Cultura & Gossip
DOCUFILM - "Alberto Sordi secret" di Igor Righetti alla Festa del Cinema di Roma
23.10.2024 13:21 di Napoli Magazine

Alberto Sordi, l’ottavo re della città eterna, non poteva che essere omaggiato, grazie al supporto della Regione Lazio, alla Festa del cinema di Roma dove, venerdì 25 ottobre alle 18.45, all’Auditorium Parco della musica nello Spazio Lazio terra di cinema della Regione Lazio – AuditoriumArte sarà proiettato l’atteso primo docufilm internazionale (anche in inglese e spagnolo) sulla sua vita privata scritto e diretto da suo cugino Igor Righetti, giornalista e conduttore radiotelevisivo Rai. Sarà presente anche il cast. Tanti i grandi nomi tra gli attori (Fioretta Mari, Emanuela Aureli, Maurizio Mattioli, Enzo Salvi, Daniela Giordano, Mirko Frezza, Daniele Foresi, Vincenzo Bocciarelli, Fabrizio Raggi, Dado Coletti, Emily Shaqiri, Lorenzo Castelluccio, Daniel Panzironi, Valerio Mammolotti) e con gli interventi inediti di Pupi Avati, Rosanna Vaudetti, Elena de Curtis, Rino Barillari, Patrizia e Giada de Blanck e molti altri.

L’opera, della durata di 90 minuti, è tratta dall’omonimo libro scritto da Righetti e pubblicato da Rubbettino editore con la prefazione del critico Gianni Canova, giunto all’11ª ristampa. I ciak si sono svolti in alcuni luoghi cari all’Alberto nazionale come la capitale, il parco archeologico di Ostia antica e il borgo dove abitava Pietro Marchetti - “Il tassinaro”, Castiglioncello, Narni, Fabriano e la Repubblica di San Marino. Il 15 giugno scorso Alberto Sordi avrebbe compiuto 104 anni. Il docufilm è uscito proprio questa estate, per ricordarlo e festeggiarlo.

Igor Righetti svela allo spettatore, per la prima volta, l’infanzia e l’adolescenza di suo cugino Alberto Sordi che lo chiamava nipotino. E lo fa attingendo ai tanti ricordi vissuti in prima persona o narrati da suo padre e da suo nonno Primo Righetti in situazioni di vita familiare assieme all’Alberto nazionale. “Li ho raccontati attraverso scene filmiche girate in bianco e nero, ambientate tra il 1920 e la fine del 1930, in costume e con auto d’epoca - dice il regista e sceneggiatore Igor Righetti - che grazie al cast eccezionale emozioneranno e strapperanno tante risate agli spettatori. Inoltre, vedere Alberto bambino così determinato e disposto a enormi sacrifici pur di poter avverare il suo sogno di diventare l’attore più grande, faranno capire tanti aspetti della sua vita privata. Come nei miei programmi radiofonici e televisivi Rai in questo docufilm ho lavorato sulla contaminazione tra generi e linguaggi diversi per realizzare un progetto multipiattaforma: tv, radio, teatro e ovviamente cinema per quanto riguarda la narrazione filmica. Gli interventi degli amici di Alberto sono testimonianze, non interviste, e hanno il ritmo veloce tipico dei reportages giornalistici dove la narrazione della storia è centrale. Il genere documentario, invece, è presente con i video inediti dell’Istituto Luce e con la voce narrante che accompagna lo spettatore, ma con il linguaggio giornalistico”.

Del resto, chi meglio di un familiare come Igor Righetti che ha frequentato Alberto Sordi assieme alle rispettive famiglie può conoscere veramente fatti e antefatti? Viene descritto il suo rapporto conflittuale con il padre che non voleva facesse l’attore, la sua attrazione per la nobiltà, il sesso vissuto come peccato, la gelosia verso i suoi beni, gli amori mai svelati, l’ostentazione della cultura - che sapeva di non avere - attraverso l’antiquariato e la collezione di libri che non aveva letto, la dedizione totale alla sua professione, la scelta di avere pochissimi amici, il grande affetto verso gli animali, la sua mania per le case e la meravigliosa villa di Castiglioncello che il pubblico non ha mai visto. E guai a chiamarlo Albertone.

Di grande suggestione la fotografia e l’uso sapiente della luce da parte del maestro Gianni Mammolotti, le musiche coinvolgenti di Maria Sicari, le dettagliate scenografie e i costumi di Stefano Giovani. Una produzione CameraWorks, prodotto da Massimiliano Filippini.

