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VIDEO SSCN - Presentazione della partnership Napoli-Sorgesana, ADL: "Con Arnone siamo due imprenditori che hanno puntato sulla famiglia, il Napoli è un punto di arrivo, rifondare significa anche investire, è in atto una riorganizzazione aziendale, nei nostri progetti c'è un nuovo centro sportivo e l'acquisto e la riqualificazione dello stadio Maradona o andremo altrove", Arnone: "Mangiamo lo stesso pane, siamo in sintonia da 20 anni"
12.09.2024 12:36 di Napoli Magazine

NAPOLI - A Villa D'Angelo Santa Caterina, in via Aniello Falcone a Napoli, si è svolta la presentazione della partnership tra la SSC Napoli e Sorgesana. Presenti anche Aurelio De Laurentiis, presidente della società partenopea, e Nicola Arnone, presidente e amministratore di Lete Spa. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine".

Aurelio De Laurentiis: "Con il dottor Arnone abbiamo punti di contatto, siamo due imprenditori che hanno puntato sulla famiglia. Una volta Profumo all'Unicredit mi consegnò un libro fatto dalla banca intitolato "La famiglia s.p.a.", contro tutti i denigratori delle aziende a tiraggio familiare, non credo che i fondi siano il salvataggio delle imprese, un imprenditore deve dare sempre una impronta personale. Io ho sempre diviso gli imprenditori dai prenditori. Questo è un Paese che molto spesso ha abbandonato, con la complicità del mondo politico, l'idea di impresa per approfittare della presa, però questo credo che non riguardi l'amico Arnone nè il sottoscritto. I miei 20 anni da presidente proprietario del Napoli? Faccio un bilancio ultra positivo, l'Italia è un Paese complicato, Napoli me l'avevano descritta come una situazione ingovernabile, credo che il Calcio Napoli con la mia presidenza abbia dimostrato che a Napoli si può e si deve lavorare. Il problema di un imprenditore che viene da un mondo dove la creatività è sovrana, industrializzando i beni immateriali, diventa palestra di grandissimo allenamento. Quando andai da Franco Carraro al secondo anno di C e gli dissi che non funzionavano certe cose, lui mi rispose: 'lo dice lei?', e io gli chiesi: 'perchè, non si può parlare?'. Lì ho capito tutto, poi scoppiò Calciopoli, siamo passati da un contesto di imprenditori a un contesto in cui sono di più i prenditori. Il calcio ha accumulato debiti su debiti, nella mia vita ho fatto tanti film e mai una lira di debiti, cosa che sono riuscito a trasportare anche nel calcio, ma quando si dice che il calcio italiano non sta andando da nessuna parte è anche perchè nessuno vuole andare da parti diverse. Tranni alcuni casi, gli imprenditori non partecipano, i fondi sono un disastro. Punto della situazione di questi 20 anni? Si è sempre detto che Napoli è un club di passaggio per i calciatori: falso! Oggi il Napoli non lancia solo campioni, ma è anche un loro punto di arrivo, campioni affermati vogliono giocare del Napoli, uno dei migliori allenatori ha voluto allenare il Napoli, il Napoli ha speso 150 milioni di euro nel mercato estivo. L'altro anno abbiamo sbagliato ma non abbiamo speso poco, 150 milioni sono alla base di una valutazione di cambiamento totale, se bisogna ripartire da zero, significa rifondare e anche investire, è stato possibile grazie ad un modello di sostenibilità portato avanti dal 2004 ad oggi, il Napoli è l'ultimo baluardo che resiste a un sistema calcio basato sui fondi. E' anche un calcio che non rispetta le regole e falsa la competizione, abbiamo dimostrato che un'altra strada è possibile, abbiamo vinto uno scudetto restando fedeli ai nostri valori, siamo l'altra faccia della medaglia e così vogliamo restare. Primo pilastro è il rinascimento napoletano, Napoli è il 'the place to be' e il club ha dimostrato che a Napoli si può lavorare con successo. Da alcuni anni stiamo lavorando per enfatizzare la bellezza della