A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Carlo Tarallo, giornalista del quotidiano "La Verità":
La Juventus è stata fortunata contro il Venezia?
“Molto, però alla fine non è servito a nulla. Lì c'è un ambiente che non funziona. Ricordo ancora quando la Juventus prese un allenatore “giochista” dal Bologna, Gigi Maifredi, negli anni '90. Era biondo, fece poche partite, venne esonerato rapidamente dopo una serie di disastri. È lo stesso ambiente che continua a mostrare una gestione non all’altezza, come abbiamo visto anche con Vlahovic sotto la curva. Evidentemente ci sono problemi societari profondi ai quali l’ottimo Giuntoli non sta trovando soluzioni”.
Dunque, esclude già la Juventus dalla corsa scudetto?
"Assolutamente sì. Con i ritmi che tengono Inter, Atalanta e anche il Napoli, la Juventus non può competere. Prendiamo il Napoli: quando inciampa, come nel doppio passo falso contro la Lazio, reagisce con forza e determinazione. Lo abbiamo visto a Udine, con una grande risposta dopo un primo tempo chiuso in svantaggio immeritato. Questo dimostra che le energie mentali ci sono, e anche la rosa ha qualità. Hanno superato il primo momento critico della stagione, tornando a navigare con sicurezza".
Nel contesto della mini-crisi con la doppia sconfitta contro la Lazio, la reazione così forte a Udine cosa ci dice? Di cosa c'è bisogno per una risposta del genere?
"Ci vuole convinzione. Oltre al lavoro tattico e atletico, è fondamentale credere in sé stessi. È il valore aggiunto di un tecnico come Conte, uno che riesce sempre a far sentire i suoi giocatori i migliori del mondo, anche quando non lo sono. Questa sicurezza ti permette di giocare meglio, senza paura. Quando sei spaventato, scegli sempre l'opzione più sicura, ma con Conte in panchina vedi un Napoli che gioca con coraggio. È chiaro che c'è anche tanto lavoro alle spalle, con movimenti e schemi provati e riprovati in allenamento".
Anche Conte ha ricevuto critiche dopo la doppia sconfitta con la Lazio. Lei cosa ne pensa?
“Anche lui sbaglia, non è infallibile. L’ho detto anche settimana scorsa. Però va riconosciuto che è sempre pronto a isolare la squadra dalle critiche e mantenerla concentrata. Dopo quelle sconfitte, è riuscito a trasformare la settimana in un’occasione per ricompattare il gruppo e ripartire".
Bijol è davvero il difensore giusto per il Napoli?
"Non sono convinto. Lo vedo più come un’alternativa dignitosa, ma non come un titolare. Quando ho visto Lukaku seminargli il passo, ho capito che non è quel tipo di giocatore che può mettere in difficoltà Conte nelle scelte. Certo, può essere utile, ma non lo vedo come un difensore decisivo".
Politano è stato criticato da alcuni tifosi sui social. Lei cosa ne pensa?
"Non credo che il vero tifoso napoletano ce l’abbia con Politano. Napoli è una città che vive di calcio, ne parla ogni giorno. Le critiche sui social sono un’altra storia, spesso amplificate da una minoranza. Politano, nonostante le difficoltà, ha sempre dato tutto. L’anno scorso non aveva alternative e ha giocato quasi tutte le partite, e ora sta mostrando un buon livello. Per me, non c’è nulla da rimproverargli. Ciò che accade sui social deve restare in quel contesto, perché non rispecchia la realtà e non è nemmeno il caso di dargli importanza. Ci sono personaggi che nascono sui social e vengono seguiti solo lì, bravi ad orientare il proprio pubblico verso critiche o gradimenti”.
Cosa pensa del ritorno di Ranieri in panchina?
"Ranieri è uno che non si tira mai indietro. Ha accettato sfide difficili, e si vede che crede nel lavoro che fa. Certo, alla Roma si trova in un ambiente complicato, molto simile a quello del Napoli dell’anno scorso, con poca serenità e una gestione traballante. Sta cercando di tenere insieme i pezzi, ma sarà una lotta dura fino alla fine. Ranieri è spesso considerato un tecnico capace di lavorare bene nelle difficoltà. Ha dimostrato di essere un grande motivatore e un uomo che non si arrende mai, ma alcune sfide, come quella alla Roma, sembrano davvero proibitive, perché mi sembra che i primi a non crederci siano proprio i calciatori, lo si evince da situazioni tipo il gol di Gabrielloni. Vedremo se riuscirà a dare una svolta, ma non sarà facile".
di Napoli Magazine
16/12/2024 - 12:18
A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Carlo Tarallo, giornalista del quotidiano "La Verità":
La Juventus è stata fortunata contro il Venezia?
