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Sci, Goggia: "Per mia volontà rientro a fari spenti"
13.12.2024 23:56 di Napoli Magazine

Sofia Goggia rientra nella Coppa del Mondo di sci dopo l'infortunio di 11 mesi fa. Domani c'è la discesa a Beaver Creek, negli Usa. Lo stop di una stagione, ad un certo punto paventato, quanto è stato concreto? "Era una possibilità. Magari remota, ma messa in conto. Aggiungo: ho odiato il comunicato della Fisi, quando ero in ospedale. Scrissero che sarei tornata più forte. Non sapevo se fosse una prospettiva realistica. Ho avuto venti giorni di blackout. Quando parlo di questo infortunio mi viene da piangere", dice in un'intervista al 'Corriere della Sera'. "È necessario mettersi in gioco per ciò a cui teniamo: le cose belle non sono facili. Ma se non combattiamo per ciò che vogliamo davvero, che senso ha lottare?", aggiunge. Era indispensabile rioperarsi per rimuovere le placche? "Se non l'avessi fatto avrei affrontato un calvario negli allenamenti in Argentina: sarebbe stato impossibile coesistere con la protezione. In questi mesi - spiega - non sono mai andata a correre al di fuori di un campo di atletica. Quando mi alleno non porto mai le chiavi di casa: pesano. Non avendole, scavalco il cancello e salto da un metro e mezzo. Ma con la piastra non me la sentivo: mi calavo strisciando e saltavo da mezzo metro. Sono andata a correre 23 giorni dopo la rimozione, ho guardato giù, ho saltato senza pensarci". "Togliere la piastra mi ha legittimato ad essere di nuovo quella di prima. L'obiettivo realistico? Dipende dalla progressione. Se starò bene e avrò confidenza, avrò chance. Per mia volontà rientro a fari spenti".

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Sci, Goggia: "Per mia volontà rientro a fari spenti"

di Napoli Magazine

13/12/2024 - 23:56

Sofia Goggia rientra nella Coppa del Mondo di sci dopo l'infortunio di 11 mesi fa. Domani c'è la discesa a Beaver Creek, negli Usa. Lo stop di una stagione, ad un certo punto paventato, quanto è stato concreto? "Era una possibilità. Magari remota, ma messa in conto. Aggiungo: ho odiato il comunicato della Fisi, quando ero in ospedale. Scrissero che sarei tornata più forte. Non sapevo se fosse una prospettiva realistica. Ho avuto venti giorni di blackout. Quando parlo di questo infortunio mi viene da piangere", dice in un'intervista al 'Corriere della Sera'. "È necessario mettersi in gioco per ciò a cui teniamo: le cose belle non sono facili. Ma se non combattiamo per ciò che vogliamo davvero, che senso ha lottare?", aggiunge. Era indispensabile rioperarsi per rimuovere le placche? "Se non l'avessi fatto avrei affrontato un calvario negli allenamenti in Argentina: sarebbe stato impossibile coesistere con la protezione. In questi mesi - spiega - non sono mai andata a correre al di fuori di un campo di atletica. Quando mi alleno non porto mai le chiavi di casa: pesano. Non avendole, scavalco il cancello e salto da un metro e mezzo. Ma con la piastra non me la sentivo: mi calavo strisciando e saltavo da mezzo metro. Sono andata a correre 23 giorni dopo la rimozione, ho guardato giù, ho saltato senza pensarci". "Togliere la piastra mi ha legittimato ad essere di nuovo quella di prima. L'obiettivo realistico? Dipende dalla progressione. Se starò bene e avrò confidenza, avrò chance. Per mia volontà rientro a fari spenti".