"La violenza sulle donne è un tema che siamo al di là dal risolvere", ma "le cause vanno affrontate tutte quante". A dirlo, dopo le polemiche per le parole del ministro Valditara, è il premier, Giorgia Meloni. Secondo cui "ci sono dati che parlano di un'incidenza significativa dell'immigrazione illegale di massa. E l'Italia continuerà a lavorare per fermarla". Ma al tempo stesso, chiarisce, "ci sono anche altre cause su cui lavoreremo".

"Esistono anche ragioni culturali della violenza sulle donne che noi dobbiamo continuare a combattere - aggiunge Meloni, in un punto stampa al margine del G20 a Rio de Janeiro -. Per paradosso, aumenta la violenza sulle donne, mentre le donne acquisiscono più spazio. Questo deve farci riflettere. Il governo è impegnato per combattere una piaga rispetto alla quale non possiamo indietreggiare minimamente o girarci dall'altra parte". 

Il premier risponde poi a una domanda in merito alle parole del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che ha detto, sulla nuova auto blindata con una "cellula detentiva" per i detenuti al regime del 41 bis e di alta sicurezza: "Non lasciamo respirare chi è dietro quel vetro". E commenta: "Lui ha detto che gode nel vedere non respirare la mafia, se questo vi scandalizza ne prendo atto". 

E ancora, Meloni interviene dopo la bufera sull'intervento sui giudici in Albania del patron di Tesla e dice: "Tra le tante imprese che Elon Musk ha portato a casa c'è anche quella di aver costretto la sinistra a rivendicare la sovranità nazionale. 

Inoltre, il premier commenta così l'esito delle Regionali in Umbria ed Emilia-Romagna, dove ha vinto il centrosinistra: "Faremo le nostre valutazioni: bisogna ascoltare i cittadini e bisogna interrogarsi per capire che cosa non abbia funzionato". E su Donatella Tesei, candidata del centrodestra in Umbria: "Ho letto ricostruzioni surreali sul mio giudizio su di lei, che è una presidente che ha lavorato bene. L'ho sostenuta e rivendico la sua candidatura. Poi i cittadini hanno scelto da un'altra parte, ne prendiamo atto".