NAPOLI - Che dire? Rispetto al Napoli di Spalletti che soltanto qualche mese fa ha stracciato tutte le avversarie, mancano Kim e Lozano e i sostituti che sono arrivati al loro posto al momento non sono ancora pervenuti. Basta questo per giustificare la trasformazione della squadra da incantevole cigno a brutto anatroccolo? Onestamente non so dare una risposta. Certo la difesa con la partenza del coreano si è clamorosamente indebolita e almeno a me mancano tremendamente le accelerazioni sulla fascia destra del messicano, uno dei pochi che era in grado di superare il diretto avversario nel duello uomo contro uomo. Ma da questo a diventare la squadra sgarrupata che abbiamo visto fino a ora in campionato, ne corre. Qualcosa di diverso, di più profondo che ha determinato questa mutazione genetica ci deve essere e va individuato. Le colpe di ciò che sta accadendo possono essere attribuite a Garcia? Bisogna ammettere che certe decisioni dell’allenatore lasciano un po’ perplessi (la nuova posizione pensata per Lobotka che abbandona Anguissa al proprio destino, la sostituzione di Kvaratskelia con Zerbin invece che con Simeone nei minuti finali di Genoa-Napoli, quando si sarebbe dovuto e potuto puntare alla vittoria, sono indubbiamente due esempi che fanno riflettere) ma quello che soprattutto preoccupa è la mancanza di quella cattiveria agonistica che lo scorso anno animava la squadra e che oggi sembra essere stata smarrita. E allora nasce spontanea e inevitabile un’altra domanda: perché i calciatori del Napoli non hanno più quella luce, quello sguardo da belve feroci che mostravano fino a qualche mese fa? Sazietà, rilassamento? Che altro? Certo il gesto piuttosto esplicito di Kvara al momento della sostituzione a Genova fa capire che la sintonia tra la squadra (o almeno di qualcuno della squadra) e l’allenatore non è al momento piena. E’ chiato che il georgiano non ha capito il motivo per il quale era stato tolto dal campo proprio nel momento in cui serviva il maggiore sforzo offensivo per tentare di vincere una partita che sembrava già persa. E’ su questi aspetti che De Laurentiis, in mancanza di una figura che faccia da ponte tra i calciatori e la Società, è chiamato con urgenza a fare chiarezza. Intanto arriva la trasferta di Braga, la prima del girone di Champions League che è particolarmente rischiosa per il Napoli, a maggior ragione per il momento particolarmente delicato che la squadra sta attraversando. Una vittoria potrebbe rimettere le cose a posto, dando all’ambiante quella spinta morale e quell’entusiasmo di cui ha bisogno. Un passo falso porterebbe verso una (mini)crisi dagli esiti imprevedibili. Speriamo che sia la volta buona per risorgere.
Mario Zaccaria
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
19/09/2023 - 11:00
NAPOLI - Che dire? Rispetto al Napoli di Spalletti che soltanto qualche mese fa ha stracciato tutte le avversarie, mancano Kim e Lozano e i sostituti che sono arrivati al loro posto al momento non sono ancora pervenuti. Basta questo per giustificare la trasformazione della squadra da incantevole cigno a brutto anatroccolo? Onestamente non so dare una risposta. Certo la difesa con la partenza del coreano si è clamorosamente indebolita e almeno a me mancano tremendamente le accelerazioni sulla fascia destra del messicano, uno dei pochi che era in grado di superare il diretto avversario nel duello uomo contro uomo. Ma da questo a diventare la squadra sgarrupata che abbiamo visto fino a ora in campionato, ne corre. Qualcosa di diverso, di più profondo che ha determinato questa mutazione genetica ci deve essere e va individuato. Le colpe di ciò che sta accadendo possono essere attribuite a Garcia? Bisogna ammettere che certe decisioni dell’allenatore lasciano un po’ perplessi (la nuova posizione pensata per Lobotka che abbandona Anguissa al proprio destino, la sostituzione di Kvaratskelia con Zerbin invece che con Simeone nei minuti finali di Genoa-Napoli, quando si sarebbe dovuto e potuto puntare alla vittoria, sono indubbiamente due esempi che fanno riflettere) ma quello che soprattutto preoccupa è la mancanza di quella cattiveria agonistica che lo scorso anno animava la squadra e che oggi sembra essere stata smarrita. E allora nasce spontanea e inevitabile un’altra domanda: perché i calciatori del Napoli non hanno più quella luce, quello sguardo da belve feroci che mostravano fino a qualche mese fa? Sazietà, rilassamento? Che altro? Certo il gesto piuttosto esplicito di Kvara al momento della sostituzione a Genova fa capire che la sintonia tra la squadra (o almeno di qualcuno della squadra) e l’allenatore non è al momento piena. E’ chiato che il georgiano non ha capito il motivo per il quale era stato tolto dal campo proprio nel momento in cui serviva il maggiore sforzo offensivo per tentare di vincere una partita che sembrava già persa. E’ su questi aspetti che De Laurentiis, in mancanza di una figura che faccia da ponte tra i calciatori e la Società, è chiamato con urgenza a fare chiarezza. Intanto arriva la trasferta di Braga, la prima del girone di Champions League che è particolarmente rischiosa per il Napoli, a maggior ragione per il momento particolarmente delicato che la squadra sta attraversando. Una vittoria potrebbe rimettere le cose a posto, dando all’ambiante quella spinta morale e quell’entusiasmo di cui ha bisogno. Un passo falso porterebbe verso una (mini)crisi dagli esiti imprevedibili. Speriamo che sia la volta buona per risorgere.
Mario Zaccaria
Napoli Magazine
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