Calcio
ARSENAL - Calafiori: "Thiago Motta al Bologna mi ha cambiato la carriera"
16.01.2025 13:19 di Napoli Magazine

Riccardo Calfiori, difensore dell'Arsenal, ha rilasciato una lunga intervista a Sky Sport: "Ancora non me lo spiego neanche io come ho fatto, sapevo quanto fosse differente la Premier, mi ero dato dei mesi, dei giorni di adattamento, ma devo dire che, anche grazie all'Arsenal, che mi ha aiutato a non sentire la mancanza dell'Italia, sono partito subito forte, mi hanno saputo gestire soprattutto il primo mese e poi sono partito".

Qual è la prima cosa che le ha detto Arteta quando l'ha vista?
"Era già tanto che stavamo parlando, ci sentivamo anche prima dell'Europeo. La prima cosa che mi ha detto è stata: 'Devi venire qua'. Poi mi ha mostrato il progetto, l'idea che aveva su di me e non potevo che essere d'accordo con lui. Per arrivare al prossimo step è stata la cosa migliore".

Com'è cambiata la sua vita da Bologna a Londra?
"È cambiata tanto. Bologna è una città piccola, facevo tutto a piedi, vivevo in centro, prendevo la macchina solo per andare a Casteldebole. Anno scorso convivevo ed ero fidanzato, qua sono arrivato da solo, città enorme e completamente diversa. Se hai tempo e disponibilità economica Londra è veramente bella. L'unica cosa che non mi piace è il clima. Abbiamo giocato tante partite, non è semplice girare la città, ma all'inizio un po' l'ho fatto e a volte puoi passare pure inosservato da quanto è grande".

A chi si ispira?
"Non ho mai avuto un solo punto di riferimento. Da piccolo volevo andare a fare il raccattapalle perché mi interessava vedere come si muovevano, come pensavano i calciatori. Cerco sempre di rubare con gli occhi anche dai ragazzi che mi stanno vicino, non ho un nome in particolare".

Qual è il suo ruolo?
"All'Arsenal faccio il terzino, in Nazionale faccio il braccetto. Mi trovo benissimo in entrambi i ruoli. Comunque mi lasciano libertà con la palla, mi diverto tanto quando mi muovo in quel modo facendo le cose con coscienza".

Thiago Motta le ha cambiato la carriera?
"Sì, assolutamente. Magari sul momento pensavo che mi insegnasse cose che potevo utilizzare solo in quel momento e in quella squadra, ma poi mi sono accorto che me le sono portate dietro pure qui all'Arsenal e all'Europeo".

Quando ha capito che sarebbe diventato un calciatore?
"Dopo l'infortunio che avevo avuto a 16 anni. Mi avevano detto che non sarei potuto tornare a giocare, ha scatenato in me una forza diversa, mi ha segnato tanto. Quando sono tornato in campo ero sicuro che avrei fatto il calciatore, ma a questo livello non potevo immaginarlo, non me lo aspettavo".

Quante volte ha rivisto il gol contro il Manchester City?
"Tantissime volte. Era presto, il 22 settembre, la prima da titolare in Premier ed è stata una gioia immensa perché è stata la conferma di quello che pensavo, ovvero che potevo fare la differenza nella partita più difficile. In quel momento il livello del City era il solito".

Il messaggio più bello dopo quel gol?
"Di alcuni miei ex compagni del Bologna, mi sembra che fossero sul pullman dopo la gara, è stata la soddisfazione più grande perché la stavano vedendo tutti insieme e gioivano per me".

È rimasto in contatto con qualcuno con cui ha giocato a Bologna?
"In realtà con quasi tutti i ragazzi, ma specialmente De Silvestri, Orsolini, Ravaglia, Ndoye".

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ARSENAL - Calafiori: "Thiago Motta al Bologna mi ha cambiato la carriera"

di Napoli Magazine

16/01/2025 - 13:19

Riccardo Calfiori, difensore dell'Arsenal, ha rilasciato una lunga intervista a Sky Sport: "Ancora non me lo spiego neanche io come ho fatto, sapevo quanto fosse differente la Premier, mi ero dato dei mesi, dei giorni di adattamento, ma devo dire che, anche grazie all'Arsenal, che mi ha aiutato a non sentire la mancanza dell'Italia, sono partito subito forte, mi hanno saputo gestire soprattutto il primo mese e poi sono partito".

Qual è la prima cosa che le ha detto Arteta quando l'ha vista?
"Era già tanto che stavamo parlando, ci sentivamo anche prima dell'Europeo. La prima cosa che mi ha detto è stata: 'Devi venire qua'. Poi mi ha mostrato il progetto, l'idea che aveva su di me e non potevo che essere d'accordo con lui. Per arrivare al prossimo step è stata la cosa migliore".

Com'è cambiata la sua vita da Bologna a Londra?
"È cambiata tanto. Bologna è una città piccola, facevo tutto a piedi, vivevo in centro, prendevo la macchina solo per andare a Casteldebole. Anno scorso convivevo ed ero fidanzato, qua sono arrivato da solo, città enorme e completamente diversa. Se hai tempo e disponibilità economica Londra è veramente bella. L'unica cosa che non mi piace è il clima. Abbiamo giocato tante partite, non è semplice girare la città, ma all'inizio un po' l'ho fatto e a volte puoi passare pure inosservato da quanto è grande".

A chi si ispira?
"Non ho mai avuto un solo punto di riferimento. Da piccolo volevo andare a fare il raccattapalle perché mi interessava vedere come si muovevano, come pensavano i calciatori. Cerco sempre di rubare con gli occhi anche dai ragazzi che mi stanno vicino, non ho un nome in particolare".

Qual è il suo ruolo?
"All'Arsenal faccio il terzino, in Nazionale faccio il braccetto. Mi trovo benissimo in entrambi i ruoli. Comunque mi lasciano libertà con la palla, mi diverto tanto quando mi muovo in quel modo facendo le cose con coscienza".

Thiago Motta le ha cambiato la carriera?
"Sì, assolutamente. Magari sul momento pensavo che mi insegnasse cose che potevo utilizzare solo in quel momento e in quella squadra, ma poi mi sono accorto che me le sono portate dietro pure qui all'Arsenal e all'Europeo".

Quando ha capito che sarebbe diventato un calciatore?
"Dopo l'infortunio che avevo avuto a 16 anni. Mi avevano detto che non sarei potuto tornare a giocare, ha scatenato in me una forza diversa, mi ha segnato tanto. Quando sono tornato in campo ero sicuro che avrei fatto il calciatore, ma a questo livello non potevo immaginarlo, non me lo aspettavo".

Quante volte ha rivisto il gol contro il Manchester City?
"Tantissime volte. Era presto, il 22 settembre, la prima da titolare in Premier ed è stata una gioia immensa perché è stata la conferma di quello che pensavo, ovvero che potevo fare la differenza nella partita più difficile. In quel momento il livello del City era il solito".

Il messaggio più bello dopo quel gol?
"Di alcuni miei ex compagni del Bologna, mi sembra che fossero sul pullman dopo la gara, è stata la soddisfazione più grande perché la stavano vedendo tutti insieme e gioivano per me".

È rimasto in contatto con qualcuno con cui ha giocato a Bologna?
"In realtà con quasi tutti i ragazzi, ma specialmente De Silvestri, Orsolini, Ravaglia, Ndoye".