A "1 Football Night", su 1 Station Radio, è intervenuto il giornalista Arturo Minervini.
Qual è il reparto che il Napoli dovrebbe rinforzare maggiormente?
"L'attacco. Credo che, una volta perso Kvaratskhelia, una volta ceduto Simeone e presa poi una decisione definitiva su Raspadori, si debba intervenire lì davanti. Quello che è successo ieri è emblematico anche per il futuro di Raspadori, perché nel progetto del Napoli credo ci sia ancora il 4-3-3. Ci sono troppi giocatori funzionali a quel modulo, mentre Raspadori non lo è, quindi bisogna un po' resettare il reparto offensivo. Probabilmente resteranno Lukaku, Neres e Politano, mentre Ngonge è un giocatore che ha già la valigia in mano da tempo. Secondo me, bisogna acquistare tre attaccanti: due esterni e un centravanti almeno. Poi, ovviamente, se a centrocampo ci saranno delle uscite, bisognerà intervenire. Sappiamo che Frank Anguissa ultimamente ha mostrato un certo malcontento. Vediamo se poi Conte riuscirà a farlo rientrare. Se così non fosse, anche lì bisognerebbe fare delle valutazioni. Per fortuna, e questo mi fa piacere, abbiamo scoperto un Billy Gilmour che può essere un riferimento sia per il presente che per il futuro".
Come interpreta tutto questo alone di mistero che Antonio Conte crea attorno al suo futuro? Che sensazioni le dà?
"Conte è sempre stato così, non è un atteggiamento nuovo. Non sono né preoccupato né tranquillo, perché parliamo di un allenatore che ha lasciato l’Inter anche dopo aver detto che sarebbe rimasto. La stagione era già iniziata, poi se ne andò quando non gli comprarono i giocatori che voleva. Il nodo della questione, secondo me, è capire se il Napoli gli darà la possibilità di essere realmente competitivo. Gli verranno garantiti gli acquisti promessi? Se sì, credo che Conte possa restare. Si parla di Juventus e Milan, che sicuramente lo vorrebbero, ma non so se, dopo solo un anno, lui voglia già lasciare Napoli. Se gli daranno gli strumenti giusti, se la giocherà. Poi tutto può cambiare: se dovesse vincere lo Scudetto, allora potrei pensare che voglia andarsene da eroe assoluto per cogliere altre opportunità. Però c'è una cosa che non mi piace: la comunicazione della società, nella persona di Manna. Conte fa il suo e dice ‘vediamo’, ma è la società che dovrebbe essere chiara. Il messaggio da dare è semplice: Conte ha due anni di contratto, punto. Non c'è bisogno di aggiungere altro".
Continuerebbe a puntare su Meret?
"Di Meret ricordo pochissime sbavature quest'anno. Forse, anzi, sicuramente, l'errore sul tiro di Calhanoglu a San Siro contro l'Inter, ma per il resto ha fatto molto bene. Sta migliorando anche sui rigori, che è un aspetto importante per un portiere. Sul piano emotivo, poi, lo vedo sempre più coinvolto con la piazza. Ieri, al fischio finale, ha esultato con grande trasporto sotto la curva. Sarebbe un peccato perderlo a parametro zero dopo averci creduto e averlo aspettato. Se fossi nella società, gli darei continuità. Poi dipenderà anche dall'allenatore, perché spesso la scelta di un portiere è legata alle preferenze tattiche di chi guida la squadra. Si è parlato di Milinkovic-Savic, che è un profilo diverso, ma io darei ancora fiducia ad Alex".
Punterebbe ancora su Lukaku come prima punta titolare per la prossima stagione?
"Il dato su Lukaku è incredibile: tutte le volte che ha segnato, il Napoli ha vinto. Questo è un segnale importante. Certo, ci si aspettava qualche gol in più, ma bisogna anche chiedersi cosa la squadra abbia fatto per metterlo nelle condizioni ideali per segnare con continuità. Lukaku ha dato tanto alla squadra in termini di gol e assist, ma il Napoli ha fatto abbastanza per supportarlo? Secondo me, la bilancia pende più dalla parte di Lukaku che da quella della squadra, per le occasioni che gli sono state costruite. Detto ciò, io lo terrei assolutamente. È un giocatore validissimo, ma gli affiancherei un altro attaccante di alto livello. Oggi, se potessi, pagherei i 52 milioni della clausola per portare Kean a Napoli".
Il cosiddetto albero di Natale, ovvero 4-2-3-1, potrebbe essere una soluzione per il Napoli?
"Ni. Questa squadra respira il 4-3-3. La sua forza sta nelle corsie esterne, mentre con il 4-3-2-1 il gioco diventerebbe troppo centrale. Non a caso, il Milan di Ancelotti poteva permetterselo perché aveva due fenomeni come Kakà e Seedorf dietro la punta. Erano giocatori che oggi probabilmente dominerebbero il calcio mondiale. Il Napoli, invece, ha bisogno di esterni che si allargano, aspettano la sovrapposizione dei terzini e danno ampiezza al gioco. Il Napoli più bello è stato quello di Sarri e di Spalletti, proprio perché sfruttava queste dinamiche. Quindi, personalmente, non cambierei il modulo".
di Napoli Magazine
31/03/2025 - 23:16
A "1 Football Night", su 1 Station Radio, è intervenuto il giornalista Arturo Minervini.