città. L'autoproduzione del kit tecnico è il secondo pilastro, il club grazie ad esso è anche un fashion brand capace di attrarre marchi internazionali. Terzo pilastro: i diritti di immagine. Il Napoli detiene da 20 anni i diritti d'immagine dei propri giocatori. Dopo una prima fase durata 20 anni, ora inizia la seconda fase di spostare il focus su investimenti che consacrino l'azienda Napoli, il calcio Napoli deve essere consacrato nella sua ulteriore indipendenza. Stiamo procedendo a una riorganizzazione aziendale, il Napoli si è implementato nel comparto sportivo e aziendale. Dall'interazione tra le due aree dovranno continuare i successi del Napoli del futuro. Elemento di crescita è dato anche dalle infrastrutture. Primo progetto è un nuovo centro sportivo del club, casa unica per la squadra e il settore giovanile. Abbiamo manifestato la nostra volontà al Comune su un'area individuata che necessita di bonifica che il Napoli si offre di fare a proprie spese. Secondo elemento è l'acquisto e la riqualificazione dello stadio Maradona, abbiamo dato incarico ad uno studio di architettura di fare un progetto di riqualificazione dello stadio e delle aree circostanti, per lasciare ai napoletani una struttura funzionale e una esperienza unica da vivere durante la settimana. In attesa di via libera da parte del Comune alla vendita dello stadio, siamo ottimisti che il Comune voglia liberarsi di un costo per regalare alla città una struttura moderna. Altrimenti andremo da un'altra parte, non polemizzo, sto cercando di assicurare questo elemento, la data del 2032 si avvicina, con l'obiettivo di partecipare come quinto stadio, vanno date garanzie in breve tempo. Il terzo elemento su cui insistere è un processo di ulteriore internazionalizzazione del club, il Napoli ha una base di tifosi potenziali molto alta, stiamo per lanciare progetti chiave, davanti a noi vedo un futuro ricco di sfide e di opportunità da cogliere, abbiamo la vetrina del nostro centenario e siamo pronti a stupirvi con effetti speciali degni dei nostri migliori film. Anche se sono presidente del Napoli da 20 anni, per quanto mi riguarda lo spettacolo è appena cominciato. Posso promettervi che il Napoli fin quando sarà gestito da me e dalla mia famiglia non indietreggerà mai al cospetto di comportamenti ostili e predatori da parte di interessi privati. Da parte mia c'è sempre la volontà di costruire questo anche a tutela dei nostri giocatori che spesso vengono intrappolati in situazione che ledono in primis loro stessi e soprattutto dei nostri tifosi sparsi in tutto il mondo. Il nostro più grande orgoglio è stato quello di vincere rispettando le regole e le persone, continueremo sempre a competere con questi principi, 20 anni fa dissi che il mio primo obiettivo era quello di rilanciare la città di Napoli anche attraverso il calcio. Oggi Napoli ha riconquistato un'attenzione globale, anche grazie al nostro supporto, e da Napoli deve partire il futuro di un calcio libero, sostenibile e innovativo".

 

Nicola Arnone: "Mangiamo lo stesso pane, siamo allineati, sono 20 anni, se non ci fosse stata una sintonia, non saremmo qui. Andiamo avanti, per il prossimo ventennio. Abbiamo un carattere difficile? Ritengo che prevalga l'intelligenza e nel nostro rapporto ritengo sia prevalsa. I miei ricordi più belli? C'era una contestazione, Quagliarella era in panchina e c'era Cavani che scende in campo e fa due gol, e allora penso questo non è solo bravo, è anche fortunato. Altro episodio, eravamo in Inghilterra, il Napoli perse la partita e vedo mia figlia che scoppia a piangere davanti alla signora Jaqueline, e ho pensato il Napoli è entrato nella mia famiglia, è un ricordo che conserverò. Come giocatori posso citare Zalayeta. Quando mi vedo con Reja ne parliamo ogni volta. A San Siro con l'Inter, Lavezzi l'aveva buttata dentro con un tocco alla Pelè".

