Calcio
IL PENSIERO - Pizzaballa: "Se il mio lontano cugino diventerà Papa, gli regalerò la mia figurina introvabile"
25.04.2025 18:46 di Napoli Magazine

Pier Luigi Pizzaballa, ex portiere, ha rilasciato un'intervista a Gazzetta.it, parlando di suo cugino Pierbattista, uno dei papabili dopo la scomparsa di Papa Francesco: "Ho sentito dire che è tra i papabili. Ci siamo conosciuti di persona qualche anno fa, era a Bergamo per una conferenza e abbiamo fatto una chiacchierata. La prima cosa che mi ha detto è stata: ‘Finalmente conosco il vero Pizzaballa’ (ride, ndr)".

Lui, in un’intervista al Corriere del 2019, aveva confermato la parentela.
"Mio padre era originario di Spriano, un paesino attaccato a Cologno al Serio, dove è cresciuto Pierbattista. Può essere che abbia avuto un legame di parentela con il papà del cardinale. Probabilmente erano cugini alla lontana, non ne siamo sicuri. Ma un’altra certezza ce l’ho".

Dica.
"Neppure lui ha mai trovato la mia figurina. Lo ha raccontato nella stessa intervista".

Sessant’anni dopo è arrivato il momento di svelare il mistero: perché la sua figurina era introvabile?
"Ero all’Atalanta, stagione 1963/1964. Stavamo tornando dalla trasferta di Lisbona contro lo Sporting per una partita di Coppa delle Coppe. Avevo subìto un infortunio al gomito e mi ricoverarono all’ospedale di Verona. In quei giorni il fotografo passò a scattare le foto in ritiro, io non c’ero. Nessuno se ne accorse, giocavo poco. Quando l’anno successivo sono diventato titolare, la Panini controllò gli scatti in archivio e si accorsero che il cartoncino non c’era. Andarono in stampa senza la mia figurina".

Poi com’è finita?
"Le persone notarono che gli album erano tutti incompleti, mancava la mia faccia. Allora furono fatte delle repliche con la nuova divisa".

Lo sa che sul web la figurina di quella stagione è arrivata a costare centinaia di euro?
"A casa ne ho tantissime, grazie a questo famoso caso ho conosciuto i dirigenti della Panini che me ne hanno fornite un po’. Le regalo ai bambini delle scuole calcio. Una però è originale, io stesso l’ho ricevuta dopo sessant’anni".

In che modo?
"Me l’ha regalata un professore di Avellino. Mi ha assicurato di averla presa quell’anno. Mistero risolto. Spero però di non essere ricordato soltanto come la figurina leggendaria. Ho giocato vent’anni, per altri dieci sono stato dirigente nel settore giovanile dell’Atalanta. Ho lanciato tra gli altri Donadoni, Tacchinardi, Locatelli. Il calcio era una passione, per fortuna è diventata un lavoro".

Presto potremmo ritrovarci a parlare anche di un altro Pizzaballa.
"Magari stavolta gli regalo la mia figurina".

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IL PENSIERO - Pizzaballa: "Se il mio lontano cugino diventerà Papa, gli regalerò la mia figurina introvabile"

di Napoli Magazine

25/04/2025 - 18:46

Pier Luigi Pizzaballa, ex portiere, ha rilasciato un'intervista a Gazzetta.it, parlando di suo cugino Pierbattista, uno dei papabili dopo la scomparsa di Papa Francesco: "Ho sentito dire che è tra i papabili. Ci siamo conosciuti di persona qualche anno fa, era a Bergamo per una conferenza e abbiamo fatto una chiacchierata. La prima cosa che mi ha detto è stata: ‘Finalmente conosco il vero Pizzaballa’ (ride, ndr)".

Lui, in un’intervista al Corriere del 2019, aveva confermato la parentela.
"Mio padre era originario di Spriano, un paesino attaccato a Cologno al Serio, dove è cresciuto Pierbattista. Può essere che abbia avuto un legame di parentela con il papà del cardinale. Probabilmente erano cugini alla lontana, non ne siamo sicuri. Ma un’altra certezza ce l’ho".

Dica.
"Neppure lui ha mai trovato la mia figurina. Lo ha raccontato nella stessa intervista".

Sessant’anni dopo è arrivato il momento di svelare il mistero: perché la sua figurina era introvabile?
"Ero all’Atalanta, stagione 1963/1964. Stavamo tornando dalla trasferta di Lisbona contro lo Sporting per una partita di Coppa delle Coppe. Avevo subìto un infortunio al gomito e mi ricoverarono all’ospedale di Verona. In quei giorni il fotografo passò a scattare le foto in ritiro, io non c’ero. Nessuno se ne accorse, giocavo poco. Quando l’anno successivo sono diventato titolare, la Panini controllò gli scatti in archivio e si accorsero che il cartoncino non c’era. Andarono in stampa senza la mia figurina".

Poi com’è finita?
"Le persone notarono che gli album erano tutti incompleti, mancava la mia faccia. Allora furono fatte delle repliche con la nuova divisa".

Lo sa che sul web la figurina di quella stagione è arrivata a costare centinaia di euro?
"A casa ne ho tantissime, grazie a questo famoso caso ho conosciuto i dirigenti della Panini che me ne hanno fornite un po’. Le regalo ai bambini delle scuole calcio. Una però è originale, io stesso l’ho ricevuta dopo sessant’anni".

In che modo?
"Me l’ha regalata un professore di Avellino. Mi ha assicurato di averla presa quell’anno. Mistero risolto. Spero però di non essere ricordato soltanto come la figurina leggendaria. Ho giocato vent’anni, per altri dieci sono stato dirigente nel settore giovanile dell’Atalanta. Ho lanciato tra gli altri Donadoni, Tacchinardi, Locatelli. Il calcio era una passione, per fortuna è diventata un lavoro".

Presto potremmo ritrovarci a parlare anche di un altro Pizzaballa.
"Magari stavolta gli regalo la mia figurina".