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VIDEO CONFERENCE - Spalletti: "Lascio per un autentico atto d'amore, non intendo affrontare da avversario il Napoli, il mio tatuaggio è per sempre"
03.06.2023 23:26 di Napoli Magazine

CASTEL VOLTURNO (CE) - Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, ha parlato in Press Conference alla vigilia della sfida con la Sampdoria. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine".

 

 

- Prima ha da dire qualcosa...

 

"Ringrazio tutti quelli che ho incontrato in 2 anni indimenticabili. Ringrazio i nostri tifosi ovunque nel mondo, tutti i bambini che mi hanno abbracciato riempiendomi del loro amore azzurro. Grazie allo staff tecnico, ai dipendenti e collaboratori, i medici, grazie al presidente e a tutti".

 

- Qual e' il senso dell'abbraccio ad ADL?

 

"Io non voglio la divisione, o lui o te. Non voglio che ci sia qualcuno che annulli l'altro. Abbiamo lavorato tutti benissimo. Questo campionato e' stato un trionfo".

 

- Se dovesse dare un consiglio al suo successore cosa direbbe?

 

"Non ho possibilita' di dare consigli agli altri. I consigli si chiedono, ma non si vanno a cercare nelle parole di altri. Non so consigliare chi prendere".

 

- Tre cose che porta via da questa vittoria dello scudetto?

 

"Mi piacerebbe averne tre. Ho detto alla squadra durante l'anno che avremmo visto una citta' di esplodere di gioia. Per mesi ho parlato di qualcosa di cui non conoscevo la reale immaginazione. Napoli va vissuta, non immaginata. Sono sempre stato un po' napoletano, avevo bisogno di questi due anni per diventarlo del tutto. Mi porto un patino per il mare. Mi porto via un cavallo, che mi ricorda i miei calciatori che hanno trottato. Ed un crocifisso per la fede".

 

- C'è una domanda che avrebbe voluto avere?

 

"Io piu' o meno penso sempre alle possibile risposte e le dico a prescindere dalle domande. Li ho un po' di appunti. Le cicatrici, il dolore...".

 

- Dopo quale partita ha pensato di poter vincere lo scudetto?

 

"E' determinante avere una mentalita' forte, con un gruppo di calciatori che sono amici. Stamane non si e' fatto niente di interessante sulla squadra avversaria, ma ci siamo allenati con forza mentale, qualita' e carattere. Il Napoli avra' un grande futuro. Sento dire che serve tempo per forgiare e creare un'intesa".

 

- Simeone ha detto che l'ha fatto crescere come calciatore... Ha vacillato sulla sua scelta?

 

"Ci siamo abbracciati come si fa sempre, e' la cosa piu' difficile da superare. Poi viene il pensiero per capire se hai fatto bene o male. In questi giorni iniziando ad immaginarmi lontano da Napoli ho realizzato quanto sia difficile arrivare a prendere questa decisione. Il cuore a volte ti dice di continuare, perche' la squadra ha delle basi per migliorare ancora. L'amore che avverto attorno a me mi ha aiutato a maturare la scelta".

 

- Il sindaco vuole darle la cittadinanza onoraria...

 

"Mi fa piacere. Sono onorato. Spero di tornare dai miei amici a Napoli anche tra 10 anni".

 

- Qual e' la sua idea del calcio dopo l'esperienza napoletana?

 

"La verita' sta sempre nel mezzo. L'obiettivo era di far capire ai calciatori di saper interpretare tante cose anche da soli. Non va bene la zona totalissima come qualcuno porta avanti. Siamo il miglior attacco, per ora la miglior difesa. Per i piu' bravi e' difficile ammettere che noi siamo stati i piu' bravi e agli altri e' andato tutto storto".

 

- Cosa le resta di Napoli, il momento piu' bello e quello piu' difficile?

 

"Il momento bello e' stato ad Udine, con la vittoria del campionato. Il momento difficile e' stato quello di Empoli che stavamo vincendo e ci siamo fatti recuperare".

 

- Quando è che ha capito che era terminata la sua avventura a Napoli?