Rosa Petrazzuolo

Napoli Magazine

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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12/09/2024 - 12:36

NAPOLI - A Villa D'Angelo Santa Caterina, in via Aniello Falcone a Napoli, si è svolta la presentazione della partnership tra la SSC Napoli e Sorgesana. Presenti anche Aurelio De Laurentiis, presidente della società partenopea, e Nicola Arnone, presidente e amministratore di Lete Spa. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine".

Aurelio De Laurentiis: "Con il dottor Arnone abbiamo punti di contatto, siamo due imprenditori che hanno puntato sulla famiglia. Una volta Profumo all'Unicredit mi consegnò un libro fatto dalla banca intitolato "La famiglia s.p.a.", contro tutti i denigratori delle aziende a tiraggio familiare, non credo che i fondi siano il salvataggio delle imprese, un imprenditore deve dare sempre una impronta personale. Io ho sempre diviso gli imprenditori dai prenditori. Questo è un Paese che molto spesso ha abbandonato, con la complicità del mondo politico, l'idea di impresa per approfittare della presa, però questo credo che non riguardi l'amico Arnone nè il sottoscritto. I miei 20 anni da presidente proprietario del Napoli? Faccio un bilancio ultra positivo, l'Italia è un Paese complicato, Napoli me l'avevano descritta come una situazione ingovernabile, credo che il Calcio Napoli con la mia presidenza abbia dimostrato che a Napoli si può e si deve lavorare. Il problema di un imprenditore che viene da un mondo dove la creatività è sovrana, industrializzando i beni immateriali, diventa palestra di grandissimo allenamento. Quando andai da Franco Carraro al secondo anno di C e gli dissi che non funzionavano certe cose, lui mi rispose: 'lo dice lei?', e io gli chiesi: 'perchè, non si può parlare?'. Lì ho capito tutto, poi scoppiò Calciopoli, siamo passati da un contesto di imprenditori a un contesto in cui sono di più i prenditori. Il calcio ha accumulato debiti su debiti, nella mia vita ho fatto tanti film e mai una lira di debiti, cosa che sono riuscito a trasportare anche nel calcio, ma quando si dice che il calcio italiano non sta andando da nessuna parte è anche perchè nessuno vuole andare da parti diverse. Tranni alcuni casi, gli imprenditori non partecipano, i fondi sono un disastro. Punto della situazione di questi 20 anni? Si è sempre detto che Napoli è un club di passaggio per i calciatori: falso! Oggi il Napoli non lancia solo campioni, ma è anche un loro punto di arrivo, campioni affermati vogliono giocare del Napoli, uno dei migliori allenatori ha voluto allenare il Napoli, il Napoli ha speso 150 milioni di euro nel mercato estivo. L'altro anno abbiamo sbagliato ma non abbiamo speso poco, 150 milioni sono alla base di una valutazione di cambiamento totale, se bisogna ripartire da zero, significa rifondare e anche investire, è stato possibile grazie ad un modello di sostenibilità portato avanti dal 2004 ad oggi, il Napoli è l'ultimo baluardo che resiste a un sistema calcio basato sui fondi. E' anche un calcio che non rispetta le regole e falsa la competizione, abbiamo dimostrato che un'altra strada è possibile, abbiamo vinto uno scudetto restando fedeli ai nostri valori, siamo l'altra faccia della medaglia e così vogliamo restare. Primo pilastro è il rinascimento napoletano, Napoli è il 'the place to be' e il club ha dimostrato che a Napoli si può lavorare con successo. Da alcuni anni stiamo lavorando per enfatizzare la bellezza della città. L'autoproduzione del kit tecnico è il secondo pilastro, il club grazie ad esso è anche un fashion brand capace di attrarre marchi internazionali. Terzo pilastro: i diritti di immagine. Il Napoli detiene da 20 anni i