NAPOLI - Il Napoli è ancora primo, con un punto di vantaggio su Inter, Atalanta, Lazio e Fiorentina, e due punti di margine sulla Juventus. Due settimane ancora in vetta alla graduatoria, con buona pace del VAR e di tutti gli arbitri, che di certo non hanno aiutato gli azzurri in queste prime dodici gare stagionali. Ma partiamo con ordine. Rispetto alla debacle contro l'Atalanta (per nulla insormontabile ed aiutata nella vittoria dall’autogol di Toure’ oltre che graziata da Di Bello con un gol regolare annullato a Davis, senza dimenticare il rigore non concesso ai bianconeri per tocco di braccio di Hien), va detto che si è vista subito una squadra più quadrata. Azzurri molto attenti in difesa, con Buongiorno sempre più un gigante ad indicare la strada da seguire, per tempismo negli anticipi e grinta, sia a Rrahmani che a Di Lorenzo ed Olivera. Dispiace dirlo ma, passando al centrocampo, anche stavolta non mi ha convinto Gilmour: al di là dello spazio concesso a Calhanoglu in occasione del tiro-gol dalla lunga distanza (deviato nella propria porta da Meret, incapace di opporsi alla sfera di gioco con reattività, lasciandosi sostanzialmente piegare senza opporre grande resistenza dalla traiettoria centrale e prevedibile), non è riuscito a colmare le distanze in fase di contrasto durante le ripartenze degli avversari, concedendo spesso e volentieri il fianco scoperto a sistematiche ripartenze nerazzurre. Per fortuna è tornato Lobotka, che mi auguro non venga stressato nuovamente in Nazionale da Calzona (dopo l'infortunio che gli ha fatto saltare ben 5 partite con il Napoli). Bene Anguissa, nonostante qualche piccola sbavatura, da libro cuore Politano e soprattutto Kvaratskhelia, capaci di assorbire colpi e macinare chilometri senza fermarsi mai. Spettatore in campo Lukaku: puntualmente anticipato da Acerbi, non è riuscito ad arrivare mai alla conclusione. Con la sua lentezza, non è stato nemmeno capace di pungere per disegnare un briciolo di assist per i compagni. Tant'è che con l'ingresso di Simeone, Acerbi è subito andato in tilt e quel gol sfiorato nel finale dal "Cholito" sarebbe stata la ciliegina sulla torta di un match che il Napoli avrebbe anche meritato di vincere. Il tutto nonostante l'indegno rigore concesso da Mariani all'Inter, fortunatamente sparato da Calhanoglu sul palo alla destra di Meret. Primo errore per il turco dopo i 17 penalties realizzati, uno dietro l'altro. Nella circostanza Anguissa, in netto vantaggio, aveva preso posizione su Dumfries, che gli è letteralmente spuntato da dietro. Rigori così non possono rovinare una partita equilibrata e, soprattutto, bisogna andare a rivedere l'azione al VAR, che deve essere in grado di richiamare l'attenzione dell'arbitro (pure se quest'ultimo è convinto di aver visto correttamente l'azione). Sorvolo invece sulle proteste interiste per un presunto tocco in area di Olivera in area di rigore, perchè è talmente evidente l'involontarietà del movimento che soffermarmi un secondo di più potrebbe offendere l'intelligenza di chi sta leggendo. In questo marasma generale, ho apprezzato molto l'atteggiamento di Conte, a dir poco monumentale, con il suo sottolineare l'inadeguatezza del protocollo... "Di cosa, di che? Così si lascia spazio a dietrologie", il pensiero del tecnico, che sposo in pieno. Intanto con buona pace di tutti, il Napoli ammira il cielo azzurro sopra San Siro. Si resiste, con le unghie e con i denti, aggrappati al primo posto, un piazzamento più che meritato perchè nessuno ha regalato nulla a questi ragazzi, sempre più uniti e con la voglia di stupire (pensiamo ai pochi minuti di Ngonge ad esempio). Oltre ogni immaginazione. Fiducia in Conte, non sarà una stagione banale, e alla ripresa al Maradona ci sarà un'altra sfida degna di nota con la Roma orfana dell'esonerato Juric. Non sarà possibile avere cali di concentrazione, considerando che proprio a Fuorigrotta nella seconda parte di stagione arriveranno Milan, Inter e Juventus. Se si pensa che nelle tre trasferte menzionate sono stati ottenuti due pareggi e una vittoria c'è molto per cui sorridere.
