Grande successo di pubblico per la mostra Una Nuvola Come Tappeto di Giulia Piscitelli in corso al Museo del Tesoro di San Gennaro. L’esposizione, la cui chiusura era inizialmente prevista il 25 gennaio, è stata prorogata fino a domenica 16 marzo 2025 per consentire al pubblico che lo desidera di poter ammirare le opere dell’artista napoletana.
Dalla Cappella barocca attraversando le Sacrestie e proseguendo nelle sale del museo dove sono custoditi i preziosi doni offerti nei secoli a San Gennaro, la mostra è allestita lungo l’intero percorso museale. L’artista propone tre gruppi di lavori insieme ad un omaggio al Santo Patrono, esposto per la prima volta in assoluto, che rivelano prospettive comuni: l’incontro tra il reale e il divino, quello tra tradizione e contemporaneità, infine tra passato e presente, ma anche l’espressione artistica intesa come messaggio di riflessione sociale e politica tanto più urgente e necessaria in un momento storico di scontri tra popoli, culture e religioni come il nostro.
Il catalogo
Accompagna la mostra il catalogo pubblicato da D’Uva in italiano e inglese, introdotto da un testo di Erri De Luca ripreso dal suo libro Una Nuvola Come Tappeto (Feltrinelli, 1991), cui sono ispirati il titolo dell’esposizione e uno dei lavori presentati. La pubblicazione raccoglie l’intervento dello storico e critico d’arte Stefano Chiodi, insieme ai testi di Mons. Vincenzo De Gregorio Abate della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro e Francesca Ummarino direttrice del Museo del Tesoro di San Gennaro, corredato dalle fotografie di Amedeo Benestante. Si ringrazia la Galleria Fonti di Napoli.
La mostra
A partire dalla Real Cappella, il visitatore è accolto dalla prima parte di opere dell’installazione di Una Nuvola Come Tappeto, lavoro composto da 21 inginocchiatoi cattolici, arredi lignei liturgici allestiti lungo l’intero percorso di visita come “filo conduttore” dell’esposizione. Realizzati sul modello di un inginocchiatoio presente nel Duomo di Napoli, sono interamente rivestiti da coloratissimi tessuti di tappeti per la preghiera musulmana. Il titolo dell’opera e` tratto dal testo di Erri De Luca, che traduce dall'ebraico il versetto 39 del Salmo 105 «dove si canta Dio che guida gli Ebrei nel deserto». Un’installazione che unisce le tre religioni monoteiste in un’unica opera.
Nella Sacrestia al centro della sala è esposto il secondo lavoro dal titolo Planeta (220 x 180(x2) cm). Realizzata con tessuto kevlar in colore giallo oro, ricavato da un giubbotto antiproiettile, l’opera è composta da oltre cento pezzi cuciti insieme che definiscono una forma ellittica con un esplicito riferimento alla veste liturgica di una planeta sacerdotale.
L’oro torna nuovamente nelle sette opere delle aureole sulle mappe e sul tessuto broccato che l’artista definisce «campi ecologici (eco-field) dell’animo», frutto di una ricerca sulla connessione tra terra e cielo, tra reale e divino.
Il percorso della mostra si chiude con la piccola scultura dal titolo Naso (1997-2024) esposta per la prima volta in assoluto: un “omaggio a San Gennaro” nel luogo a lui dedicato. Un naso realizzato in gesso dorato che svela un’antica leggenda e, nello stesso tempo, raffigura il naso stesso dell’artista in una versione modellata e ingrandita, derivata da un autoritratto realizzato dopo un doloroso incidente, una sorta di ex voto dedicato al Santo Patrono.
L’antica leggenda legata al busto marmoreo di San Gennaro, custodito nel convento dei Cappuccini di Pozzuoli, narra un atto vandalico dei corsari saraceni che, con un colpo di scimitarra, ne tagliarono il naso. I fedeli ordinarono a vari scultori un nuovo naso ma nessuno di quelli proposti riuscì ad attaccarsi al viso mutilo. Intanto, numerosi pescatori si trovarono più volte nelle reti un pezzo di marmo dalla forma strana che, scambiato per un semplice sasso veniva rigettato in mare. Fu uno di loro a riconoscere in quella pietra la forma di un naso e la portò in chiesa dove, secondo la leggenda, il sasso volò dalle mani del pescatore per tornare al suo posto originale.
«Sospese tra disincanto e istinto di rinnovamento, tra sacro e volgare, tra consumo e preservazione, le opere di Giulia Piscitelli scuotono la nostra pigrizia di spettatori: ci rammentano la cieca persistenza delle cose e l’illusione della durata. È il vecchio paradosso dell’arte: ci insegna a evadere e ci spiega che sfuggire è in ogni caso impossibile», sono le parole del critico d’arte Stefano Chiodi, dal testo del catalogo della mostra.
