Al Galoppatoio di Villa Borghese è il giorno delle finali di 'Italia Polo Challenge', il circuito di polo organizzato dalla Federazione italiana sport equestri (Fise) e The Chukker Company. Dopo il maltempo che aveva costretto gli organizzatori a rinviare due partite della prima giornata, la seconda è stata all'insegna dell'adrenalina. Prima i rigori, per decidere le vincitrici delle due gare non disputate giovedì, poi tre partite con 44 gol complessivi che hanno esaltato il pubblico che ha riempito le tribune del Galoppatoio. A giocarsi il titolo saranno Harpa Hpe Veeam e Fope: da una parte Fabrizio Facello, Therence Cusmano e Pedro Soria, che hanno battuto 12-4 Salotto 42 (che ha schierato Miguel Luis Duggan, nipote di quel Luis J. Duggan che fu campione olimpico nel polo a Berlino 1936, ultima edizione dei Giochi in cui il polo fu sport olimpico), dall'altra Mattia Orsi, Goffredo Cutinelli Rendina e Oscar Mancini, che hanno superato 10-6 un'altra squadra tutta italiana, quella di U.S. Polo Assn. formata da Stefano Giansanti, Giordano Flavio Magini e Boris Bignoli, usciti comunque tra gli applausi del pubblico. Gli spettatori più attenti hanno osservato, e colto, un dettaglio: i numeri disegnati sulle zampe di alcuni cavalli scesi in campo al Galoppatoio. Quei numeri stanno a indicare i cavalli riaddestrati per il polo e che sono parte di un progetto presentato da Patricio Rattagan, ideatore di 'Italia Polo Challenge', e che vede protagoniste la Fise, il Masaf e Save the Horse, associazione di volontariato per la tutela, la protezione, la salvaguardia e il benessere dei cavalli. Un progetto che si pone come obiettivo quello di dare una seconda carriera ai cavalli da corsa che, tramite un processo di riaddestramento, "è come se imparassero di nuovo a camminare", come spiegato dallo stesso Rattagan. "L'idea è quella di istituire anche dei corsi di formazione - spiega Rattagan - per creare l'opportunità di salvaguardare i cavalli da corsa a fine carriera o quelli meno performanti, creando al tempo stesso una base fondamentale per la crescita del polo".
di Napoli Magazine
24/05/2025 - 16:40
Al Galoppatoio di Villa Borghese è il giorno delle finali di 'Italia Polo Challenge', il circuito di polo organizzato dalla Federazione italiana sport equestri (Fise) e The Chukker Company. Dopo il maltempo che aveva costretto gli organizzatori a rinviare due partite della prima giornata, la seconda è stata all'insegna dell'adrenalina. Prima i rigori, per decidere le vincitrici delle due gare non disputate giovedì, poi tre partite con 44 gol complessivi che hanno esaltato il pubblico che ha riempito le tribune del Galoppatoio. A giocarsi il titolo saranno Harpa Hpe Veeam e Fope: da una parte Fabrizio Facello, Therence Cusmano e Pedro Soria, che hanno battuto 12-4 Salotto 42 (che ha schierato Miguel Luis Duggan, nipote di quel Luis J. Duggan che fu campione olimpico nel polo a Berlino 1936, ultima edizione dei Giochi in cui il polo fu sport olimpico), dall'altra Mattia Orsi, Goffredo Cutinelli Rendina e Oscar Mancini, che hanno superato 10-6 un'altra squadra tutta italiana, quella di U.S. Polo Assn. formata da Stefano Giansanti, Giordano Flavio Magini e Boris Bignoli, usciti comunque tra gli applausi del pubblico. Gli spettatori più attenti hanno osservato, e colto, un dettaglio: i numeri disegnati sulle zampe di alcuni cavalli scesi in campo al Galoppatoio. Quei numeri stanno a indicare i cavalli riaddestrati per il polo e che sono parte di un progetto presentato da Patricio Rattagan, ideatore di 'Italia Polo Challenge', e che vede protagoniste la Fise, il Masaf e Save the Horse, associazione di volontariato per la tutela, la protezione, la salvaguardia e il benessere dei cavalli. Un progetto che si pone come obiettivo quello di dare una seconda carriera ai cavalli da corsa che, tramite un processo di riaddestramento, "è come se imparassero di nuovo a camminare", come spiegato dallo stesso Rattagan. "L'idea è quella di istituire anche dei corsi di formazione - spiega Rattagan - per creare l'opportunità di salvaguardare i cavalli da corsa a fine carriera o quelli meno performanti, creando al tempo stesso una base fondamentale per la crescita del polo".