Antonio Petrazzuolo
di Napoli Magazine
11/11/2024 - 23:04
NAPOLI - Il Napoli è ancora primo, con un punto di vantaggio su Inter, Atalanta, Lazio e Fiorentina, e due punti di margine sulla Juventus. Due settimane ancora in vetta alla graduatoria, con buona pace del VAR e di tutti gli arbitri, che di certo non hanno aiutato gli azzurri in queste prime dodici gare stagionali. Ma partiamo con ordine. Rispetto alla debacle contro l'Atalanta (per nulla insormontabile ed aiutata nella vittoria dall’autogol di Toure’ oltre che graziata da Di Bello con un gol regolare annullato a Davis, senza dimenticare il rigore non concesso ai bianconeri per tocco di braccio di Hien), va detto che si è vista subito una squadra più quadrata. Azzurri molto attenti in difesa, con Buongiorno sempre più un gigante ad indicare la strada da seguire, per tempismo negli anticipi e grinta, sia a Rrahmani che a Di Lorenzo ed Olivera. Dispiace dirlo ma, passando al centrocampo, anche stavolta non mi ha convinto Gilmour: al di là dello spazio concesso a Calhanoglu in occasione del tiro-gol dalla lunga distanza (deviato nella propria porta da Meret, incapace di opporsi alla sfera di gioco con reattività, lasciandosi sostanzialmente piegare senza opporre grande resistenza dalla traiettoria centrale e prevedibile), non è riuscito a colmare le distanze in fase di contrasto durante le ripartenze degli avversari, concedendo spesso e volentieri il fianco scoperto a sistematiche ripartenze nerazzurre. Per fortuna è tornato Lobotka, che mi auguro non venga stressato nuovamente in Nazionale da Calzona (dopo l'infortunio che gli ha fatto saltare ben 5 partite con il Napoli). Bene Anguissa, nonostante qualche piccola sbavatura, da libro cuore Politano e soprattutto Kvaratskhelia, capaci di assorbire colpi e macinare chilometri senza fermarsi mai. Spettatore in campo Lukaku: puntualmente anticipato da Acerbi, non è riuscito ad arrivare mai alla conclusione. Con la sua lentezza, non è stato nemmeno capace di pungere per disegnare un briciolo di assist per i compagni. Tant'è che con l'ingresso di Simeone, Acerbi è subito andato in tilt e quel gol sfiorato nel finale dal "Cholito" sarebbe stata la ciliegina sulla torta di un match che il Napoli avrebbe anche meritato di vincere. Il tutto nonostante l'indegno rigore concesso da Mariani all'Inter, fortunatamente sparato da Calhanoglu sul palo alla destra di Meret. Primo errore per il turco dopo i 17 penalties realizzati, uno dietro l'altro. Nella circostanza Anguissa, in netto vantaggio, aveva preso posizione su Dumfries, che gli è letteralmente spuntato da dietro. Rigori così non possono rovinare una partita equilibrata e, soprattutto, bisogna andare a rivedere l'azione al VAR, che deve essere in grado di richiamare l'attenzione dell'arbitro (pure se quest'ultimo è convinto di aver visto correttamente l'azione). Sorvolo invece sulle proteste interiste per un presunto tocco in area di Olivera in area di rigore, perchè è talmente evidente l'involontarietà del movimento che soffermarmi un secondo di più potrebbe offendere l'intelligenza di chi sta leggendo. In questo marasma generale, ho apprezzato molto l'atteggiamento di Conte, a dir poco monumentale, con il suo sottolineare l'inadeguatezza del protocollo... "Di cosa, di che? Così si lascia spazio a dietrologie", il pensiero del tecnico, che sposo in pieno. Intanto con buona pace di tutti, il Napoli ammira il cielo azzurro sopra San Siro. Si resiste, con le unghie e con i denti, aggrappati al primo posto, un piazzamento più che meritato perchè nessuno ha regalato nulla a questi ragazzi, sempre più uniti e con la voglia di stupire (pensiamo ai pochi minuti di Ngonge ad esempio). Oltre ogni immaginazione. Fiducia in Conte, non sarà una stagione banale, e alla ripresa al Maradona ci sarà un'altra sfida degna di nota con la Roma orfana dell'esonerato Juric. Non sarà possibile avere cali di concentrazione, considerando che proprio a Fuorigrotta nella seconda parte di stagione arriveranno Milan, Inter e Juventus. Se si pensa che nelle tre trasferte menzionate sono stati ottenuti due pareggi e una vittoria c'è molto per cui sorridere.
Antonio Petrazzuolo