Con la scomparsa di Bruno Grandi, la ginnastica e l’intero mondo sportivo hanno perso una vera eccellenza. Ginnasta di buon livello, è stato un ottimo tecnico e docente e uno straordinario dirigente sportivo. Queste le tre fasi che hanno caratterizzato il crescendo della sua esistenza, quasi interamente dedicata all’attività sportiva, della quale era profondo studioso e conoscitore, nei suoi molteplici aspetti, al punto da essere chiamato ‘il Professore’. Presidente della Federazione Ginnastica d’Italia dal 1977 al 2000, ha guidato con mano ferma dal 1996 al 2016 la Federazione Internazionale, rinnovandola profondamente, combattendo la specializzazione precoce, molto cara ai Paesi dell’Est, e la faziosità delle giurie, a sua detta troppo politicizzate e poco tecniche per uno sport che nel frattempo era salito al terzo posto fra le discipline olimpiche, dopo atletica e nuoto.
È stato Vicepresidente vicario del CONI per 18 anni e, per un breve periodo, reggente del Foro Italico, nonché membro del C.I.O., il massimo ente sportivo mondiale. Inutile dire che la chiesa di San Giovanni Evangelista di Forlì è risultata insufficiente ad accogliere quanti sono accorsi per porgergli l’ultimo saluto. A cominciare dal Segretario del CONI, Carlo Mornati, al Segretario della Federazione Internazionale Ginnastica, Nicolas Buompane, insieme al suo predecessore André Gueisbuhler, da quella del Sindaco della sua amata Forlì, Gianluca Zattini, al Presidente della Federazione Ginnastica d’Italia, Gherardo Tecchi, accompagnato dai due Vicepresidenti, Valter Peroni e Rosario Pitton, dal Consigliere federale Fedele Massimo Anglani e dal Segretario Generale Roberto Pentrella.
In prima fila anche Riccardo Agabio, suo successore alla guida della Federginnastica italiana dal 2001 al 2016, ora presidente onorario della stessa, intervenuto con Gianfranco Marzolla e Maria Cristina Casentini, responsabili delle relazioni internazionali federali. Tanti dirigenti regionali e societari presenti, tecnici, ufficiali di gara e per ultimi, ma non ultimi, alcuni suoi atleti fra i quali Cesare Marchetti che ha voluto ricordarlo pubblicamente. Per la stampa c’erano i giornalisti Marino Bartoletti e Paolo Francia. In precedenza, nel Salone Comunale, la visita del Presidente del Coni Giovanni Malagò, del membro C.I.O. Franco Carraro e quello onorario Mario Pescante, del Presidente della Federazione Mondiale di Ginnastica Morinari Watanabe. Pochi sanno che Bruno Grandi amava Napoli, anche per la grande amicizia che lo legava a Giorgio Garufi che volle, per molti anni, al suo fianco come Vicepresidente vicario. Un amore ricambiato dalla città partenopea che lo applaudì molto calorosamente quando fu chiamato a presiedere il Convegno nazionale ‘Postura e Performance Sportiva’, tenutosi nella prestigiosa Sala Italia di Castel dell’Ovo, in una delle sue ultime accalorate relazioni sulle sorti della ginnastica e sui valori dello sport contemporaneo. Bruno Grandi lascia nello sport un vuoto profondo che i suoi successori hanno il compito di riempire, proseguendo nel solco da lui tracciato, animati dalla stessa passione e tenacia. Sì perché, come ha ricordato il celebrante nella sua omelia “Bruno Grandi ha vinto, ma ha soprattutto insegnato a vincere”.
di Napoli Magazine
17/09/2019 - 19:34
Con la scomparsa di Bruno Grandi, la ginnastica e l’intero mondo sportivo hanno perso una vera eccellenza. Ginnasta di buon livello, è stato un ottimo tecnico e docente e uno straordinario dirigente sportivo. Queste le tre fasi che hanno caratterizzato il crescendo della sua esistenza, quasi interamente dedicata all’attività sportiva, della quale era profondo studioso e conoscitore, nei suoi molteplici aspetti, al punto da essere chiamato ‘il Professore’. Presidente della Federazione Ginnastica d’Italia dal 1977 al 2000, ha guidato con mano ferma dal 1996 al 2016 la Federazione Internazionale, rinnovandola profondamente, combattendo la specializzazione precoce, molto cara ai Paesi dell’Est, e la faziosità delle giurie, a sua detta troppo politicizzate e poco tecniche per uno sport che nel frattempo era salito al terzo posto fra le discipline olimpiche, dopo atletica e nuoto.
È stato Vicepresidente vicario del CONI per 18 anni e, per un breve periodo, reggente del Foro Italico, nonché membro del C.I.O., il massimo ente sportivo mondiale. Inutile dire che la chiesa di San Giovanni Evangelista di Forlì è risultata insufficiente ad accogliere quanti sono accorsi per porgergli l’ultimo saluto. A cominciare dal Segretario del CONI, Carlo Mornati, al Segretario della Federazione Internazionale Ginnastica, Nicolas Buompane, insieme al suo predecessore André Gueisbuhler, da quella del Sindaco della sua amata Forlì, Gianluca Zattini, al Presidente della Federazione Ginnastica d’Italia, Gherardo Tecchi, accompagnato dai due Vicepresidenti, Valter Peroni e Rosario Pitton, dal Consigliere federale Fedele Massimo Anglani e dal Segretario Generale Roberto Pentrella.
In prima fila anche Riccardo Agabio, suo successore alla guida della Federginnastica italiana dal 2001 al 2016, ora presidente onorario della stessa, intervenuto con Gianfranco Marzolla e Maria Cristina Casentini, responsabili delle relazioni internazionali federali. Tanti dirigenti regionali e societari presenti, tecnici, ufficiali di gara e per ultimi, ma non ultimi, alcuni suoi atleti fra i quali Cesare Marchetti che ha voluto ricordarlo pubblicamente. Per la stampa c’erano i giornalisti Marino Bartoletti e Paolo Francia. In precedenza, nel Salone Comunale, la visita del Presidente del Coni Giovanni Malagò, del membro C.I.O. Franco Carraro e quello onorario Mario Pescante, del Presidente della Federazione Mondiale di Ginnastica Morinari Watanabe. Pochi sanno che Bruno Grandi amava Napoli, anche per la grande amicizia che lo legava a Giorgio Garufi che volle, per molti anni, al suo fianco come Vicepresidente vicario. Un amore ricambiato dalla città partenopea che lo applaudì molto calorosamente quando fu chiamato a presiedere il Convegno nazionale ‘Postura e Performance Sportiva’, tenutosi nella prestigiosa Sala Italia di Castel dell’Ovo, in una delle sue ultime accalorate relazioni sulle sorti della ginnastica e sui valori dello sport contemporaneo. Bruno Grandi lascia nello sport un vuoto profondo che i suoi successori hanno il compito di riempire, proseguendo nel solco da lui tracciato, animati dalla stessa passione e tenacia. Sì perché, come ha ricordato il celebrante nella sua omelia “Bruno Grandi ha vinto, ma ha soprattutto insegnato a vincere”.