Qual è il reparto che il Napoli dovrebbe rinforzare maggiormente?
"L'attacco. Credo che, una volta perso Kvaratskhelia, una volta ceduto Simeone e presa poi una decisione definitiva su Raspadori, si debba intervenire lì davanti. Quello che è successo ieri è emblematico anche per il futuro di Raspadori, perché nel progetto del Napoli credo ci sia ancora il 4-3-3. Ci sono troppi giocatori funzionali a quel modulo, mentre Raspadori non lo è, quindi bisogna un po' resettare il reparto offensivo. Probabilmente resteranno Lukaku, Neres e Politano, mentre Ngonge è un giocatore che ha già la valigia in mano da tempo. Secondo me, bisogna acquistare tre attaccanti: due esterni e un centravanti almeno. Poi, ovviamente, se a centrocampo ci saranno delle uscite, bisognerà intervenire. Sappiamo che Frank Anguissa ultimamente ha mostrato un certo malcontento. Vediamo se poi Conte riuscirà a farlo rientrare. Se così non fosse, anche lì bisognerebbe fare delle valutazioni. Per fortuna, e questo mi fa piacere, abbiamo scoperto un Billy Gilmour che può essere un riferimento sia per il presente che per il futuro".
Come interpreta tutto questo alone di mistero che Antonio Conte crea attorno al suo futuro? Che sensazioni le dà?
"Conte è sempre stato così, non è un atteggiamento nuovo. Non sono né preoccupato né tranquillo, perché parliamo di un allenatore che ha lasciato l’Inter anche dopo aver detto che sarebbe rimasto. La stagione era già iniziata, poi se ne andò quando non gli comprarono i giocatori che voleva. Il nodo della questione, secondo me, è capire se il Napoli gli darà la possibilità di essere realmente competitivo. Gli verranno garantiti gli acquisti promessi? Se sì, credo che Conte possa restare. Si parla di Juventus e Milan, che sicuramente lo vorrebbero, ma non so se, dopo solo un anno, lui voglia già lasciare Napoli. Se gli daranno gli strumenti giusti, se la giocherà. Poi tutto può cambiare: se dovesse vincere lo Scudetto, allora potrei pensare che voglia andarsene da eroe assoluto per cogliere altre opportunità. Però c'è una cosa che non mi piace: la comunicazione della società, nella persona di Manna. Conte fa il suo e dice ‘vediamo’, ma è la società che dovrebbe essere chiara. Il messaggio da dare è semplice: Conte ha due anni di contratto, punto. Non c'è bisogno di aggiungere altro".
Continuerebbe a puntare su Meret?
"Di Meret ricordo pochissime sbavature quest'anno. Forse, anzi, sicuramente, l'errore sul tiro di Calhanoglu a San Siro contro l'Inter, ma per il resto ha fatto molto bene. Sta migliorando anche sui rigori, che è un aspetto importante per un portiere. Sul piano emotivo, poi, lo vedo sempre più coinvolto con la piazza. Ieri, al fischio finale, ha esultato con grande trasporto sotto la curva. Sarebbe un peccato perderlo a parametro zero dopo averci creduto e averlo aspettato. Se fossi nella società, gli darei continuità. Poi dipenderà anche dall'allenatore, perché spesso la scelta di un portiere è legata alle preferenze tattiche di chi guida la squadra. Si è parlato di Milinkovic-Savic, che è un profilo diverso, ma io darei ancora fiducia ad Alex".
Punterebbe ancora su Lukaku come prima punta titolare per la prossima stagione?
"Il dato su Lukaku è incredibile: tutte le volte che ha segnato, il Napoli ha vinto. Questo è un segnale importante. Certo, ci si aspettava qualche gol in più, ma bisogna anche chiedersi cosa la squadra abbia fatto per metterlo nelle condizioni ideali per segnare con continuità. Lukaku ha dato tanto alla squadra in termini di gol e assist, ma il Napoli ha fatto abbastanza per supportarlo? Secondo me, la bilancia pende più dalla parte di Lukaku che da quella della squadra, per le occasioni che gli sono state costruite. Detto ciò, io lo terrei assolutamente. È un giocatore validissimo, ma gli affiancherei un altro attaccante di alto livello. Oggi, se potessi, pagherei i 52 milioni della clausola per portare Kean a Napoli".
Il cosiddetto albero di Natale, ovvero 4-2-3-1, potrebbe essere una soluzione per il Napoli?
"Ni. Questa squadra respira il 4-3-3. La sua forza sta nelle corsie esterne, mentre con il 4-3-2-1 il gioco diventerebbe troppo centrale. Non a caso, il Milan di Ancelotti poteva permetterselo perché aveva due fenomeni come Kakà e Seedorf dietro la punta. Erano giocatori che oggi probabilmente dominerebbero il calcio mondiale. Il Napoli, invece, ha bisogno di esterni che si allargano, aspettano la sovrapposizione dei terzini e danno ampiezza al gioco. Il Napoli più bello è stato quello di Sarri e di Spalletti, proprio perché sfruttava queste dinamiche. Quindi, personalmente, non cambierei il modulo".