 

"Alla cena col presidente dbbiamo sistemato tutto in un quarto d'ora, anche disturbati dalla bonta' del cibo. E basta, poi ho lasciato che lo dicesse il presidente. Non sono uno che cambia idea tanto facilmente. Se lascio ora e' un autentico atto d'amore. Ho dato tutto quello che avevo. Non ho piu' le energie per essere all'altezza di cio' che si ama. Il coraggio non ce l'ha chi non viene in conferenza stampa".

 

- I georgiani tifano per il Napoli, Kvara e' stato elogiato...

 

"Kvara era uno chiacchierato dagli osservatori. Dovevamo sostituire un calciatore fortissimo come Insigne. Ci serviva qualcosa di simile per caratteristiche. Giuntoli lo tiro' fuori dai vari nomi. Io ho giocato 5 anni in Russia, il presidente era perplesso per la provenienza, mi telefono' un paio di volte, io mi sono informato e ho dato il mio ok. Funziona cosi' quando si prende un calciatore. Poi lui e' stato ancora piu' bravo a metterci piu' roba. E' stato bravo Giuntoli a individuarlo, e brava la societa' ad acquistarlo. E' un professionista, sgranava gli occhietti per capire, gli ho visto fare delle rincorse, dei contrasti mai fatti. Kvara ha una dolcezza enorme nel toccare la palla "doce, doce". E' fortissimo. Si avvicina a Maradona nel modo di giocare".

 

- La Coppa Italia e' l'unico rammarico?

 

"Quando sono arrivato il presidente mi ha detto che non gliene fregava niente della Coppa Italia e l'abbiamo preso in parola. C'era da arrivare tra i primi 4 e mettere a posto i conti della societa'. ADL e' stato bravo a prendersi le responsabilità. Abbiamo risistemato tante cose. Abbiamo fatto 4 anni in 2. Io ho imparato a essere anche un po' piu' imprenditore. Di calcio se ne intendeva gia' il presidente".

 

- Ci da' la formazione?

 

"Non la so tutta. Non si sono allenati Demme e Olivera. Mario Rui e' tornato da un paio di allenamenti. Mi piacerebbe che quelli che hanno giocato piu' spesso fossero piu' presenti nella partita. Sara' simile a quella che ha giocato piu' spesso".

 

- Che messaggio vuole dare ai bambini tifosi del Napoli?

 

"Si ringraziano tutti i bambini che mi hanno riempito del loro futuro azzurro. Ho amici che vengono da ogni dove per la festa. E' una felicita' che ha fatto bene in tutto il mondo".

 

- Si è tatuato il Napoli sul braccio, dovesse avere bisogno la societa' di lei tra un anno tornerebbe? O nell'anno sabbatico e' contemplato anche di non allenare ancora?

 

"Io non voglio giocare contro il Napoli. Non voglio mettermi una tuta che sia diversa da quella del Napoli. E' la cosa che ho detto subito in quella cena a De Laurentiis. Si parte da lì, poi a fine anno si fa l'inventario di quelli che sono gli stimoli, i sentimenti, i pensieri e si guarda dove siamo. Quest'anno sono uscito dalla panchina e faccio una ventina di metri, apro il cancellino della tribuna e guardo il Napoli da lì. Anche dalla televisione si vede bene lo stesso. Chi ama il calcio lo fa sempre, anche in trasferta e con il Napoli si gioca sempre in casa. Ci sono cicatrici bellissime che ognuno si porta dietro, come quella che ho sul braccio. Me la sono fatta sul braccio per averla sempre sotto gli occhi, per guardarla sempre. Questo tatuaggio sarà la mia cicatrice bellissima. Hanno già cominciato ad offendermi in qualche stazione (ride, ndr.)".

 

- La chiusura su Giulia Tramontano...

 

"Lei era molto tifosa sul Napoli. Gli uomini che uccidono una donna confessano la loro vigliaccheria. Con la sua malvagita' ha cancellato una storia che meritava di essere vissuta. Immaginiamo la mamma e il figlio andare al Maradona, saranno con noi allo Stadio. Chi pensa di risolvere le cose con la violenza e' un perdente senza futuro".

