Basket
Basket, Milos Teodosic ha annunciato il ritiro a 38 anni
27.06.2025 12:39 di Napoli Magazine

Nel 2018, condividendo il campo un paio di partite a settimana con Cristiano Ronaldo e altri campionissimi al Real Madrid, Karim Benzema pensò di replicare così alle critiche ricevute per uno stile di gioco sofisticato: "Juego para la gente que sabe de fútbol", "gioco per quelli che se ne intendono il calcio". Lo stesso approccio è sempre sembrato avere, applicato alla pallacanestro, Milos Teodosic: all'indomani del suo ritiro dal basket giocato, però, possiamo dire che il 38enne di Valjevo è riuscito ad andare oltre. Magari il suo genio non è stato compreso e capito da tutti, compagni di squadra e tifosi, ma ha affascinato ed emozionato chiunque l'abbia visto tenere una palla a spicchi tra le mani.

Anche la lettera con cui il play cresciuto tra Metalac Valjevo ed FMP Zeleznik ha salutato la Stella Rossa e i tifosi di tutta Europa è in linea col Teodosic visto dal 2007 a oggi tra Eurolega, NBA e competizioni per nazionali: "Cari amici, rispettati appassionati e intenditori di pallacanestro, prima di tutto, grazie per 30 anni di battaglie condivise, gioie, felicità e dolori. È arrivato il momento per me di dire addio a una fase del mio amore per il gioco magico che si gioca sotto i canestri. Alle mie spalle — alle nostre spalle — ci sono anni pieni di passione, lotta e sacrificio. Ci sono stati trofei vinti, ma anche finali perse. Tutto fa parte del basket, e fa parte della vita. E non cambierei nulla. Rifarei tutto allo stesso modo, ancora una volta! Grazie alla mia gente di Valjevo, alla mia Serbia, e a tutti gli allenatori dai quali ho avuto il privilegio di imparare questo gioco. Non l’ho (ancora) imparato completamente. Il basket e io continueremo a scambiarci conoscenze ed esperienze ancora a lungo — fino alla fine della mia vita. Non voglio nominare singoli individui, momenti decisivi o partite fondamentali... Perché ognuno di quei “dettagli” — ogni allenatore e compagno di squadra — è stato importante per la mia carriera. La gratitudine più profonda va alla mia famiglia. Sono il più grande orgoglio. Ultimamente ho capito che il tesoro più grande della mia carriera da giocatore è questo: avrò qualcosa da mostrare ai miei figli! Basta che crescano ancora un po’... Nei loro occhi, e per loro, io sono — e sarò sempre — il più realizzato. Grazie infinite a ogni singolo compagno di squadra — davvero a ognuno di voi. Mi avete reso un giocatore migliore. Lo ricorderò bene. Tutti giochiamo per i tifosi, e quindi, un sentito grazie anche a loro. Ho apprezzato gli applausi e il sostegno. Le critiche mi hanno motivato, i fischi mi hanno reso più forte. A prescindere dalla fedeltà di club, un tifoso merita sempre rispetto da parte di noi che scendiamo in campo per lui. Durante la mia carriera non ho letto molti commenti né dato troppo peso ai social, ma ho sentito ogni respiro sugli spalti — e ogni silenzio. È lì che nasce l’ispirazione. È quello che ti spinge a diventare migliore. E ora, senza allontanarmi troppo da ciò che sono — e chi mi conosce sa che raramente mostro molte emozioni in pubblico — sento comunque il bisogno di condividere questo: sono orgoglioso di aver concluso la mia carriera in un club che occupa un posto speciale nel mio cuore. Quanto al mio amore per la Serbia, per aver indossato il suo stemma e giocato sotto il tricolore amato — ho già detto tutto quello che c’era da dire in campo. Nessuna parola può davvero descrivere quella sensazione unica, meravigliosa, che continua a brillare dentro di me. La mia patria sarà sempre la cosa più amata. Ancora una volta — grazie, basket. Ci rivedremo, solo senza scarpe da ginnastica, maglia o pantaloncini".

