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IL PENSIERO - Traorè: "Napoli è Napoli, è un'esperienza che almeno una volta va vissuta, giocare al Maradona è inspiegabile"
17.05.2025 11:55 di Napoli Magazine

NAPOLI - Hamed Junior Traorè, attaccante dell'Auxerre ed ex Napoli, ha rilasciato un'intervista a Cronache di Spogliatoio: "Napoli è Napoli. Quell’anno è andato tutto storto, ma è un’esperienza che almeno una volta va vissuta. Le cose andavano sempre male, eppure noi avevamo la sensazione di fare tutto il possibile per aiutarci e migliorare. In spogliatoio cercavamo di darci delle spiegazioni. Ci abbiamo provato fino all’ultimo, ma le cose andavano come dovevano andare. Anche se la stagione è stata così così, il calore di quei tifosi è incredibile. Giocare al Maradona è inspiegabile. Mi ha aiutato a crescere come esperienza. Sono maturato. Da quando ero un ragazzino sono cambiato tanto. Me lo dicevano spesso: ‘Ora sei giovane, un giorno capirai’. Inizi a curare di più i dettagli, aiuti i compagni. È un altro approccio. Sono malato di calcio, quando non mi alleno guardo tutti i campionati. Cerco di non perdermi una partita. Qui all’Auxerre ci sono tanti giovani interessanti. Vi do due ‘pepite’: Kevin Danois e Clement Akpa. A me in Italia è andata bene, magari potrebbe essere l’ideale anche per loro. Perché no?".

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IL PENSIERO - Traorè: "Napoli è Napoli, è un'esperienza che almeno una volta va vissuta, giocare al Maradona è inspiegabile"

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17/05/2025 - 11:55

NAPOLI - Hamed Junior Traorè, attaccante dell'Auxerre ed ex Napoli, ha rilasciato un'intervista a Cronache di Spogliatoio: "Napoli è Napoli. Quell’anno è andato tutto storto, ma è un’esperienza che almeno una volta va vissuta. Le cose andavano sempre male, eppure noi avevamo la sensazione di fare tutto il possibile per aiutarci e migliorare. In spogliatoio cercavamo di darci delle spiegazioni. Ci abbiamo provato fino all’ultimo, ma le cose andavano come dovevano andare. Anche se la stagione è stata così così, il calore di quei tifosi è incredibile. Giocare al Maradona è inspiegabile. Mi ha aiutato a crescere come esperienza. Sono maturato. Da quando ero un ragazzino sono cambiato tanto. Me lo dicevano spesso: ‘Ora sei giovane, un giorno capirai’. Inizi a curare di più i dettagli, aiuti i compagni. È un altro approccio. Sono malato di calcio, quando non mi alleno guardo tutti i campionati. Cerco di non perdermi una partita. Qui all’Auxerre ci sono tanti giovani interessanti. Vi do due ‘pepite’: Kevin Danois e Clement Akpa. A me in Italia è andata bene, magari potrebbe essere l’ideale anche per loro. Perché no?".