Salvatore (nome di fantasia per tutelarne la privacy), sessantenne partenopeo, potrà ascoltare nuovamente la voce dei suoi familiari, riprendere il lavoro e sentire il rumore del mare durante le sue amate passeggiate, grazie alla possibilità di recuperare l’udito a seguito dell’intervento effettuato presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli. Solo qualche mese fa, il paziente ha deciso di rivolgersi al Centro di Riferimento Regionale di III livello per l’Implantologia Cocleare, diretto dalla prof.ssa Anna Rita Fetoni, che gli ha proposto di affrontare un intervento di impianto cocleare con l’ausilio della robotica, con l’obiettivo di recuperare l’udito che aveva progressivamente perso a causa della malattia di Ménière, una patologia dell’orecchio interno. «Abbiamo impiantato un dispositivo cocleare con tecnologia “Otodrive & Otoarm” che permette l’inserimento controllato e atraumatico dell’elettrodo nella coclea, riducendo al minimo il rischio di danni alle strutture delicate dell’orecchio interno, migliorando, non solo gli esiti immediati dell’intervento, ma consentendo ai pazienti di beneficiare in futuro delle tecnologie e dei trattamenti innovativi per il ripristino dell’udito naturale», spiega la prof.ssa Fetoni. Inoltre, la maggiore precisione e la mininvasività dell’inserimento dell’elettrodo, con la conseguente riduzione dei rischi, contribuiscono a rassicurare i pazienti nella delicata fase decisionale. Con questo intervento, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II consolida il proprio ruolo tra i centri pionieri nell’applicazione della chirurgia robotica in ambito otologico, inserendo anche questa opzione terapeutica e di riabilitazione della sordità tra quelle a disposizione dei pazienti che afferiscono al Centro. Questo ulteriore passo apre la strada a nuovi protocolli e a un futuro in cui le persone con sordità profonda potranno contare su soluzioni sempre più avanzate e rispettose dell’udito naturale. «L’innovativo intervento otologico rappresenta la sintesi del percorso intrapreso dalla nostra Azienda per coniugare tecnologie d’avanguardia e medicina personalizzata, con l’obiettivo di offrire soluzioni pienamente calibrate sulle esigenze di ogni singolo paziente. Il Centro diretto dalla prof.ssa Fetoni è in prima linea per l’implantologia cocleare in Campania ed è un reparto di eccellenza, punto di riferimento anche nel panorama nazionale», sottolinea il Direttore Generale Elvira Bianco. Il paziente dovrà fare dei controlli periodici presso il Centro federiciano per la personalizzazione delle performance del dispositivo ed un continuo adattamento alle situazioni di ascolto. «Anche in questo, il nostro Centro si pone all’avanguardia offrendo la possibilità di utilizzare il sistema di telemedicina Remote Check che ci permette di essere sempre al fianco dei pazienti offrendo loro flessibilità e praticità nell’assistenza, permettendo di superare la barriera della distanza fisica dal Centro e garantendo una migliore e costante qualità dell’ascolto», conclude la prof.ssa Fetoni.
di Napoli Magazine
12/12/2025 - 11:15
Salvatore (nome di fantasia per tutelarne la privacy), sessantenne partenopeo, potrà ascoltare nuovamente la voce dei suoi familiari, riprendere il lavoro e sentire il rumore del mare durante le sue amate passeggiate, grazie alla possibilità di recuperare l’udito a seguito dell’intervento effettuato presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli. Solo qualche mese fa, il paziente ha deciso di rivolgersi al Centro di Riferimento Regionale di III livello per l’Implantologia Cocleare, diretto dalla prof.ssa Anna Rita Fetoni, che gli ha proposto di affrontare un intervento di impianto cocleare con l’ausilio della robotica, con l’obiettivo di recuperare l’udito che aveva progressivamente perso a causa della malattia di Ménière, una patologia dell’orecchio interno. «Abbiamo impiantato un dispositivo cocleare con tecnologia “Otodrive & Otoarm” che permette l’inserimento controllato e atraumatico dell’elettrodo nella coclea, riducendo al minimo il rischio di danni alle strutture delicate dell’orecchio interno, migliorando, non solo gli esiti immediati dell’intervento, ma consentendo ai pazienti di beneficiare in futuro delle tecnologie e dei trattamenti innovativi per il ripristino dell’udito naturale», spiega la prof.ssa Fetoni. Inoltre, la maggiore precisione e la mininvasività dell’inserimento dell’elettrodo, con la conseguente riduzione dei rischi, contribuiscono a rassicurare i pazienti nella delicata fase decisionale. Con questo intervento, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II consolida il proprio ruolo tra i centri pionieri nell’applicazione della chirurgia robotica in ambito otologico, inserendo anche questa opzione terapeutica e di riabilitazione della sordità tra quelle a disposizione dei pazienti che afferiscono al Centro. Questo ulteriore passo apre la strada a nuovi protocolli e a un futuro in cui le persone con sordità profonda potranno contare su soluzioni sempre più avanzate e rispettose dell’udito naturale. «L’innovativo intervento otologico rappresenta la sintesi del percorso intrapreso dalla nostra Azienda per coniugare tecnologie d’avanguardia e medicina personalizzata, con l’obiettivo di offrire soluzioni pienamente calibrate sulle esigenze di ogni singolo paziente. Il Centro diretto dalla prof.ssa Fetoni è in prima linea per l’implantologia cocleare in Campania ed è un reparto di eccellenza, punto di riferimento anche nel panorama nazionale», sottolinea il Direttore Generale Elvira Bianco. Il paziente dovrà fare dei controlli periodici presso il Centro federiciano per la personalizzazione delle performance del dispositivo ed un continuo adattamento alle situazioni di ascolto. «Anche in questo, il nostro Centro si pone all’avanguardia offrendo la possibilità di utilizzare il sistema di telemedicina Remote Check che ci permette di essere sempre al fianco dei pazienti offrendo loro flessibilità e praticità nell’assistenza, permettendo di superare la barriera della distanza fisica dal Centro e garantendo una migliore e costante qualità dell’ascolto», conclude la prof.ssa Fetoni.