Calcio
A MILANO - San Siro scuote PD e FI, La Russa: "Errore aiutare Sala"
30.09.2025 19:22 di Napoli Magazine
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Il via libera alla vendita dello stadio di San Siro e delle aree circostanti a Inter e Milan non è un passaggio politico indolore e scuote il centrosinistra con la maggioranza a trazione Pd e, a sorpresa, anche il centrodestra, mentre il sindaco Giuseppe Sala si dice "soddisfatto" del risultato e guarda ai prossimi passi amministrativi con una rivendicazione: "Non ho mai fatto pressione su nessuno".

A scatenare divisioni e recriminazioni è la posizione di Forza Italia che durante il voto sulla delibera ha deciso di uscire dall'aula e ha aiutato così la maggioranza ad approvare la vendita.

Al centrosinistra infatti servivano 25 voti ma ne aveva 24 a causa di sette dissidenti interni, tre del Pd, tre dei Verdi e uno del gruppo misto.

Più il capogruppo della lista Sala che non ha partecipato al voto. Così FI ha rotto il blocco del no del centrodestra e si è dissociata da FdI, Lega e Noi Moderati che hanno bocciato la vendita.

"Ieri Forza Italia, sullo stadio a Milano, ha rotto il fronte in maniera sbagliata, secondo me, nei modi più che nella sostanza, ma nei modi sicuramente", ha commentato il presidente del Senato ed esponente di FdI, Ignazio La Russa. Mentre la Lega, con la vicesegretaria Silvia Sardone che è anche consigliera comunale ha attaccato gli Azzurri, "che hanno salvato la poltrona del sindaco Sala" decidendo di fare da "stampella" al Pd.

Per niente d'accordo con questa ricostruzione il coordinatore lombardo del partito e deputato Alessandro Sorte che ha replicato secco alla Sardone chiedendole "se è in Consiglio comunale per amministrare o per urlare?".

"Se vuoi amministrare, devi ragionare. Forza Italia ragiona sempre nell'interesse dei cittadini, senza girarsi dall'altra parte" ha spiegato, aggiungendo che "con il voto sulla delibera San Siro, Forza Italia ha certificato la fine dell'attuale maggioranza e del progetto del cosiddetto 'campo largo' a Milano".

A criticare "la stampella" di Forza Italia alla maggioranza è anche il centrosinistra e in particolare i Verdi: "ai consiglieri di FI dovete baciare i piedi", ha detto Carlo Monguzzi. Duri anche Francesca Cucchiara e il capogruppo Tommaso Gorini che ora si riservano "di aprire un confronto con gli organi dirigenti locali e nazionali del partito, per valutare la nostra posizione nelle istituzioni milanesi".

Una frase che sembra mettere in forse la loro permanenza all'interno della maggioranza. Per il sindaco Sala la maggioranza che lo sostiene dal 2021 "esiste ancora. Non ho intenzione di cambiare nulla - spiega - ma se i Verdi vorranno fare una cosa diversa, ne parleremo". E il problema del voto non si pone: "Non mi scandalizzo se Forza Italia partecipa ad un percorso del genere sullo stadio" mentre sul fatto che la maggioranza si è fermata a 24 voti aggiunge che "in certi momenti voglio essere anche un pochino cinico, conta il risultato".

Quello dei tre consiglieri del Pd che hanno votato contro non è un tema per il sindaco e anche i Dem rivendicano quanto fatto in aula. "Ieri il Partito Democratico si è assunto una responsabilità importante per la città", ha detto il segretario cittadino Alessandro Capelli. Intanto si guarda ai prossimi passi sulla vendita di San Siro con il rogito entro il 10 novembre, quando scatterà il vincolo sul secondo anello. Per Inter e Milan l'approvazione della delibera "è un passo storico e decisivo per il futuro dei club e della città", che ora potrà avere un nuovo stadio che sarà "un'icona architettonica".

"Finalmente siamo arrivati in porto, era una cosa che attendevo da molti anni, sono veramente contento", ha detto il presidente del Milan Paolo Scaroni che ora intende "dare a Milano lo stadio più bello d'Europa, e forse del mondo".

