Calcio
L'EX - Zoff: "Nel '73 a Wembley ci gridavano 'camerieri', non sapevano che così ci caricavano"
10.07.2021 23:01 di Napoli Magazine
Dino Zoff, ex portiere dell'Italia campione del mondo a Spagna 1982, ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera: "Come si vince a Wembley? Come dicono nei film western: cuore caldo e sangue freddo. Anche se quella volta nel 1973 era più difficile. All’ingresso in campo ci gridavano camerieri, perché Chinaglia in Inghilterra aveva servito ai tavoli davvero quando era ragazzo. Come se fosse un’offesa. Gli inglesi non li avevamo mai battuti, loro si sentivano ancora depositari del gioco. Wembley era una specie di tempio proibito. Erano altri tempi, era un altro mondo. Ci chiamavano camerieri, sì, pensando di offenderci, ma non sapevano che non c’era modo migliore per caricare un italiano che farlo arrabbiare. Fu una vittoria epocale, quell’impresa ci diede la convinzione che potevamo battere chiunque. Certo, era solo un’amichevole, mentre domenica c’è in ballo un Europeo. Stavolta conta di più". Partono favoriti gli inglesi? Favorito o sfavorito è solo un giochino vostro, conta poco o niente. Sì, certo, loro giocano in casa, col pubblico, quindi possiamo anche darli per favoriti. Ma noi possiamo batterli, perché non siamo assolutamente inferiori, anzi. Abbiamo qualità, esperienza, carattere. Possiamo vincere, ho grande fiducia. Insigne e Jorginho? Mi sta sorprendendo il gruppo. Non è una risposta così, non è che non voglio fare nomi. Ma credo che la differenza di questa squadra, la sua forza, sia il gruppo. Chi entra, dà il massimo. Si percepisce armonia, lavoro collettivo, senso dell’impresa. C’è voglia di sorprendere".
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L'EX - Zoff: "Nel '73 a Wembley ci gridavano 'camerieri', non sapevano che così ci caricavano"

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10/07/2021 - 23:01

Dino Zoff, ex portiere dell'Italia campione del mondo a Spagna 1982, ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera: "Come si vince a Wembley? Come dicono nei film western: cuore caldo e sangue freddo. Anche se quella volta nel 1973 era più difficile. All’ingresso in campo ci gridavano camerieri, perché Chinaglia in Inghilterra aveva servito ai tavoli davvero quando era ragazzo. Come se fosse un’offesa. Gli inglesi non li avevamo mai battuti, loro si sentivano ancora depositari del gioco. Wembley era una specie di tempio proibito. Erano altri tempi, era un altro mondo. Ci chiamavano camerieri, sì, pensando di offenderci, ma non sapevano che non c’era modo migliore per caricare un italiano che farlo arrabbiare. Fu una vittoria epocale, quell’impresa ci diede la convinzione che potevamo battere chiunque. Certo, era solo un’amichevole, mentre domenica c’è in ballo un Europeo. Stavolta conta di più". Partono favoriti gli inglesi? Favorito o sfavorito è solo un giochino vostro, conta poco o niente. Sì, certo, loro giocano in casa, col pubblico, quindi possiamo anche darli per favoriti. Ma noi possiamo batterli, perché non siamo assolutamente inferiori, anzi. Abbiamo qualità, esperienza, carattere. Possiamo vincere, ho grande fiducia. Insigne e Jorginho? Mi sta sorprendendo il gruppo. Non è una risposta così, non è che non voglio fare nomi. Ma credo che la differenza di questa squadra, la sua forza, sia il gruppo. Chi entra, dà il massimo. Si percepisce armonia, lavoro collettivo, senso dell’impresa. C’è voglia di sorprendere".