accaduto anche contro la Roma con Angelino. Ma non sono d'accordo con chi sostiene che ci sia un calo fisico della squadra, piuttosto qualche attimo di deconcentrazione. Con il rientro di Buongiorno, comunque, la difesa è tornata ad acquisire una buona personalità. Bene anche Di Lorenzo, mentre Rrahmani, Juan Jesus e Mazzocchi non sono sembrati protagonisti di un pomeriggio da ricordare, il centrocampo invece gira e regge, tra qualche amnesia non grave, su livelli discreti. Lukaku, intanto, eccezion fatta per un tiro centrale neutralizzato da Provedel ed il tocco verso Raspadori, si è visto poco. Generoso il belga, ma da lui è lecito attendersi molto di più. Piccola chiosa sull'arbitro Massa: un fallo inesistente su Anguissa, un piccolo sfioramento di Lobotka sanzionato al limite dell'area di rigore, in estrema sintesi piccoli-grandi interventi pericolosi. Ora si va a Como, poi al Maradona ci sarà il big match contro l'Inter. Nulla è ancora perduto, il viaggio va goduto, un sorso alla volta con la voglia di condurre la nave di volta in volta in un porto sicuro, ma ora bisogna tonare a vincere.
di Napoli Magazine
16/02/2025 - 23:00
NAPOLI - Terzo pareggio di fila per il Napoli, con un piccolo retrogusto amaro perchè contro Roma, Udinese e Lazio l'idea di portare a casa i tre punti non è stata poi così lontana. Campionato aperto, corsa a tre o corsa a due solo il tempo ce lo dirà. Intanto contro i biancocelesti all'Olimpico si è verificato qualcosa che nell'anno del terzo scudetto non portò poi così male: il gol del pari firmato da Dia all'87°. Con la Salernitana fu un preludio verso il tricolore già in tasca, stavolta ci si augura che sia di buon auspicio, sempre ringraziando al massimo squadra ed allenatore che si stanno destreggiando tra mille difficoltà ogni più rosea aspettativa. Certo, scherzi e scaramanzie a parte, qualcosa in più bisognava farla. Di contro il periodo buio legato agli infortuni, con una fascia sinistra totalmente in balia delle onde senza Olivera, Spinazzola e Neres (senza dimenticare le partenze di Mario Rui e Kvara), anche se va detto che Conte ce l'ha messa tutta per fare di necessità virtù, magari con qualche scelta in corsa non centratissima ma è facile dirlo a bocce ferme. Non reputo Mazzocchi a sinistra, nonostante la buona volontà, una soluzione ideale, e se vogliamo lo stesso Politano (dopo aver propiziato l'autogol di Marusic) non ha brillato in fase di marcatura su Dia, probabilmente per motivi di posizione diversa rispetto alla solita. Certo è che, pronti-via, dopo 6 minuti mi ha innervosito non poco quel gol siglato da Isaksen da distanza siderale, un fendente scoccato da oltre 30 metri rispetto alla porta di Meret. Ecco in queste circostanze mi aspetto che il portiere faccia decollare col pugno il pallone oltre la traversa, anche se probabilmente non si aspettava la conclusione improvvisa. Meret a parte, lo stesso Lobotka avrebbe potuto coprire meglio, con in seconda battuta la linea difensiva che fermandosi, anzichè indietreggiare, avrebbe certamente reso la vita più difficile all'avversario. Nonostante questo aspetto, però, gli azzurri sono stati bravi a rientrare in partita: sponda a distanza di Lukaku, poi gran controllo e sinistro in rete di Raspadori. Lo dico subito: il 3-5-2 non mi entusiasma, e nemmeno questa soluzione tattica. Nel vedere il bicchiere mezzo pieno sta di fatto che il gol del vantaggio era arrivato grazie a Politano, ma trovo inconcepibile subirne un altro a pochi minuti dalla fine. E' accaduto anche contro la Roma con Angelino. Ma non sono d'accordo con chi sostiene che ci sia un calo fisico della squadra, piuttosto qualche attimo di deconcentrazione. Con il rientro di Buongiorno, comunque, la difesa è tornata ad acquisire una buona personalità. Bene anche Di Lorenzo, mentre Rrahmani, Juan Jesus e Mazzocchi non sono sembrati protagonisti di un pomeriggio da ricordare, il centrocampo invece gira e regge, tra qualche amnesia non grave, su livelli discreti. Lukaku, intanto, eccezion fatta per un tiro centrale neutralizzato da Provedel ed il tocco verso Raspadori, si è visto poco. Generoso il belga, ma da lui è lecito attendersi molto di più. Piccola chiosa sull'arbitro Massa: un fallo inesistente su Anguissa, un piccolo sfioramento di Lobotka sanzionato al limite dell'area di rigore, in estrema sintesi piccoli-grandi interventi pericolosi. Ora si va a Como, poi al Maradona ci sarà il big match contro l'Inter. Nulla è ancora perduto, il viaggio va goduto, un sorso alla volta con la voglia di condurre la nave di volta in volta in un porto sicuro, ma ora bisogna tonare a vincere.