"Ho letto i commenti di Francesco Totti all'appello a non recarsi a Mosca. Da romano e romanista, apprezzo profondamente la sua straordinaria carriera, la fedeltà alla Roma e il grande impegno benefico. Proprio per questo rinnoviamo l'appello a non andare". Lo afferma Andrea Massaroni, coordinatore di +Europa Roma. "Lo sport vive di regole chiare e rispetto reciproco. Lo sport vive di regole chiare e rispetto reciproco. Partecipare ora a un evento a Mosca sarebbe come prestare la propria immagine all'arbitro Moreno, che ti espulse ingiustamente ai Mondiali del 2002: significa sostenere chi tradisce quei valori fondamentali. Circa 500 sportivi ucraini, tra cui campioni olimpici ed europei, hanno perso la vita per difendere il proprio Paese, le loro famiglie e una società che guarda all'Europa come modello. Gli sportivi russi sono vittime di un regime che utilizza lo sport per propaganda, soffocando ogni forma di dissenso. Se l'appello ha creato clamore internazionale, è per la forza simbolica di Francesco Totti e per il contrasto evidente tra il suo patrimonio morale e il regime russo. Mi auguro che Francesco Totti incontri la comunità ucraina a Roma e quella dei russi contrari alla guerra e che ascolti la loro storia. Se deciderà di fare un passo indietro, lo faccia perché è un uomo libero, non perché un'autorità competente glielo vieta. Non siamo in Russia, abbiamo la libertà di esercitare il nostro diritto di coscienza. Sono le scelte libere, forti e consapevoli a fare davvero la differenza", conclude Massaroni.
di Napoli Magazine
26/03/2025 - 19:08
"Ho letto i commenti di Francesco Totti all'appello a non recarsi a Mosca. Da romano e romanista, apprezzo profondamente la sua straordinaria carriera, la fedeltà alla Roma e il grande impegno benefico. Proprio per questo rinnoviamo l'appello a non andare". Lo afferma Andrea Massaroni, coordinatore di +Europa Roma. "Lo sport vive di regole chiare e rispetto reciproco. Lo sport vive di regole chiare e rispetto reciproco. Partecipare ora a un evento a Mosca sarebbe come prestare la propria immagine all'arbitro Moreno, che ti espulse ingiustamente ai Mondiali del 2002: significa sostenere chi tradisce quei valori fondamentali. Circa 500 sportivi ucraini, tra cui campioni olimpici ed europei, hanno perso la vita per difendere il proprio Paese, le loro famiglie e una società che guarda all'Europa come modello. Gli sportivi russi sono vittime di un regime che utilizza lo sport per propaganda, soffocando ogni forma di dissenso. Se l'appello ha creato clamore internazionale, è per la forza simbolica di Francesco Totti e per il contrasto evidente tra il suo patrimonio morale e il regime russo. Mi auguro che Francesco Totti incontri la comunità ucraina a Roma e quella dei russi contrari alla guerra e che ascolti la loro storia. Se deciderà di fare un passo indietro, lo faccia perché è un uomo libero, non perché un'autorità competente glielo vieta. Non siamo in Russia, abbiamo la libertà di esercitare il nostro diritto di coscienza. Sono le scelte libere, forti e consapevoli a fare davvero la differenza", conclude Massaroni.