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A MILANO - San Siro scuote PD e FI, La Russa: "Errore aiutare Sala"

di Napoli Magazine

30/09/2025 - 19:22

Il via libera alla vendita dello stadio di San Siro e delle aree circostanti a Inter e Milan non è un passaggio politico indolore e scuote il centrosinistra con la maggioranza a trazione Pd e, a sorpresa, anche il centrodestra, mentre il sindaco Giuseppe Sala si dice "soddisfatto" del risultato e guarda ai prossimi passi amministrativi con una rivendicazione: "Non ho mai fatto pressione su nessuno".

A scatenare divisioni e recriminazioni è la posizione di Forza Italia che durante il voto sulla delibera ha deciso di uscire dall'aula e ha aiutato così la maggioranza ad approvare la vendita.

Al centrosinistra infatti servivano 25 voti ma ne aveva 24 a causa di sette dissidenti interni, tre del Pd, tre dei Verdi e uno del gruppo misto.

Più il capogruppo della lista Sala che non ha partecipato al voto. Così FI ha rotto il blocco del no del centrodestra e si è dissociata da FdI, Lega e Noi Moderati che hanno bocciato la vendita.

"Ieri Forza Italia, sullo stadio a Milano, ha rotto il fronte in maniera sbagliata, secondo me, nei modi più che nella sostanza, ma nei modi sicuramente", ha commentato il presidente del Senato ed esponente di FdI, Ignazio La Russa. Mentre la Lega, con la vicesegretaria Silvia Sardone che è anche consigliera comunale ha attaccato gli Azzurri, "che hanno salvato la poltrona del sindaco Sala" decidendo di fare da "stampella" al Pd.

Per niente d'accordo con questa ricostruzione il coordinatore lombardo del partito e deputato Alessandro Sorte che ha replicato secco alla Sardone chiedendole "se è in Consiglio comunale per amministrare o per urlare?".

"Se vuoi amministrare, devi ragionare. Forza Italia ragiona sempre nell'interesse dei cittadini, senza girarsi dall'altra parte" ha spiegato, aggiungendo che "con il voto sulla delibera San Siro, Forza Italia ha certificato la fine dell'attuale maggioranza e del progetto del cosiddetto 'campo largo' a Milano".

A criticare "la stampella" di Forza Italia alla maggioranza è anche il centrosinistra e in particolare i Verdi: "ai consiglieri di FI dovete baciare i piedi", ha detto Carlo Monguzzi. Duri anche Francesca Cucchiara e il capogruppo Tommaso Gorini che ora si riservano "di aprire un confronto con gli organi dirigenti locali e nazionali del partito, per valutare la nostra posizione nelle istituzioni milanesi".

Una frase che sembra mettere in forse la loro permanenza all'interno della maggioranza. Per il sindaco Sala la maggioranza che lo sostiene dal 2021 "esiste ancora. Non ho intenzione di cambiare nulla - spiega - ma se i Verdi vorranno fare una cosa diversa, ne parleremo". E il problema del voto non si pone: "Non mi scandalizzo se Forza Italia partecipa ad un percorso del genere sullo stadio" mentre sul fatto che la maggioranza si è fermata a 24 voti aggiunge che "in certi momenti voglio essere anche un pochino cinico, conta il risultato".

Quello dei tre consiglieri del Pd che hanno votato contro non è un tema per il sindaco e anche i Dem rivendicano quanto fatto in aula. "Ieri il Partito Democratico si è assunto una responsabilità importante per la città", ha detto il segretario cittadino Alessandro Capelli. Intanto si guarda ai prossimi passi sulla vendita di San Siro con il rogito entro il 10 novembre, quando scatterà il vincolo sul secondo anello. Per Inter e Milan l'approvazione della delibera "è un passo storico e decisivo per il futuro dei club e della città", che ora potrà avere un nuovo stadio che sarà "un'icona architettonica".

"Finalmente siamo arrivati in porto, era una cosa che attendevo da molti anni, sono veramente contento", ha detto il presidente del Milan Paolo Scaroni che ora intende "dare a Milano lo stadio più bello d'Europa, e forse del mondo".