Una Nuvola Come Tappeto di Giulia Piscitelli al Museo del Tesoro di San Gennaro di Napoli è visitabile negli orari di apertura del museo (aperto tutti i giorni dalle 9.30 alle 18.00 - ultimo ingresso 45 minuti prima della chiusura - il costo del biglietto del museo comprende l’ingresso alla mostra)
di Napoli Magazine
31/01/2025 - 15:34
Grande successo di pubblico per la mostra Una Nuvola Come Tappeto di Giulia Piscitelli in corso al Museo del Tesoro di San Gennaro. L’esposizione, la cui chiusura era inizialmente prevista il 25 gennaio, è stata prorogata fino a domenica 16 marzo 2025 per consentire al pubblico che lo desidera di poter ammirare le opere dell’artista napoletana.
Dalla Cappella barocca attraversando le Sacrestie e proseguendo nelle sale del museo dove sono custoditi i preziosi doni offerti nei secoli a San Gennaro, la mostra è allestita lungo l’intero percorso museale. L’artista propone tre gruppi di lavori insieme ad un omaggio al Santo Patrono, esposto per la prima volta in assoluto, che rivelano prospettive comuni: l’incontro tra il reale e il divino, quello tra tradizione e contemporaneità, infine tra passato e presente, ma anche l’espressione artistica intesa come messaggio di riflessione sociale e politica tanto più urgente e necessaria in un momento storico di scontri tra popoli, culture e religioni come il nostro.
Il catalogo
Accompagna la mostra il catalogo pubblicato da D’Uva in italiano e inglese, introdotto da un testo di Erri De Luca ripreso dal suo libro Una Nuvola Come Tappeto (Feltrinelli, 1991), cui sono ispirati il titolo dell’esposizione e uno dei lavori presentati. La pubblicazione raccoglie l’intervento dello storico e critico d’arte Stefano Chiodi, insieme ai testi di Mons. Vincenzo De Gregorio Abate della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro e Francesca Ummarino direttrice del Museo del Tesoro di San Gennaro, corredato dalle fotografie di Amedeo Benestante. Si ringrazia la Galleria Fonti di Napoli.
La mostra
A partire dalla Real Cappella, il visitatore è accolto dalla prima parte di opere dell’installazione di Una Nuvola Come Tappeto, lavoro composto da 21 inginocchiatoi cattolici, arredi lignei liturgici allestiti lungo l’intero percorso di visita come “filo conduttore” dell’esposizione. Realizzati sul modello di un inginocchiatoio presente nel Duomo di Napoli, sono interamente rivestiti da coloratissimi tessuti di tappeti per la preghiera musulmana. Il titolo dell’opera e` tratto dal testo di Erri De Luca, che traduce dall'ebraico il versetto 39 del Salmo 105 «dove si canta Dio che guida gli Ebrei nel deserto». Un’installazione che unisce le tre religioni monoteiste in un’unica opera.
Nella Sacrestia al centro della sala è esposto il secondo lavoro dal titolo Planeta (220 x 180(x2) cm). Realizzata con tessuto kevlar in colore giallo oro, ricavato da un giubbotto antiproiettile, l’opera è composta da oltre cento pezzi cuciti insieme che definiscono una forma ellittica con un esplicito riferimento alla veste liturgica di una planeta sacerdotale.
L’oro torna nuovamente nelle sette opere delle aureole sulle mappe e sul tessuto broccato che l’artista definisce «campi ecologici (eco-field) dell’animo», frutto di una ricerca sulla connessione tra terra e cielo, tra reale e divino.
Il percorso della mostra si chiude con la piccola scultura dal titolo Naso (1997-2024) esposta per la prima volta in assoluto: un “omaggio a San Gennaro” nel luogo a lui dedicato. Un naso realizzato in gesso dorato che svela un’antica leggenda e, nello stesso tempo, raffigura il naso stesso dell’artista in una versione modellata e ingrandita, derivata da un autoritratto realizzato dopo un doloroso incidente, una sorta di ex voto dedicato al Santo Patrono.
L’antica leggenda legata al busto marmoreo di San Gennaro, custodito nel convento dei Cappuccini di Pozzuoli, narra un atto vandalico dei corsari saraceni che, con un colpo di scimitarra, ne tagliarono il naso. I fedeli ordinarono a vari scultori un nuovo naso ma nessuno di quelli proposti riuscì ad attaccarsi al viso mutilo. Intanto, numerosi pescatori si trovarono più volte nelle reti un pezzo di marmo dalla forma strana che, scambiato per un semplice sasso veniva rigettato in mare. Fu uno di loro a riconoscere in quella pietra la forma di un naso e la portò in chiesa dove, secondo la leggenda, il sasso volò dalle mani del pescatore per tornare al suo posto originale.
«Sospese tra disincanto e istinto di rinnovamento, tra sacro e volgare, tra consumo e preservazione, le opere di Giulia Piscitelli scuotono la nostra pigrizia di spettatori: ci rammentano la cieca persistenza delle cose e l’illusione della durata. È il vecchio paradosso dell’arte: ci insegna a evadere e ci spiega che sfuggire è in ogni caso impossibile», sono le parole del critico d’arte Stefano Chiodi, dal testo del catalogo della mostra.
Una Nuvola Come Tappeto di Giulia Piscitelli al Museo del Tesoro di San Gennaro di Napoli è visitabile negli orari di apertura del museo (aperto tutti i giorni dalle 9.30 alle 18.00 - ultimo ingresso 45 minuti prima della chiusura - il costo del biglietto del museo comprende l’ingresso alla mostra)