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MILANO-CORTINA - Liti, costi e sabotaggi, è sempre 'calda' la pista da bob
22.02.2025 07:45 di Napoli Magazine

Della pista da bob inaugurata per i Giochi del 1956 e intitolata a 'Eugenio Monti' è rimasto ben poco, spiega Ansa. E tra quel poco ci sono le polemiche e una corsa contro il tempo - alla quale si e' aggiunto oggi il sabotaggio - col piano B di una gara a Salt Lake City. Sulla scia di quel mito delle prime Olimpiadi invernali italiane si è infatti voluto realizzare nella conca ampezzana un nuovo 'sliding centre' che ospitasse le gare di bob, slittino e skeleton per le Olimpiadi 2026. Una scelta da subito contrastata e che si è rivelata uno dei i nodi più complessi per il comitato organizzatore. Dalle immediate polemiche per l'impatto ambientale e i costi, ai dubbi sulle tempistiche dei lavori, dalle tensioni politiche ai sabotaggi, restano sullo sfondo i timori di non farcela e subire l'onta di gareggiare non solo fuori dall'Italia ma addirittura negli Usa, a Lake Placid, la pista indicata come 'Piano B'.  Dall'assegnazione dei Giochi 2026 dall'Italia, la scelta di Cortina per il bob fu subito motivo di polemiche politiche, con il Piemonte che cercò di entrare in gioco con la pista di Cesana - usata per Torino 2006 ma che avrebbe comunque richiesto interventi di ripristino - e il Veneto che puntava i piedi per Cortina. Quando poi si arrivò alla scelta, i lavori cominciarono solo nel febbraio 2023, con la demolizione della vecchia pista, tra proteste, ricorsi al Tar e manifestazioni di ambientalisti.

Ma già a luglio ci fu uno stop inatteso: andò deserta l'asta per la realizzazione del nuovo tracciato. Nei mesi seguenti, causa l'assenza di risorse per i lavori, prevista una spesa dai 60 agli 80 milioni, si arrivò quasi all'annullamento del progetto, tanto che il presidente del Coni, Giovanni Malagò, annunciò lo stop in sede Cio. Cominciò a cercarsi un'alternativa possibile, dalla torinese Cesana alla svizzera St.Moritz fino all'austriaca Innsbruck, entrambe queste ultime praticamente pronte. Nel dicembre 2023, il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, riaccese i motori per Cortina, con una proposta del Mit "che - disse - non costerà un centesimo in più agli italiani".
    Lo sliding centre ampezzano tornò al centro del dibattito e delle polemiche, definito di volta in volta 'pasticcio', 'rebus' o 'telenevela', ma intanto venne pubblicato dal Mit un bando di gara del valore di quasi 82 milioni di euro che, finalmente, ottenne risposta. Alla scadenza, arrivò l'offerta del gruppo parmense 'Pizzarotti', che si propose per realizzare il progetto light della pista, approntato da Simico per ridurre costi e tempi di costruzione, e a inizio febbraio firmò l'accordo per cominciare i lavori. Da quel momento, diventò, e ancora resta, cruciale il nodo tempistiche, tanto che lo stesso Cio si espresse subito per reclamare un 'piano B', dato che il collaudo ufficiale dell'impianto per avere il via libera era stato fissato per febbraio-marzo 2025.

Da allora, i lavori hanno proceduto a ritmo serrato ma sempre in un'atmosfera di tensione, come dimostrato dalle minacce ricevute dal sindaco di Cortina, e di contrasto, con ricorsi al Tar per bloccare i lavori. Il Cio ha effettuato sopralluoghi mensili al cantiere sullo stato di avanzamento e sull'organizzazione relativa alla pre-omologazione che è stata nel frattempo fissata per marzo. Il più sembra fatto, anche se l'atto di sabotaggio compiuto la scorsa notte al cantiere fa capire che la corsa contro il tempo non è ancora vinta. 
   