“Molto, però alla fine non è servito a nulla. Lì c'è un ambiente che non funziona. Ricordo ancora quando la Juventus prese un allenatore “giochista” dal Bologna, Gigi Maifredi, negli anni '90. Era biondo, fece poche partite, venne esonerato rapidamente dopo una serie di disastri. È lo stesso ambiente che continua a mostrare una gestione non all’altezza, come abbiamo visto anche con Vlahovic sotto la curva. Evidentemente ci sono problemi societari profondi ai quali l’ottimo Giuntoli non sta trovando soluzioni”.
Dunque, esclude già la Juventus dalla corsa scudetto?
"Assolutamente sì. Con i ritmi che tengono Inter, Atalanta e anche il Napoli, la Juventus non può competere. Prendiamo il Napoli: quando inciampa, come nel doppio passo falso contro la Lazio, reagisce con forza e determinazione. Lo abbiamo visto a Udine, con una grande risposta dopo un primo tempo chiuso in svantaggio immeritato. Questo dimostra che le energie mentali ci sono, e anche la rosa ha qualità. Hanno superato il primo momento critico della stagione, tornando a navigare con sicurezza".
Nel contesto della mini-crisi con la doppia sconfitta contro la Lazio, la reazione così forte a Udine cosa ci dice? Di cosa c'è bisogno per una risposta del genere?
"Ci vuole convinzione. Oltre al lavoro tattico e atletico, è fondamentale credere in sé stessi. È il valore aggiunto di un tecnico come Conte, uno che riesce sempre a far sentire i suoi giocatori i migliori del mondo, anche quando non lo sono. Questa sicurezza ti permette di giocare meglio, senza paura. Quando sei spaventato, scegli sempre l'opzione più sicura, ma con Conte in panchina vedi un Napoli che gioca con coraggio. È chiaro che c'è anche tanto lavoro alle spalle, con movimenti e schemi provati e riprovati in allenamento".
Anche Conte ha ricevuto critiche dopo la doppia sconfitta con la Lazio. Lei cosa ne pensa?
“Anche lui sbaglia, non è infallibile. L’ho detto anche settimana scorsa. Però va riconosciuto che è sempre pronto a isolare la squadra dalle critiche e mantenerla concentrata. Dopo quelle sconfitte, è riuscito a trasformare la settimana in un’occasione per ricompattare il gruppo e ripartire".
Bijol è davvero il difensore giusto per il Napoli?
"Non sono convinto. Lo vedo più come un’alternativa dignitosa, ma non come un titolare. Quando ho visto Lukaku seminargli il passo, ho capito che non è quel tipo di giocatore che può mettere in difficoltà Conte nelle scelte. Certo, può essere utile, ma non lo vedo come un difensore decisivo".
Politano è stato criticato da alcuni tifosi sui social. Lei cosa ne pensa?
"Non credo che il vero tifoso napoletano ce l’abbia con Politano. Napoli è una città che vive di calcio, ne parla ogni giorno. Le critiche sui social sono un’altra storia, spesso amplificate da una minoranza. Politano, nonostante le difficoltà, ha sempre dato tutto. L’anno scorso non aveva alternative e ha giocato quasi tutte le partite, e ora sta mostrando un buon livello. Per me, non c’è nulla da rimproverargli. Ciò che accade sui social deve restare in quel contesto, perché non rispecchia la realtà e non è nemmeno il caso di dargli importanza. Ci sono personaggi che nascono sui social e vengono seguiti solo lì, bravi ad orientare il proprio pubblico verso critiche o gradimenti”.
Cosa pensa del ritorno di Ranieri in panchina?
"Ranieri è uno che non si tira mai indietro. Ha accettato sfide difficili, e si vede che crede nel lavoro che fa. Certo, alla Roma si trova in un ambiente complicato, molto simile a quello del Napoli dell’anno scorso, con poca serenità e una gestione traballante. Sta cercando di tenere insieme i pezzi, ma sarà una lotta dura fino alla fine. Ranieri è spesso considerato un tecnico capace di lavorare bene nelle difficoltà. Ha dimostrato di essere un grande motivatore e un uomo che non si arrende mai, ma alcune sfide, come quella alla Roma, sembrano davvero proibitive, perché mi sembra che i primi a non crederci siano proprio i calciatori, lo si evince da situazioni tipo il gol di Gabrielloni. Vedremo se riuscirà a dare una svolta, ma non sarà facile".