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Tennis, caso Clostebol, la CEO dell'ITIA interviene: "Sinner ci ha dato molti spunti, a volte si possono violare le regole involontariamente"
23.10.2025 15:49 di Napoli Magazine
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A distanza di oltre un anno dalla positività, il caso Clostebol non smette di far parlare e la conferma arriva da Karen Moorhouse, CEO dell'International Tennis Integrity Agency (ITIA) che ha spiegato le conseguenze che ha portato l'inchiesta. La dirigente dell'agenzia a tutela dell'integrità tennistica ha spiegato in un'intervista a La Gazzetta dello Sport come la vicenda che ha coinvolto il numero 2 al mondo abbia aiutato a comprendere meglio come gestire faccende di questo genere.

“Le regole antidoping sono complesse e non è facile conoscerle a fondo. A differenza di altre normative sportive, nell’antidoping l’onere della prova ricade sull’atleta. Se risulti positivo a una sostanza proibita, devi dimostrare come ci sia finita, nel tuo corpo. Questo spesso sorprende il pubblico, che tende a pensare a una colpevolezza automatica. Ma i casi possono essere molto diversi tra loro e in alcuni casi la violazione può essere anche involontaria - ha spiegato Moorhouse -. A differenza di altre regole sportive, qui è possibile violare il regolamento senza volerlo. Per questo il nostro nuovo programma garantisce un supporto legale immediato e assistenza per analizzare l’origine di un test positivo, ad esempio tramite test di laboratorio sui prodotti assunti dal giocatore”.

Fra gli interventi previsti dall'ente c'è quindi un sostegno maggiore a coloro che vengono "pizzicati" positivi, spiegando anche al grande pubblico come l'esito di un test non sia per forza una condanna immediata: "Pubblichiamo integralmente le decisioni sul nostro sito e abbiamo introdotto anche video esplicativi sui casi più complessi, per aiutare il pubblico a comprenderli. Non possiamo commentare tutto in tempo reale per motivi legali, ma vogliamo essere il più possibile chiari e accessibili. Il nostro obiettivo principale è prevenire le violazioni. Facciamo formazione in tutto il mondo affinché i giocatori conoscano le regole e sappiano come evitare rischi - ha aggiunto Moorhouse -.  È difficile misurare ciò che non accade, cioè i casi evitati grazie alla prevenzione, ma possiamo dire che l’engagement è in crescita. E da poco abbiamo attivato anche una linea WhatsApp diretta con l’Itia, molto utilizzata dai giocatori per fare domande pratiche e prevenire errori. I casi di Sinner e Swiatek hanno acceso i riflettori. Molti giocatori, ma anche coach e agenti, ci hanno chiesto chiarimenti e consigli. C’è stata una crescita di consapevolezza legata ai rischi involontari, soprattutto in relazione a integratori, medicinali e viaggi. È stata una lezione collettiva per il tennis.

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Tennis, caso Clostebol, la CEO dell'ITIA interviene: "Sinner ci ha dato molti spunti, a volte si possono violare le regole involontariamente"

di Napoli Magazine

23/10/2025 - 15:49

A distanza di oltre un anno dalla positività, il caso Clostebol non smette di far parlare e la conferma arriva da Karen Moorhouse, CEO dell'International Tennis Integrity Agency (ITIA) che ha spiegato le conseguenze che ha portato l'inchiesta. La dirigente dell'agenzia a tutela dell'integrità tennistica ha spiegato in un'intervista a La Gazzetta dello Sport come la vicenda che ha coinvolto il numero 2 al mondo abbia aiutato a comprendere meglio come gestire faccende di questo genere.

“Le regole antidoping sono complesse e non è facile conoscerle a fondo. A differenza di altre normative sportive, nell’antidoping l’onere della prova ricade sull’atleta. Se risulti positivo a una sostanza proibita, devi dimostrare come ci sia finita, nel tuo corpo. Questo spesso sorprende il pubblico, che tende a pensare a una colpevolezza automatica. Ma i casi possono essere molto diversi tra loro e in alcuni casi la violazione può essere anche involontaria - ha spiegato Moorhouse -. A differenza di altre regole sportive, qui è possibile violare il regolamento senza volerlo. Per questo il nostro nuovo programma garantisce un supporto legale immediato e assistenza per analizzare l’origine di un test positivo, ad esempio tramite test di laboratorio sui prodotti assunti dal giocatore”.

Fra gli interventi previsti dall'ente c'è quindi un sostegno maggiore a coloro che vengono "pizzicati" positivi, spiegando anche al grande pubblico come l'esito di un test non sia per forza una condanna immediata: "Pubblichiamo integralmente le decisioni sul nostro sito e abbiamo introdotto anche video esplicativi sui casi più complessi, per aiutare il pubblico a comprenderli. Non possiamo commentare tutto in tempo reale per motivi legali, ma vogliamo essere il più possibile chiari e accessibili. Il nostro obiettivo principale è prevenire le violazioni. Facciamo formazione in tutto il mondo affinché i giocatori conoscano le regole e sappiano come evitare rischi - ha aggiunto Moorhouse -.  È difficile misurare ciò che non accade, cioè i casi evitati grazie alla prevenzione, ma possiamo dire che l’engagement è in crescita. E da poco abbiamo attivato anche una linea WhatsApp diretta con l’Itia, molto utilizzata dai giocatori per fare domande pratiche e prevenire errori. I casi di Sinner e Swiatek hanno acceso i riflettori. Molti giocatori, ma anche coach e agenti, ci hanno chiesto chiarimenti e consigli. C’è stata una crescita di consapevolezza legata ai rischi involontari, soprattutto in relazione a integratori, medicinali e viaggi. È stata una lezione collettiva per il tennis.