A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Fabrizio Biasin, giornalista di "Libero Quotidiano":
Quali saranno le scelte di Inzaghi?
"A parte Dumfries ancora infortunato, le scelte saranno le solite. Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni; Darmian, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Lautaro Martinez, Thuram. Il dubbio a sinistra si è risolto in favore di Dimarco, con Carlos Augusto che partirà dalla panchina".
Se dovesse quantificare in percentuale le possibilità dell’Inter di passare il turno questa sera, cosa direbbe?
"Allora, ovviamente l'Inter si è guadagnata una buona possibilità grazie alla vittoria dell’andata per 2-1. Se prima dell’inizio della qualificazione le chance erano 50 e 50, adesso credo che l’Inter abbia un vantaggio: diciamo 60-40. Detto questo, i quarti di finale di ieri sera ci hanno insegnato che non esistono partite già decise dopo 90 minuti. Nei quarti di Champions ogni sfida è una battaglia vera. Quindi, sì, c’è un vantaggio acquisito, ma non basta per dire che il turno sia superato. Sarà una partita molto combattuta".
In vista del campionato, se l’Inter dovesse passare il turno, rischierebbe di perdere energie fisiche nella prossima sfida contro il Bologna?
"Io la vedo al contrario. Se arrivi a questo punto della stagione e riesci a passare il turno, ti dimentichi pure della stanchezza. Non so se riesco a spiegarmi. Se invece non passi, il contraccolpo psicologico potrebbe essere pesante, difficile da gestire. È evidente che, se prosegui in Champions, avrai la mente anche sulla semifinale – magari contro il Barcellona – ma è anche vero che andare avanti ti dà la forza per reggere tutto. Uscire, invece, rischia di avere ripercussioni anche in campionato".
Parlando da tifoso, crede che esistano possibilità concrete per l’Inter di bissare lo storico Triplete di Mourinho?
"No, sinceramente non credo sia fattibile. Lo dice la storia: è successo una sola volta in Italia, e perché si sono incastrate una serie di situazioni particolari. A livello mediatico si è generata questa suggestione, ma proprio per logica è una cosa molto difficile da realizzare. L’Inter, ovviamente, farà il massimo per arrivare in fondo a tutte le competizioni, ma penso sia improbabile che riesca a vincerle tutte".
L’Inter è in vantaggio nella corsa scudetto. È giusto considerarla favorita o teme una rimonta da parte del Napoli?
"Ho visto un grande Napoli l’altra sera. Mi sembra che abbia trovato il ritmo giusto per affrontare questo finale di stagione, anche grazie a un giocatore che conosco bene: Lukaku. Mi è piaciuto moltissimo. Al netto delle critiche ingenerose che ha ricevuto quest’anno, mi sembra davvero sul pezzo. Con questo calendario, credo che il Napoli possa chiuderla molto bene facendo sei vittorie di fila, ne ha la possibilità. L’Inter dovrà stare attenta. Tre punti sono un vantaggio, ma non un margine ampio. In realtà, secondo me, in questo momento non c’è una vera favorita: l’Inter ha il calendario più complicato, il Napoli insegue, quindi non escludo neanche uno spareggio finale".
Ad oggi, in caso di spareggio, si giocherebbe a Milano, corretto?
"Probabilmente sì, e penso che a tutti verrebbero una serie di attacchi cardiaci, perché sarebbe difficilissimo da reggere. Però aspettiamo: c’è ancora tanto tempo prima di arrivare a parlare seriamente di spareggi. So che si giocherebbe in casa della squadra con la miglior differenza reti – quindi, al momento, l’Inter. Presumo quindi a Milano, ma su come funzionerebbe la questione tifosi, non ho idea. Attendiamo".
Perché Conte mantiene tutto questo riserbo sul proprio futuro? Non le chiedo se andrà via o resterà, ma come interpreta il suo atteggiamento?
"Lo fa sempre, storicamente. Preferisce mantenere questo alone di mistero, così può restare concentrato sull’obiettivo stagionale. Se lo chiedi a me, penso che resterà a Napoli. Non è uno che se ne va dopo un solo anno. E poi, oggi tutti danno per scontato che andare via da Napoli significhi trovare qualcosa di meglio, ma in Serie A non ci sono molte soluzioni migliori. Quante società ti permettono di lavorare su un mercato importante, con una squadra competitiva e un ambiente gestibile? Poche. Quindi, secondo me, alla fine Conte resterà lì: non c’è un progetto migliore di quello del Napoli".