A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Ariedo Braida, direttore sportivo ex Milan e Barcellona:
Ad oggi ritiene che il Barcellona sia favorito per la vittoria della Champions League?
"Non lo possiamo dire. A questi livelli le partite sono delicatissime, complicate, molto difficili. A livello internazionale, in Champions League, quando si arriva ai quarti o alle semifinali, si trovano le migliori squadre. È chiaro che tutto diventa complicato, anche quando si parte da un risultato favorevole. L’Aston Villa, per esempio, è andato vicino a ribaltare la partita, e il PSG, pur avendo una qualità enorme e giocatori di altissimo livello, ha sofferto tantissimo per passare il turno. Anche il Borussia Dortmund, che all’andata sembrava una squadra abbordabile, ha messo in difficoltà il Barcellona al ritorno. È diventato tutto complicato. Quindi è una Champions molto incerta, fare pronostici oggi è davvero difficile. Vediamo stasera cosa succederà tra Real-Arsenal e Inter-Bayern. Saranno scontri di altissimo livello e sarà difficile indicare una favorita. Oggi, fare ipotesi è davvero azzardato".
Il Paris Saint-Germain ieri è stato tenuto in piedi da Gigio Donnarumma, che lei conosce molto bene. È il portiere più forte al mondo attualmente?
"Dal mio punto di vista, sì. Anche se devo dire che il portiere del Real Madrid, Courtois, è un grandissimo portiere. Però Donnarumma ieri ha salvato il PSG in più occasioni. È davvero un gigante tra i pali, copre la porta in modo incredibile. Se il PSG ha passato il turno, lo deve quasi esclusivamente a lui."
Settimana scorsa è stato pubblicato il report dell’osservatorio CIES che ha indicato Donnarumma come il miglior portiere al mondo da marzo 2024 a marzo 2025. Nello stesso report, Alex Meret è risultato fuori dalla top 100. Si discute il suo rinnovo con il Napoli: se fosse in loro, continuerebbe con lui o cercherebbe alternative?
"In questo momento, nel calcio, anche quando si ha un top player, c’è sempre qualcuno più bravo, ma bisogna avere la capacità di trovarlo. Meret è un buon portiere, lo ha dimostrato in varie occasioni. Sostituirlo si può, ma non è semplice. Se ce l’hai e ti fidi, io lo terrei. Dipende dalla fiducia che la società ha in lui. Se ci credi, lo tieni, anche sapendo che qualche errore può capitare. Ci sono annate fortunate e altre meno. A volte, un errore decisivo ti segna una stagione, altre volte, come ieri Donnarumma, una prestazione ti esalta".
Restando a Parigi: quanto ha perso il Napoli cedendo Kvaratskhelia a gennaio?
"A mio avviso ha perso tantissimo. È difficile quantificare, ma per me è stata una perdita grave. Giocatori come lui, in quel ruolo, non ce ne sono tanti. In Spagna li chiamano ‘gli estremi’, e sono pochi. Personalmente, quando lavoravo al Barcellona, mi piaceva il modulo 4-3-3, ma per farlo servono esterni fortissimi e molto veloci. Non è semplice trovarli. Per questo, uno come Kvaratskhelia faceva la differenza".
Perché Conte mantiene tutto questo riserbo sul proprio futuro?
"Lui è un tipo particolare, ma è un allenatore vincente. A mio avviso cerca sempre di vincere, è uno dei miei tecnici preferiti. Gliel’ho anche detto: se avessi lavorato ancora al Milan, lo avrei preso con me ad ogni costo. Per me è un allenatore che porta un grande valore aggiunto. Al Napoli ha saputo ridare smalto e slancio a una squadra che non era facile da gestire o da capire. Per me ha fatto un grande lavoro e, come lui, al mondo ci sono solo Ancelotti e pochissimi altri".