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Basket, Milos Teodosic ha annunciato il ritiro a 38 anni

di Napoli Magazine

27/06/2025 - 12:39

Nel 2018, condividendo il campo un paio di partite a settimana con Cristiano Ronaldo e altri campionissimi al Real Madrid, Karim Benzema pensò di replicare così alle critiche ricevute per uno stile di gioco sofisticato: "Juego para la gente que sabe de fútbol", "gioco per quelli che se ne intendono il calcio". Lo stesso approccio è sempre sembrato avere, applicato alla pallacanestro, Milos Teodosic: all'indomani del suo ritiro dal basket giocato, però, possiamo dire che il 38enne di Valjevo è riuscito ad andare oltre. Magari il suo genio non è stato compreso e capito da tutti, compagni di squadra e tifosi, ma ha affascinato ed emozionato chiunque l'abbia visto tenere una palla a spicchi tra le mani.

Anche la lettera con cui il play cresciuto tra Metalac Valjevo ed FMP Zeleznik ha salutato la Stella Rossa e i tifosi di tutta Europa è in linea col Teodosic visto dal 2007 a oggi tra Eurolega, NBA e competizioni per nazionali: "Cari amici, rispettati appassionati e intenditori di pallacanestro, prima di tutto, grazie per 30 anni di battaglie condivise, gioie, felicità e dolori. È arrivato il momento per me di dire addio a una fase del mio amore per il gioco magico che si gioca sotto i canestri. Alle mie spalle — alle nostre spalle — ci sono anni pieni di passione, lotta e sacrificio. Ci sono stati trofei vinti, ma anche finali perse. Tutto fa parte del basket, e fa parte della vita. E non cambierei nulla. Rifarei tutto allo stesso modo, ancora una volta! Grazie alla mia gente di Valjevo, alla mia Serbia, e a tutti gli allenatori dai quali ho avuto il privilegio di imparare questo gioco. Non l’ho (ancora) imparato completamente. Il basket e io continueremo a scambiarci conoscenze ed esperienze ancora a lungo — fino alla fine della mia vita. Non voglio nominare singoli individui, momenti decisivi o partite fondamentali... Perché ognuno di quei “dettagli” — ogni allenatore e compagno di squadra — è stato importante per la mia carriera. La gratitudine più profonda va alla mia famiglia. Sono il più grande orgoglio. Ultimamente ho capito che il tesoro più grande della mia carriera da giocatore è questo: avrò qualcosa da mostrare ai miei figli! Basta che crescano ancora un po’... Nei loro occhi, e per loro, io sono — e sarò sempre — il più realizzato. Grazie infinite a ogni singolo compagno di squadra — davvero a ognuno di voi. Mi avete reso un giocatore migliore. Lo ricorderò bene. Tutti giochiamo per i tifosi, e quindi, un sentito grazie anche a loro. Ho apprezzato gli applausi e il sostegno. Le critiche mi hanno motivato, i fischi mi hanno reso più forte. A prescindere dalla fedeltà di club, un tifoso merita sempre rispetto da parte di noi che scendiamo in campo per lui. Durante la mia carriera non ho letto molti commenti né dato troppo peso ai social, ma ho sentito ogni respiro sugli spalti — e ogni silenzio. È lì che nasce l’ispirazione. È quello che ti spinge a diventare migliore. E ora, senza allontanarmi troppo da ciò che sono — e chi mi conosce sa che raramente mostro molte emozioni in pubblico — sento comunque il bisogno di condividere questo: sono orgoglioso di aver concluso la mia carriera in un club che occupa un posto speciale nel mio cuore. Quanto al mio amore per la Serbia, per aver indossato il suo stemma e giocato sotto il tricolore amato — ho già detto tutto quello che c’era da dire in campo. Nessuna parola può davvero descrivere quella sensazione unica, meravigliosa, che continua a brillare dentro di me. La mia patria sarà sempre la cosa più amata. Ancora una volta — grazie, basket. Ci rivedremo, solo senza scarpe da ginnastica, maglia o pantaloncini".