 

Antonio Petrazzuolo

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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03/06/2024 - 23:26

CASTEL VOLTURNO (CE) - Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, ha parlato in Press Conference alla vigilia della sfida con la Sampdoria. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine".

 

 

- Prima ha da dire qualcosa...

 

"Ringrazio tutti quelli che ho incontrato in 2 anni indimenticabili. Ringrazio i nostri tifosi ovunque nel mondo, tutti i bambini che mi hanno abbracciato riempiendomi del loro amore azzurro. Grazie allo staff tecnico, ai dipendenti e collaboratori, i medici, grazie al presidente e a tutti".

 

- Qual e' il senso dell'abbraccio ad ADL?

 

"Io non voglio la divisione, o lui o te. Non voglio che ci sia qualcuno che annulli l'altro. Abbiamo lavorato tutti benissimo. Questo campionato e' stato un trionfo".

 

- Se dovesse dare un consiglio al suo successore cosa direbbe?

 

"Non ho possibilita' di dare consigli agli altri. I consigli si chiedono, ma non si vanno a cercare nelle parole di altri. Non so consigliare chi prendere".

 

- Tre cose che porta via da questa vittoria dello scudetto?

 

"Mi piacerebbe averne tre. Ho detto alla squadra durante l'anno che avremmo visto una citta' di esplodere di gioia. Per mesi ho parlato di qualcosa di cui non conoscevo la reale immaginazione. Napoli va vissuta, non immaginata. Sono sempre stato un po' napoletano, avevo bisogno di questi due anni per diventarlo del tutto. Mi porto un patino per il mare. Mi porto via un cavallo, che mi ricorda i miei calciatori che hanno trottato. Ed un crocifisso per la fede".

 

- C'è una domanda che avrebbe voluto avere?

 

"Io piu' o meno penso sempre alle possibile risposte e le dico a prescindere dalle domande. Li ho un po' di appunti. Le cicatrici, il dolore...".

 

- Dopo quale partita ha pensato di poter vincere lo scudetto?

 

"E' determinante avere una mentalita' forte, con un gruppo di calciatori che sono amici. Stamane non si e' fatto niente di interessante sulla squadra avversaria, ma ci siamo allenati con forza mentale, qualita' e carattere. Il Napoli avra' un grande futuro. Sento dire che serve tempo per forgiare e creare un'intesa".

 

- Simeone ha detto che l'ha fatto crescere come calciatore... Ha vacillato sulla sua scelta?

 

"Ci siamo abbracciati come si fa sempre, e' la cosa piu' difficile da superare. Poi viene il pensiero per capire se hai fatto bene o male. In questi giorni iniziando ad immaginarmi lontano da Napoli ho realizzato quanto sia difficile arrivare a prendere questa decisione. Il cuore a volte ti dice di continuare, perche' la squadra ha delle basi per migliorare ancora. L'amore che avverto attorno a me mi ha aiutato a maturare la scelta".

 

- Il sindaco vuole darle la cittadinanza onoraria...

 

"Mi fa piacere. Sono onorato. Spero di tornare dai miei amici a Napoli anche tra 10 anni".

 

- Qual e' la sua idea del calcio dopo l'esperienza napoletana?

 

"La verita' sta sempre nel mezzo. L'obiettivo era di far capire ai calciatori di saper interpretare tante cose anche da soli. Non va bene la zona totalissima come qualcuno porta avanti. Siamo il miglior attacco, per ora la miglior difesa. Per i piu' bravi e' difficile ammettere che noi siamo stati i piu' bravi e agli altri e' andato tutto storto".

 

- Cosa le resta di Napoli, il momento piu' bello e quello piu' difficile?

 

"Il momento bello e' stato ad Udine, con la vittoria del campionato. Il momento difficile e' stato quello di Empoli che stavamo vincendo e ci siamo fatti recuperare".

 

- Quando è che ha capito che era terminata la sua avventura a Napoli?

