Mister Z
MR Z - Basta con queste insopportabili partenze dell’azione dal portiere!
09.02.2021 18:01 di Napoli Magazine

NAPOLI - Basta con queste insopportabili partenze dell’azione dal portiere! Gattuso se ne deve fare una ragione. Non si può continuare così. Non è possibile che l’allenatore non si renda conto del male che fa alla squadra (e a se stesso), mantenendo cocciutamente questo atteggiamento, obbligando la squadra a quella assurda pantomima. Ormai tutti gli allenatori quando affrontano il Napoli hanno imparato la lezione e si giocano la partita con il pressing altissimo che schiaccia gli azzurri nella loro area di rigore. Le marcature sui centrocampisti del Napoli sono a uomo. Soprattutto il centrale, in genere Demme, viene guardato a vista e nonostante ciò, Ospina o Meret sono costretti – evidentemente per precise disposizioni avute dalla panchina – a tentare di cominciare l’azione con passeggetti corti ed estremamente rischiosi. Addirittura si è arrivati a stabilire che la ripresa del gioco sia affidata a uno dei difensori centrali che tocca soltanto la palla per cederla al portiere dal quale dovrebbe poi partire tutto il meccanismo di ripartenza del gioco, che si rivela inevitabilmente sempre contorto e farraginoso. Questa ostinazione inspiegabile di Gattuso ha finito per condizionare psicologicamente tutta la difesa, anzi tutta la squadra che è sempre concentrata solo e soltanto alla ricerca di un compagno vicino al quale cedere il pallone. In queste situazioni basta un piccolo errore per provocare disastri. Esattamente quello che è accaduto in occasione del primo gol di Pandev. Maksimovic avrebbe potuto comodamente rilanciare il pallone verso la metà campo e invece ha cercato di passarlo a Demme che, come al solito, correva verso la porta per rispettare l’incarico affidatogli dall’allenatore. E’ bastato un piccolo errore di misura ed ecco fatta un’altra frittata. Io sinceramente non ho mai ben capito la presunta utilità di questo tipo di tattica alla quale il Napoli è votato e della quale sembra essere sempre più vittima. A che cosa serve? Mi sembra che la giustificazione sia quella di sfruttare l’ammassarsi degli avversari nella metà campo d’attacco per uscire con una serie di passaggi veloci e precisi dalla possibilità di un loro intervento e favorire quindi la velocità degli attaccanti azzurri in spazi più larghi e meno presidiati. Tutto ciò una volta si chiamava contropiede, ora si utilizzato espressioni più complicate, ma il contenuto è sempre lo stesso. Il problema è che tutto ciò rimane una teoria. Nella pratica, invece, quando il giochetto riesce (molto raramente) forse per la lentezza con la quale la manovra viene portata avanti, le difese avversarie si sono sempre chiuse e i centrocampisti sono arrivati a ridosso della loro area di rigore e allora al Napoli non rimane altro da fare che cominciare a far girare il pallone da una parte all’altra con stucchevoli e reiterati retropassaggi, pratica nella quale Mario Rui sembra avere una particolare propensione e specializzazione. Ma anche i suoi compagni di squadra non scherzano affatto. Questa storia della partenza dell’azione dal portiere riguarda anche qualche altra squadra in Europa. Nessuna però attua questa cosa (la vogliamo chiamare tattica?) con la costanza e l’accanimento che pretende Gattuso. E’ più di un anno che sulla ripresa del gioco non vediamo una rimessa con calcio lungo del portiere e con il pallone che arriva oltre il centrocampo. Io ne ho tanta nostalgia e sono sicuro che tornare a questa sana e concreta pratica avrebbe lo scopo di evitare che tutti ci vengano a prendere fin dentro la nostra area di rigore, creando imbarazzi, apprensioni e spesso, purtroppo, anche errori fatali. Fin quando Gattuso, con umiltà e modestia, non farà una serena autocritica e si renderà conto che così non si può andare più avanti, credo che continueremo a vivere altri insuccessi e tante mortificazioni.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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09/02/2024 - 18:01