diritti d'immagine dei propri giocatori. Dopo una prima fase durata 20 anni, ora inizia la seconda fase di spostare il focus su investimenti che consacrino l'azienda Napoli, il calcio Napoli deve essere consacrato nella sua ulteriore indipendenza. Stiamo procedendo a una riorganizzazione aziendale, il Napoli si è implementato nel comparto sportivo e aziendale. Dall'interazione tra le due aree dovranno continuare i successi del Napoli del futuro. Elemento di crescita è dato anche dalle infrastrutture. Primo progetto è un nuovo centro sportivo del club, casa unica per la squadra e il settore giovanile. Abbiamo manifestato la nostra volontà al Comune su un'area individuata che necessita di bonifica che il Napoli si offre di fare a proprie spese. Secondo elemento è l'acquisto e la riqualificazione dello stadio Maradona, abbiamo dato incarico ad uno studio di architettura di fare un progetto di riqualificazione dello stadio e delle aree circostanti, per lasciare ai napoletani una struttura funzionale e una esperienza unica da vivere durante la settimana. In attesa di via libera da parte del Comune alla vendita dello stadio, siamo ottimisti che il Comune voglia liberarsi di un costo per regalare alla città una struttura moderna. Altrimenti andremo da un'altra parte, non polemizzo, sto cercando di assicurare questo elemento, la data del 2032 si avvicina, con l'obiettivo di partecipare come quinto stadio, vanno date garanzie in breve tempo. Il terzo elemento su cui insistere è un processo di ulteriore internazionalizzazione del club, il Napoli ha una base di tifosi potenziali molto alta, stiamo per lanciare progetti chiave, davanti a noi vedo un futuro ricco di sfide e di opportunità da cogliere, abbiamo la vetrina del nostro centenario e siamo pronti a stupirvi con effetti speciali degni dei nostri migliori film. Anche se sono presidente del Napoli da 20 anni, per quanto mi riguarda lo spettacolo è appena cominciato. Posso promettervi che il Napoli fin quando sarà gestito da me e dalla mia famiglia non indietreggerà mai al cospetto di comportamenti ostili e predatori da parte di interessi privati. Da parte mia c'è sempre la volontà di costruire questo anche a tutela dei nostri giocatori che spesso vengono intrappolati in situazione che ledono in primis loro stessi e soprattutto dei nostri tifosi sparsi in tutto il mondo. Il nostro più grande orgoglio è stato quello di vincere rispettando le regole e le persone, continueremo sempre a competere con questi principi, 20 anni fa dissi che il mio primo obiettivo era quello di rilanciare la città di Napoli anche attraverso il calcio. Oggi Napoli ha riconquistato un'attenzione globale, anche grazie al nostro supporto, e da Napoli deve partire il futuro di un calcio libero, sostenibile e innovativo".

 

Nicola Arnone: "Mangiamo lo stesso pane, siamo allineati, sono 20 anni, se non ci fosse stata una sintonia, non saremmo qui. Andiamo avanti, per il prossimo ventennio. Abbiamo un carattere difficile? Ritengo che prevalga l'intelligenza e nel nostro rapporto ritengo sia prevalsa. I miei ricordi più belli? C'era una contestazione, Quagliarella era in panchina e c'era Cavani che scende in campo e fa due gol, e allora penso questo non è solo bravo, è anche fortunato. Altro episodio, eravamo in Inghilterra, il Napoli perse la partita e vedo mia figlia che scoppia a piangere davanti alla signora Jaqueline, e ho pensato il Napoli è entrato nella mia famiglia, è un ricordo che conserverò. Come giocatori posso citare Zalayeta. Quando mi vedo con Reja ne parliamo ogni volta. A San Siro con l'Inter, Lavezzi l'aveva buttata dentro con un tocco alla Pelè".

Rosa Petrazzuolo

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