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SHOW TIME - Gino Rivieccio su "NM": "Ringhio, zittiti gufi e detrattori"
15.02.2021 20:29 di Napoli Magazine

NAPOLI - Dunque per il Pirlo la paccariata del Chiello non era da rigore. Il Predestinato (a una panchina di B magari a Brescia), ha perso una buona occasione per ricordarsi di essere stato campione del mondo e uno sportivo di razza del calcio italiano. Da uno come lui ti aspetti che nel post partita dica: “Non siamo stati bravi a ribaltare un risultato contro un Napoli senza molti titolari. Una squadra come la Juve doveva fare molto di più”. E invece l’allenatore dalla chioma invidiabile, ha preferito gettare la solita croce addosso all’arbitro, la stessa croce di cui i non colorati beneficiano da una vita e che guarda caso il VAR ha smascherato. Il Chiello se fosse esistito la VAR già da 20 anni, probabilmente non sarebbe riuscito a costruire la sua gloriosa carriera, perché sarebbe stato espulso ogni due partite. Della Juve di sabato piuttosto mi sono piaciuti Bergomi e Caressa, forse i migliori in campo, insieme a Paratici che malediceva Calvarese dalla tribuna per non aver ammonito al secondo fallo Di Lorenzo dimenticando che il teramano era lo stesso che due anni fa a Cagliari regalò la vittoria ai suoi non colorati. E allora visto che nessuno lo ha fatto, elogerò io Gattuso: una partita perfetta prima, durante e dopo, nell’applicazione, nella disposizione, nelle scelte obbligate. E con quel pizzico di fortuna, che non guasta mai, Rino sabato è riuscito a zittire gufi e detrattori. L’incidente nel prepartita a Ospina durante il riscaldamento, ha spianato la strada a Meret che dopo i “miracoli” di sabato si è guadagnato parecchi accrediti di stima dei tifosi. Ringhio invece forse la fiducia di Adl, che dopo aver visto l’infortunio al colombiano avrà pensato: “Che sfiga c’ha sto Gattuso!”. E invece quella che sembrava l’ennesima iattura, si è rivelata un aiutino della dea bendata. Diversa dalla Dea che mercoledì ci ha irriso e bastonato. È proprio vero ciò che scrisse quella mano anonima sul muro della facoltà d’ingegneria: “La vita è una questione di culo: o ce l’hai o te lo fanno“.

 

 

Gino Rivieccio

 

Napoli Magazine
 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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15/02/2024 - 20:29

NAPOLI - Dunque per il Pirlo la paccariata del Chiello non era da rigore. Il Predestinato (a una panchina di B magari a Brescia), ha perso una buona occasione per ricordarsi di essere stato campione del mondo e uno sportivo di razza del calcio italiano. Da uno come lui ti aspetti che nel post partita dica: “Non siamo stati bravi a ribaltare un risultato contro un Napoli senza molti titolari. Una squadra come la Juve doveva fare molto di più”. E invece l’allenatore dalla chioma invidiabile, ha preferito gettare la solita croce addosso all’arbitro, la stessa croce di cui i non colorati beneficiano da una vita e che guarda caso il VAR ha smascherato. Il Chiello se fosse esistito la VAR già da 20 anni, probabilmente non sarebbe riuscito a costruire la sua gloriosa carriera, perché sarebbe stato espulso ogni due partite. Della Juve di sabato piuttosto mi sono piaciuti Bergomi e Caressa, forse i migliori in campo, insieme a Paratici che malediceva Calvarese dalla tribuna per non aver ammonito al secondo fallo Di Lorenzo dimenticando che il teramano era lo stesso che due anni fa a Cagliari regalò la vittoria ai suoi non colorati. E allora visto che nessuno lo ha fatto, elogerò io Gattuso: una partita perfetta prima, durante e dopo, nell’applicazione, nella disposizione, nelle scelte obbligate. E con quel pizzico di fortuna, che non guasta mai, Rino sabato è riuscito a zittire gufi e detrattori. L’incidente nel prepartita a Ospina durante il riscaldamento, ha spianato la strada a Meret che dopo i “miracoli” di sabato si è guadagnato parecchi accrediti di stima dei tifosi. Ringhio invece forse la fiducia di Adl, che dopo aver visto l’infortunio al colombiano avrà pensato: “Che sfiga c’ha sto Gattuso!”. E invece quella che sembrava l’ennesima iattura, si è rivelata un aiutino della dea bendata. Diversa dalla Dea che mercoledì ci ha irriso e bastonato. È proprio vero ciò che scrisse quella mano anonima sul muro della facoltà d’ingegneria: “La vita è una questione di culo: o ce l’hai o te lo fanno“.

 

 

Gino Rivieccio

 

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