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MILANO-CORTINA - Liti, costi e sabotaggi, è sempre 'calda' la pista da bob

di Napoli Magazine

22/02/2025 - 07:45

Della pista da bob inaugurata per i Giochi del 1956 e intitolata a 'Eugenio Monti' è rimasto ben poco, spiega Ansa. E tra quel poco ci sono le polemiche e una corsa contro il tempo - alla quale si e' aggiunto oggi il sabotaggio - col piano B di una gara a Salt Lake City. Sulla scia di quel mito delle prime Olimpiadi invernali italiane si è infatti voluto realizzare nella conca ampezzana un nuovo 'sliding centre' che ospitasse le gare di bob, slittino e skeleton per le Olimpiadi 2026. Una scelta da subito contrastata e che si è rivelata uno dei i nodi più complessi per il comitato organizzatore. Dalle immediate polemiche per l'impatto ambientale e i costi, ai dubbi sulle tempistiche dei lavori, dalle tensioni politiche ai sabotaggi, restano sullo sfondo i timori di non farcela e subire l'onta di gareggiare non solo fuori dall'Italia ma addirittura negli Usa, a Lake Placid, la pista indicata come 'Piano B'.  Dall'assegnazione dei Giochi 2026 dall'Italia, la scelta di Cortina per il bob fu subito motivo di polemiche politiche, con il Piemonte che cercò di entrare in gioco con la pista di Cesana - usata per Torino 2006 ma che avrebbe comunque richiesto interventi di ripristino - e il Veneto che puntava i piedi per Cortina. Quando poi si arrivò alla scelta, i lavori cominciarono solo nel febbraio 2023, con la demolizione della vecchia pista, tra proteste, ricorsi al Tar e manifestazioni di ambientalisti.

Ma già a luglio ci fu uno stop inatteso: andò deserta l'asta per la realizzazione del nuovo tracciato. Nei mesi seguenti, causa l'assenza di risorse per i lavori, prevista una spesa dai 60 agli 80 milioni, si arrivò quasi all'annullamento del progetto, tanto che il presidente del Coni, Giovanni Malagò, annunciò lo stop in sede Cio. Cominciò a cercarsi un'alternativa possibile, dalla torinese Cesana alla svizzera St.Moritz fino all'austriaca Innsbruck, entrambe queste ultime praticamente pronte. Nel dicembre 2023, il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, riaccese i motori per Cortina, con una proposta del Mit "che - disse - non costerà un centesimo in più agli italiani".
    Lo sliding centre ampezzano tornò al centro del dibattito e delle polemiche, definito di volta in volta 'pasticcio', 'rebus' o 'telenevela', ma intanto venne pubblicato dal Mit un bando di gara del valore di quasi 82 milioni di euro che, finalmente, ottenne risposta. Alla scadenza, arrivò l'offerta del gruppo parmense 'Pizzarotti', che si propose per realizzare il progetto light della pista, approntato da Simico per ridurre costi e tempi di costruzione, e a inizio febbraio firmò l'accordo per cominciare i lavori. Da quel momento, diventò, e ancora resta, cruciale il nodo tempistiche, tanto che lo stesso Cio si espresse subito per reclamare un 'piano B', dato che il collaudo ufficiale dell'impianto per avere il via libera era stato fissato per febbraio-marzo 2025.

Da allora, i lavori hanno proceduto a ritmo serrato ma sempre in un'atmosfera di tensione, come dimostrato dalle minacce ricevute dal sindaco di Cortina, e di contrasto, con ricorsi al Tar per bloccare i lavori. Il Cio ha effettuato sopralluoghi mensili al cantiere sullo stato di avanzamento e sull'organizzazione relativa alla pre-omologazione che è stata nel frattempo fissata per marzo. Il più sembra fatto, anche se l'atto di sabotaggio compiuto la scorsa notte al cantiere fa capire che la corsa contro il tempo non è ancora vinta.