Partiamo dal risultato: il pari è giusto, ci sta. Certo, se Calhanoglu... Ma allora: se Simeone... Appunto, via di questo passo non ne usciremmo più: perché a ognuno andrebbe il suo, con reciproci rimpianti e reciproche recriminazioni. Usciamo allora dall'impasse con un'altra considerazione. Nessun dubbio che il punto sia più gradito al Napoli che non all'Inter. Conte esce indenne da San Siro, con la conferma di aver annullato il gap con i campioni d'Italia e ancora in vetta alla classifica. Alla terza pausa del campionato non è poca cosa: gli azzurri hanno 5 punti in più rispetto all'anno scorso, i nerazzurri invece 6 in meno. E, sponda Inzaghi, questi numeri evidenziamo un secondo dato: quello di ieri è stato il quarto scontro diretto (Atalanta, Milan, Juve e, appunto, Napoli) e sinora i punti raccolti sono stati "solo" cinque. Ecco perché, ne siamo certi, c'è in fondo molta più amarezza in lui (al di là delle parole di circostanza) che non in Conte.
La partita, poi, è stata in realtà ben giocata: l'Inter, reduce oltretutto dalla Champions, ha reagito con piglio e autorità dopo essere andata sotto. Fisicamente ha tenuto bene, ha rischiato molto poco, a conti fatti solo all'ultimo secondo. Acerbi ha annullato Lukaku, le coppie Pavard-Dumfries e Bastoni-Dimarco, pur senza acuti, hanno fatto il loro. Su Calhanoglu invece che dire? Il pallone calciato sul palo cancella la prodezza dell'1-1 e vale una "condanna"'? Per noi no. Anzi, a centrocampo è stato il solito faro, più lucido di Barella, più preciso di Mkhitaryan. Le insufficienze, semmai, le teniamo per i due attaccanti. E non è poco. Thuram appannato, Lautaro troppo lontano dall'area o troppo frenetico e inconcludente al suo interno. Il problema è che se i due non girano, Inzaghi non ha alternative di livello: Taremi, al di là del minutaggio che di volta in volta gli viene concesso, dà ancora l'idea di non essere parte integrante del progetto, mentre l'apporto di Arnautovic è quasi sempre sotto la linea della sufficienza. Se nel match contro il Napoli c'è un fattore negativo da evidenziare, in particolare, è questo. E, pensando al lavoro di Inzaghi e a quanto gli viene richiesto, si tratta di un problema non facile da risolvere. Tutt'altro.
di Napoli Magazine
11/11/2024 - 21:52
Partiamo dal risultato: il pari è giusto, ci sta. Certo, se Calhanoglu... Ma allora: se Simeone... Appunto, via di questo passo non ne usciremmo più: perché a ognuno andrebbe il suo, con reciproci rimpianti e reciproche recriminazioni. Usciamo allora dall'impasse con un'altra considerazione. Nessun dubbio che il punto sia più gradito al Napoli che non all'Inter. Conte esce indenne da San Siro, con la conferma di aver annullato il gap con i campioni d'Italia e ancora in vetta alla classifica. Alla terza pausa del campionato non è poca cosa: gli azzurri hanno 5 punti in più rispetto all'anno scorso, i nerazzurri invece 6 in meno. E, sponda Inzaghi, questi numeri evidenziamo un secondo dato: quello di ieri è stato il quarto scontro diretto (Atalanta, Milan, Juve e, appunto, Napoli) e sinora i punti raccolti sono stati "solo" cinque. Ecco perché, ne siamo certi, c'è in fondo molta più amarezza in lui (al di là delle parole di circostanza) che non in Conte.
La partita, poi, è stata in realtà ben giocata: l'Inter, reduce oltretutto dalla Champions, ha reagito con piglio e autorità dopo essere andata sotto. Fisicamente ha tenuto bene, ha rischiato molto poco, a conti fatti solo all'ultimo secondo. Acerbi ha annullato Lukaku, le coppie Pavard-Dumfries e Bastoni-Dimarco, pur senza acuti, hanno fatto il loro. Su Calhanoglu invece che dire? Il pallone calciato sul palo cancella la prodezza dell'1-1 e vale una "condanna"'? Per noi no. Anzi, a centrocampo è stato il solito faro, più lucido di Barella, più preciso di Mkhitaryan. Le insufficienze, semmai, le teniamo per i due attaccanti. E non è poco. Thuram appannato, Lautaro troppo lontano dall'area o troppo frenetico e inconcludente al suo interno. Il problema è che se i due non girano, Inzaghi non ha alternative di livello: Taremi, al di là del minutaggio che di volta in volta gli viene concesso, dà ancora l'idea di non essere parte integrante del progetto, mentre l'apporto di Arnautovic è quasi sempre sotto la linea della sufficienza. Se nel match contro il Napoli c'è un fattore negativo da evidenziare, in particolare, è questo. E, pensando al lavoro di Inzaghi e a quanto gli viene richiesto, si tratta di un problema non facile da risolvere. Tutt'altro.