 

"Alla cena col presidente dbbiamo sistemato tutto in un quarto d'ora, anche disturbati dalla bonta' del cibo. E basta, poi ho lasciato che lo dicesse il presidente. Non sono uno che cambia idea tanto facilmente. Se lascio ora e' un autentico atto d'amore. Ho dato tutto quello che avevo. Non ho piu' le energie per essere all'altezza di cio' che si ama. Il coraggio non ce l'ha chi non viene in conferenza stampa".

 

- I georgiani tifano per il Napoli, Kvara e' stato elogiato...

 

"Kvara era uno chiacchierato dagli osservatori. Dovevamo sostituire un calciatore fortissimo come Insigne. Ci serviva qualcosa di simile per caratteristiche. Giuntoli lo tiro' fuori dai vari nomi. Io ho giocato 5 anni in Russia, il presidente era perplesso per la provenienza, mi telefono' un paio di volte, io mi sono informato e ho dato il mio ok. Funziona cosi' quando si prende un calciatore. Poi lui e' stato ancora piu' bravo a metterci piu' roba. E' stato bravo Giuntoli a individuarlo, e brava la societa' ad acquistarlo. E' un professionista, sgranava gli occhietti per capire, gli ho visto fare delle rincorse, dei contrasti mai fatti. Kvara ha una dolcezza enorme nel toccare la palla "doce, doce". E' fortissimo. Si avvicina a Maradona nel modo di giocare".

 

- La Coppa Italia e' l'unico rammarico?

 

"Quando sono arrivato il presidente mi ha detto che non gliene fregava niente della Coppa Italia e l'abbiamo preso in parola. C'era da arrivare tra i primi 4 e mettere a posto i conti della societa'. ADL e' stato bravo a prendersi le responsabilità. Abbiamo risistemato tante cose. Abbiamo fatto 4 anni in 2. Io ho imparato a essere anche un po' piu' imprenditore. Di calcio se ne intendeva gia' il presidente".

 

- Ci da' la formazione?

 

"Non la so tutta. Non si sono allenati Demme e Olivera. Mario Rui e' tornato da un paio di allenamenti. Mi piacerebbe che quelli che hanno giocato piu' spesso fossero piu' presenti nella partita. Sara' simile a quella che ha giocato piu' spesso".

 

- Che messaggio vuole dare ai bambini tifosi del Napoli?

 

"Si ringraziano tutti i bambini che mi hanno riempito del loro futuro azzurro. Ho amici che vengono da ogni dove per la festa. E' una felicita' che ha fatto bene in tutto il mondo".

 

- Si è tatuato il Napoli sul braccio, dovesse avere bisogno la societa' di lei tra un anno tornerebbe? O nell'anno sabbatico e' contemplato anche di non allenare ancora?

 

"Io non voglio giocare contro il Napoli. Non voglio mettermi una tuta che sia diversa da quella del Napoli. E' la cosa che ho detto subito in quella cena a De Laurentiis. Si parte da lì, poi a fine anno si fa l'inventario di quelli che sono gli stimoli, i sentimenti, i pensieri e si guarda dove siamo. Quest'anno sono uscito dalla panchina e faccio una ventina di metri, apro il cancellino della tribuna e guardo il Napoli da lì. Anche dalla televisione si vede bene lo stesso. Chi ama il calcio lo fa sempre, anche in trasferta e con il Napoli si gioca sempre in casa. Ci sono cicatrici bellissime che ognuno si porta dietro, come quella che ho sul braccio. Me la sono fatta sul braccio per averla sempre sotto gli occhi, per guardarla sempre. Questo tatuaggio sarà la mia cicatrice bellissima. Hanno già cominciato ad offendermi in qualche stazione (ride, ndr.)".

 

- La chiusura su Giulia Tramontano...

 

"Lei era molto tifosa sul Napoli. Gli uomini che uccidono una donna confessano la loro vigliaccheria. Con la sua malvagita' ha cancellato una storia che meritava di essere vissuta. Immaginiamo la mamma e il figlio andare al Maradona, saranno con noi allo Stadio. Chi pensa di risolvere le cose con la violenza e' un perdente senza futuro".

 

Antonio Petrazzuolo

 

Napoli Magazine

 

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