NAPOLI - Basta con queste insopportabili partenze dell’azione dal portiere! Gattuso se ne deve fare una ragione. Non si può continuare così. Non è possibile che l’allenatore non si renda conto del male che fa alla squadra (e a se stesso), mantenendo cocciutamente questo atteggiamento, obbligando la squadra a quella assurda pantomima. Ormai tutti gli allenatori quando affrontano il Napoli hanno imparato la lezione e si giocano la partita con il pressing altissimo che schiaccia gli azzurri nella loro area di rigore. Le marcature sui centrocampisti del Napoli sono a uomo. Soprattutto il centrale, in genere Demme, viene guardato a vista e nonostante ciò, Ospina o Meret sono costretti – evidentemente per precise disposizioni avute dalla panchina – a tentare di cominciare l’azione con passeggetti corti ed estremamente rischiosi. Addirittura si è arrivati a stabilire che la ripresa del gioco sia affidata a uno dei difensori centrali che tocca soltanto la palla per cederla al portiere dal quale dovrebbe poi partire tutto il meccanismo di ripartenza del gioco, che si rivela inevitabilmente sempre contorto e farraginoso. Questa ostinazione inspiegabile di Gattuso ha finito per condizionare psicologicamente tutta la difesa, anzi tutta la squadra che è sempre concentrata solo e soltanto alla ricerca di un compagno vicino al quale cedere il pallone. In queste situazioni basta un piccolo errore per provocare disastri. Esattamente quello che è accaduto in occasione del primo gol di Pandev. Maksimovic avrebbe potuto comodamente rilanciare il pallone verso la metà campo e invece ha cercato di passarlo a Demme che, come al solito, correva verso la porta per rispettare l’incarico affidatogli dall’allenatore. E’ bastato un piccolo errore di misura ed ecco fatta un’altra frittata. Io sinceramente non ho mai ben capito la presunta utilità di questo tipo di tattica alla quale il Napoli è votato e della quale sembra essere sempre più vittima. A che cosa serve? Mi sembra che la giustificazione sia quella di sfruttare l’ammassarsi degli avversari nella metà campo d’attacco per uscire con una serie di passaggi veloci e precisi dalla possibilità di un loro intervento e favorire quindi la velocità degli attaccanti azzurri in spazi più larghi e meno presidiati. Tutto ciò una volta si chiamava contropiede, ora si utilizzato espressioni più complicate, ma il contenuto è sempre lo stesso. Il problema è che tutto ciò rimane una teoria. Nella pratica, invece, quando il giochetto riesce (molto raramente) forse per la lentezza con la quale la manovra viene portata avanti, le difese avversarie si sono sempre chiuse e i centrocampisti sono arrivati a ridosso della loro area di rigore e allora al Napoli non rimane altro da fare che cominciare a far girare il pallone da una parte all’altra con stucchevoli e reiterati retropassaggi, pratica nella quale Mario Rui sembra avere una particolare propensione e specializzazione. Ma anche i suoi compagni di squadra non scherzano affatto. Questa storia della partenza dell’azione dal portiere riguarda anche qualche altra squadra in Europa. Nessuna però attua questa cosa (la vogliamo chiamare tattica?) con la costanza e l’accanimento che pretende Gattuso. E’ più di un anno che sulla ripresa del gioco non vediamo una rimessa con calcio lungo del portiere e con il pallone che arriva oltre il centrocampo. Io ne ho tanta nostalgia e sono sicuro che tornare a questa sana e concreta pratica avrebbe lo scopo di evitare che tutti ci vengano a prendere fin dentro la nostra area di rigore, creando imbarazzi, apprensioni e spesso, purtroppo, anche errori fatali. Fin quando Gattuso, con umiltà e modestia, non farà una serena autocritica e si renderà conto che così non si può andare più avanti, credo che continueremo a vivere altri insuccessi e tante mortificazioni.

 

 

Mario Zaccaria

 

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