Mister Z
MISTER Z - Napoli, è il momento di gettare il cuore oltre l'ostacolo
18.03.2025 13:50 di Napoli Magazine

NAPOLI - Allora, è davvero finita? La ragione dice sì, la matematica dice ni, il cuore dice no! Partiamo dalla ragione. Cinque pareggi, una sconfitta e una vittoria nelle ultime sette partite la dicono lunga sullo stato di forma con il quale il Napoli si presenta ai blocchi di partenza dello sprint finale della stagione. L’Inter è più squadra. Ha una rosa spropositata e ben più qualificata e nonostante il fatto che debba affrontare, oltre al campionato, altre due competizioni alquanto dispendiose, quali la Coppa Italia e soprattutto la Champions League, sembra avere il pragmatismo, il cinismo e più in generale le qualità per arrivare dovunque fino in fondo. E poi c’è la questione, non secondaria, dei marcatori. Basta dare uno sguardo alla classifica dei cannonieri per capire la differenza tra nerazzurri e azzurri. Thuram e Lautaro hanno realizzato 24 gol in due, mentre il solo Lukaku, unico terminale offensivo del Napoli, ne ha messi in porta solo 10. E nel calcio se si segna poco non si vincono le partite e la classifica ne risente. Veniamo alla matematica. Tre punti di distacco significano poco. A chi è davanti può bastare una sola giornata storta per vedersi rosicchiare tutto il vantaggio in un colpo solo. E l’Inter, che ha un calendario leggermente più complicato di quello del Napoli, potrebbe comunque subire ripercussioni dall’essere ancora impegnata in due altri tornei non di poco conto. Essere concentrati sul triplete, dal punto di vista della squadra di Simone Inzaghi, è giustissimo, perché sognare, anche nel calcio, fa sempre bene. Ma il dispendio delle energie psicofisiche, in casi come questi, è pressoché inevitabile. E veniamo infine a ciò che ci dice il cuore. Il Napoli deve rimanere sornione alla finestra. Fare il suo gioco, vincere quante più partite è possibile delle nove che ancora rimangono in calendario e sperare in un inciampo dei nerazzurri per balzare sul collo dell’avversaria. A volte anche nel calcio può accadere ciò che è una regola nel ciclismo su pista: chi esce davanti sull’ultima curva è sfavorito rispetto a chi è attaccato alla sua ruota. E’ chiaro che se è ancora lecito sperare è altrettanto vero che nelle ultime uscite della stagione la squadra di Conte non può continuare a mostrare l’atteggiamento di pigrizia mentale e di scarsa concentrazione che ha manifestato troppe volte nelle ultime giornate. E’ evidente che ci sono stati fattori negativi (l’inopinata partenza di Kvara in un momento cruciale del campionato, l’asfittico mercato invernale, i tanti infortuni, la forzatura tattica del dover cambiare modulo) che hanno influenzato il rendimento della squadra. E non possiamo non sottolineare che alcuni tra i calciatori azzurri a Venezia hanno dimostrato chiaramente di essere in riserva sul piano atletico (basti citare Politano, Di Lorenzo e Lobotka, gente che ha tirato la carretta con costanza e con sacrificio dallo scorso mese di luglio fino a oggi). Ma se si vogliono ottenere grandi risultati, nello sport come nella vita, ci sono alcuni momenti in cui va gettato il cuore oltre l’ostacolo. E non c’è fatica fisica o mentale che tenga. E’ evidente che Conte, navigatissimo ed espertissimo condottiero di questa nave, saprà che cosa fare e che cosa dire per tirare fuori dai suoi ragazzi tutte le energie che servono per arrivare a lottare con l’Inter fin sulla linea del traguardo. Garanzie che possa riuscire nell’intento non ce ne sono. Ma una cosa è certa: le magliette di tutti saranno sempre sudate e sudatissime lo saranno al termine di Napoli-Cagliari, la sfida che metterà la parola fine a questo avvincente e in certi momenti perfino esaltante campionato degli azzurri, ai quali, comunque vada a finire, bisognerà dire solo ‘Grazie’.

