Sei gol in sette partite per Dusan Vlahovic, con la firma da ultimo sulla clamorosa rimonta contro il Borussia Dortmund in Champions, assist finale compreso: dalla panchina per risollevare la Juve e dare anche un senso compiuto alla sua ostinata permanenza in bianconero. Contro tutto e tutti, con il cartello "in vendita" sulla schiena per tutta una lunga e tormentata estate: ma il serbo ha risposto prima col silenzio e poi con i fatti, facendo quel che doveva fare, convincere chi doveva convincere, vale dire Igor Tudor. Il campo, prima di tutto.
Il resto... resta: restano i 12 milioni di ingaggio che la Juve gli deve corrispondere e restano le divergenze con l'attuale dirigenza. La scadenza del contratto è lì, giugno 2026: le distanze, per ora, immutate. Parti irrigidite sulle proprie posizioni da tempo ormai, dialoghi azzerati o quasi. Eppure tutto è possibile, servono aperture, compromessi, ripensamenti.
Dusan sta facendo il suo, i messaggi "calcistici" sono chiari: ora ne servono altri, extra-campo, ma serve pure che la dirigenza juventina sia disposta ad ascoltarli. Tempo al tempo, la missione non è impossibile: a Torino c'è chi giura che uno spiraglio si stia aprendo.
di Napoli Magazine
18/09/2025 - 16:00
Sei gol in sette partite per Dusan Vlahovic, con la firma da ultimo sulla clamorosa rimonta contro il Borussia Dortmund in Champions, assist finale compreso: dalla panchina per risollevare la Juve e dare anche un senso compiuto alla sua ostinata permanenza in bianconero. Contro tutto e tutti, con il cartello "in vendita" sulla schiena per tutta una lunga e tormentata estate: ma il serbo ha risposto prima col silenzio e poi con i fatti, facendo quel che doveva fare, convincere chi doveva convincere, vale dire Igor Tudor. Il campo, prima di tutto.
Il resto... resta: restano i 12 milioni di ingaggio che la Juve gli deve corrispondere e restano le divergenze con l'attuale dirigenza. La scadenza del contratto è lì, giugno 2026: le distanze, per ora, immutate. Parti irrigidite sulle proprie posizioni da tempo ormai, dialoghi azzerati o quasi. Eppure tutto è possibile, servono aperture, compromessi, ripensamenti.
Dusan sta facendo il suo, i messaggi "calcistici" sono chiari: ora ne servono altri, extra-campo, ma serve pure che la dirigenza juventina sia disposta ad ascoltarli. Tempo al tempo, la missione non è impossibile: a Torino c'è chi giura che uno spiraglio si stia aprendo.