Calcio
L'ATTORE - Ghini: "Roma? Bisogna dare tempo a Mourinho"
25.11.2021 12:16 di Napoli Magazine

Massimo Ghini, intervistato ai microfoni de “il Diabolico e il Divino”, trasmissione in onda su New Sound Level 90FM, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

 

Come vivi le difficoltà della Roma di questi ultimi anni?

 

Penso che per chi come me ha vissuto gli anni difficili della Roma, ma nonostante questo molto belli perché c’era un sentimento fortissimo per la Rometta, la soddisfazione di una partita vinta era superiore a quella che possiamo avere oggi. Il calcio come tutte le cose ha subito una contaminazione, ma all’epoca eravamo talmente poco abituati a vincere le partite che vincere portava una soddisfazione enorme. Ora come ora manca il tempo della riflessione, dello sfottò, perché si gioca ogni due giorni e quindi anche i sentimenti sono un po’ attenuati.

 

Hai conosciuto Paulo Roberto Falcao?

 

Voglio raccontare un aneddoto. Io ero all’inizio della mia carriera e stavo lavorando a uno spettacolo teatrale molto molto importante, che fu visto anche dal presidente della Repubblica. Noi eravamo nei camerini che aspettavamo l’inizio dello spettacolo, che è il momento più difficile. A un certo punto, dal brusio classico della sala, sentiamo da dietro le quinte salire una specie di boato perché era entrato in sala il Presidente Pertini. Passano cinque minuti e risentiamo un altro boato. A quel punto io chiesi “chi è entrato?”. Uno del teatro mi disse che era arrivato Falcao, accompagnato da un enorme affetto e accolto in tripudio. In quell’occasione ebbi anche la possibilità di conoscerlo. Rimasi anche abbastanza impressionato dal fatto che un calciatore fosse venuto al Teatro Quirino a vedere quello spettacolo. Ha cambiato la storia della Roma.

 

 Che pensi della Roma di oggi?

 

Il problema della Roma è che tutti pensano di sapere tutto. Io quando parlo della Roma provo a parlare solo della Roma, senza entrare in questioni tecniche o economiche di cui so molto poco. Rispetto alla squadra di adesso e rispetto ad alcune difficoltà che stiamo attraversando io nutro una certa fiducia, perché credo che tutte le cose abbiano bisogno di tempo, volontà e determinazione. Abbiamo un allenatore che è arrivato qui chiedendo tempo, dobbiamo cercare di mantenere l’idea che questa squadra viene da anni di distruzione, abbiamo dato via molti giocatori importanti, la gestione presidenziale passata non si può neanche commentare e tutte queste cose messe insieme non hanno creato i presupposti per una squadra vincente. Oggi invece mi sembra che si stia provando a definire una struttura importante, sia in società che in panchina, per tentare di costruire un progetto vincente. La squadra ha bisogno di rendersi conto della propria potenzialità, l’allenatore ha bisogno di entrare nella testa del giocatore dopo essere entrato nel cuore dei calciatori e poi ha bisogno di qualche calciatore che alzi il livello, anche se secondo me presi singolarmente i giovani della Roma sono molto interessanti. Ho solo un po’ paura che un uomo abituato ad avere giocatori pronti per vincere subito possa stancarsi o essere in difficoltà nell’aspettare la realizzazione di un progetto.

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L'ATTORE - Ghini: "Roma? Bisogna dare tempo a Mourinho"

di Napoli Magazine

25/11/2024 - 12:16

Massimo Ghini, intervistato ai microfoni de “il Diabolico e il Divino”, trasmissione in onda su New Sound Level 90FM, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

 

Come vivi le difficoltà della Roma di questi ultimi anni?

 

Penso che per chi come me ha vissuto gli anni difficili della Roma, ma nonostante questo molto belli perché c’era un sentimento fortissimo per la Rometta, la soddisfazione di una partita vinta era superiore a quella che possiamo avere oggi. Il calcio come tutte le cose ha subito una contaminazione, ma all’epoca eravamo talmente poco abituati a vincere le partite che vincere portava una soddisfazione enorme. Ora come ora manca il tempo della riflessione, dello sfottò, perché si gioca ogni due giorni e quindi anche i sentimenti sono un po’ attenuati.

 

Hai conosciuto Paulo Roberto Falcao?

 

Voglio raccontare un aneddoto. Io ero all’inizio della mia carriera e stavo lavorando a uno spettacolo teatrale molto molto importante, che fu visto anche dal presidente della Repubblica. Noi eravamo nei camerini che aspettavamo l’inizio dello spettacolo, che è il momento più difficile. A un certo punto, dal brusio classico della sala, sentiamo da dietro le quinte salire una specie di boato perché era entrato in sala il Presidente Pertini. Passano cinque minuti e risentiamo un altro boato. A quel punto io chiesi “chi è entrato?”. Uno del teatro mi disse che era arrivato Falcao, accompagnato da un enorme affetto e accolto in tripudio. In quell’occasione ebbi anche la possibilità di conoscerlo. Rimasi anche abbastanza impressionato dal fatto che un calciatore fosse venuto al Teatro Quirino a vedere quello spettacolo. Ha cambiato la storia della Roma.

 

 Che pensi della Roma di oggi?

 

Il problema della Roma è che tutti pensano di sapere tutto. Io quando parlo della Roma provo a parlare solo della Roma, senza entrare in questioni tecniche o economiche di cui so molto poco. Rispetto alla squadra di adesso e rispetto ad alcune difficoltà che stiamo attraversando io nutro una certa fiducia, perché credo che tutte le cose abbiano bisogno di tempo, volontà e determinazione. Abbiamo un allenatore che è arrivato qui chiedendo tempo, dobbiamo cercare di mantenere l’idea che questa squadra viene da anni di distruzione, abbiamo dato via molti giocatori importanti, la gestione presidenziale passata non si può neanche commentare e tutte queste cose messe insieme non hanno creato i presupposti per una squadra vincente. Oggi invece mi sembra che si stia provando a definire una struttura importante, sia in società che in panchina, per tentare di costruire un progetto vincente. La squadra ha bisogno di rendersi conto della propria potenzialità, l’allenatore ha bisogno di entrare nella testa del giocatore dopo essere entrato nel cuore dei calciatori e poi ha bisogno di qualche calciatore che alzi il livello, anche se secondo me presi singolarmente i giovani della Roma sono molto interessanti. Ho solo un po’ paura che un uomo abituato ad avere giocatori pronti per vincere subito possa stancarsi o essere in difficoltà nell’aspettare la realizzazione di un progetto.