Mario Zaccaria

Napoli Magazine

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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NAPOLI - Allora, è davvero finita? La ragione dice sì, la matematica dice ni, il cuore dice no! Partiamo dalla ragione. Cinque pareggi, una sconfitta e una vittoria nelle ultime sette partite la dicono lunga sullo stato di forma con il quale il Napoli si presenta ai blocchi di partenza dello sprint finale della stagione. L’Inter è più squadra. Ha una rosa spropositata e ben più qualificata e nonostante il fatto che debba affrontare, oltre al campionato, altre due competizioni alquanto dispendiose, quali la Coppa Italia e soprattutto la Champions League, sembra avere il pragmatismo, il cinismo e più in generale le qualità per arrivare dovunque fino in fondo. E poi c’è la questione, non secondaria, dei marcatori. Basta dare uno sguardo alla classifica dei cannonieri per capire la differenza tra nerazzurri e azzurri. Thuram e Lautaro hanno realizzato 24 gol in due, mentre il solo Lukaku, unico terminale offensivo del Napoli, ne ha messi in porta solo 10. E nel calcio se si segna poco non si vincono le partite e la classifica ne risente. Veniamo alla matematica. Tre punti di distacco significano poco. A chi è davanti può bastare una sola giornata storta per vedersi rosicchiare tutto il vantaggio in un colpo solo. E l’Inter, che ha un calendario leggermente più complicato di quello del Napoli, potrebbe comunque subire ripercussioni dall’essere ancora impegnata in due altri tornei non di poco conto. Essere concentrati sul triplete, dal punto di vista della squadra di Simone Inzaghi, è giustissimo, perché sognare, anche nel calcio, fa sempre bene. Ma il dispendio delle energie psicofisiche, in casi come questi, è pressoché inevitabile. E veniamo infine a ciò che ci dice il cuore. Il Napoli deve rimanere sornione alla finestra. Fare il suo gioco, vincere quante più partite è possibile delle nove che ancora rimangono in calendario e sperare in un inciampo dei nerazzurri per balzare sul collo dell’avversaria. A volte anche nel calcio può accadere ciò che è una regola nel ciclismo su pista: chi esce davanti sull’ultima curva è sfavorito rispetto a chi è attaccato alla sua ruota. E’ chiaro che se è ancora lecito sperare è altrettanto vero che nelle ultime uscite della stagione la squadra di Conte non può continuare a mostrare l’atteggiamento di pigrizia mentale e di scarsa concentrazione che ha manifestato troppe volte nelle ultime giornate. E’ evidente che ci sono stati fattori negativi (l’inopinata partenza di Kvara in un momento cruciale del campionato, l’asfittico mercato invernale, i tanti infortuni, la forzatura tattica del dover cambiare modulo) che hanno influenzato il rendimento della squadra. E non possiamo non sottolineare che alcuni tra i calciatori azzurri a Venezia hanno dimostrato chiaramente di essere in riserva sul piano atletico (basti citare Politano, Di Lorenzo e Lobotka, gente che ha tirato la carretta con costanza e con sacrificio dallo scorso mese di luglio fino a oggi). Ma se si vogliono ottenere grandi risultati, nello sport come nella vita, ci sono alcuni momenti in cui va gettato il cuore oltre l’ostacolo. E non c’è fatica fisica o mentale che tenga. E’ evidente che Conte, navigatissimo ed espertissimo condottiero di questa nave, saprà che cosa fare e che cosa dire per tirare fuori dai suoi ragazzi tutte le energie che servono per arrivare a lottare con l’Inter fin sulla linea del traguardo. Garanzie che possa riuscire nell’intento non ce ne sono. Ma una cosa è certa: le magliette di tutti saranno sempre sudate e sudatissime lo saranno al termine di Napoli-Cagliari, la sfida che metterà la parola fine a questo avvincente e in certi momenti perfino esaltante campionato degli azzurri, ai quali, comunque vada a finire, bisognerà dire solo ‘Grazie’.

Mario Zaccaria

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