Il docufilm, emozionante ma anche molto divertente, si compone di una parte documentaristica con gli interventi inediti di amici e parenti dell’attore tra i quali il regista Pupi Avati; l’annunciatrice e presentatrice tv Rosanna Vaudetti; la nipote di Totò Elena de Curtis; il re dei paparazzi Rino Barillari; Patrizia e Giada de Blanck; Sabrina Sammarini (figlia dell’attrice Anna Longhi); Tiziana Appetito e Alessandro Canestrelli (figli dei fotografi di scena di decine di film di Alberto Sordi, Enrico Appetito e Alessandro Canestrelli senior); Jason Piccioni (figlio del compositore e musicista Piero); l’attrice Piera Arico (moglie di Gastone Bettanini, grande amico e primo segretario-agente di Sordi fino al 1965) e la figlia Fiona Bettanini; il segretario di Stato per il Turismo, le Poste, la Cooperazione ed Expo della Repubblica di San Marino Federico Pedini Amati; l’editore Cecilia Gremese; il direttore della fotografia Sergio D’Offizi; il sindaco di Sgurgola (paese in cui nacque la madre dell’Alberto nazionale, Maria Righetti) Antonio Corsi; il giornalista Luca Colantoni; Sandro Sassoli, autore e coordinatore generale delle celebrazioni della Lira; il direttore del relais “Marchese del Grillo” Mario D’Alesio e la chef della struttura Emanuela Della Mora; Fabio Bianchi (già presidente dell'associazione Marchese del Grillo), foto di famiglia, video dell’Istituto Luce e audio originali. Questa parte si intreccia a un’altra dove la narrazione diventa racconto filmico in bianco e nero con personaggi vissuti realmente, in cui viene mostrata l’infanzia e l’adolescenza di Alberto Sordi negli Anni Venti e Trenta grazie alle interpretazioni di attori e attrici amati dal grande pubblico come Enzo Salvi, Fioretta Mari, Emanuela Aureli, Maurizio Mattioli, Daniela Giordano, Dado Coletti, Mirko Frezza, Daniele Foresi, Lorenzo Castelluccio, Emily Shaqiri, Vincenzo Bocciarelli, Fabrizio Raggi, Valerio Mammolotti, Moira De Rossi e a tre ragazzi di età diverse che impersonano l’attore (Marco Camuzzi, Flavio Raggi e Daniel Panzironi). C’è anche la partecipazione straordinaria del bassotto pet influencer con 50 mila follower su Instagram Byron Righetti. Un biopic in cui nulla è fiction, frutto di fantasia, ma dove invece i dialoghi, le situazioni e i personaggi ripercorrono la vita reale e sconosciuta al pubblico di Alberto Sordi.

Dice Igor Righetti: “Nel docufilm non ci sono i soliti due o tre nomi celebri con i loro tre ricordi che ormai sanno tutti a memoria. Altrimenti non avrei intitolato l’opera ‘secret’.  Nella parte filmica mi sono fermato ad Alberto diciassettenne, al suo ritorno a Roma da Milano, perché l’errore più grave che può essere fatto, ed è stato fatto da un altro film che non a caso è stato un flop - è imitarlo, magari mettendo protesi all’attore che lo interpreta per farlo somigliare all’Alberto nazionale. I suoi fan andrebbero su tutte le furie. Di Alberto Sordi ce n’è stato uno solo. Ringrazio la Regione Lazio per il supporto dato a questo omaggio-ricordo di mio cugino con il mio docufilm ‘Alberto Sordi secret’. In particolare ringrazio l’assessore alla Cultura Simona Baldassarre e la responsabile della Struttura autonoma cinema Lorenza Lei che hanno subito sposato con entusiasmo l’omaggio a differenza del direttore generale della Festa del Cinema, Francesca Via, dalla quale sto ancora aspettando una risposta”.

Aggiunge Righetti: “Il docufilm è orgogliosamente e volutamente indipendente, in quanto realizzato senza tax credit. La collettività non ha pagato neppure un centesimo per dare vita a questo progetto internazionale supportato, invece, da sponsor privati. Ed è anche uscito in oltre cento sale tra indipendenti e delle due catene multinazionali “Uci Cinemas” e “The Space Cinema”, non soltanto italiane ma anche della Svizzera e della Repubblica di San Marino, a differenza dei 345 su 459 film sostenuti tra il 2022 e il 2023 con il tax credit. Quindi soltanto 114 pellicole su 459 hanno raggiunto le sale. Il cinema ha un grande valore culturale ed economico, ma probabilmente c’è chi in questi anni se ne è approfittato. Non è un caso che quasi nessun produttore italiano questa estate abbia voluto rischiare di realizzare opere senza tax credit. C’è stato anche un grande produttore che mi ha detto che aver realizzato in modo indipendente, senza tax credit, il mio film è sbagliato perché deve essere lo stato a sostenere il cinema. Condivido che lo stato debba sostenere il cinema, ma le regole devono essere ben precise, non finanziamenti a pioggia ai soliti noti che poi non escono neppure nelle sale. Questi non sono produttori, ma parassiti”.

È noto che Alberto Sordi fosse riservatissimo, non amasse l’ostentazione e la sua vita privata fosse blindata. Con il pubblico, a cui era molto legato e riconoscente - e con i suoi collaboratori - ha condiviso soltanto la sua vita professionale. Un docufilm lontano dai luoghi comuni, ricco di emozioni, aneddoti e curiosità, orgogliosamente e volutamente indipendente, in quanto realizzato senza alcun contributo pubblico. Farà scoprire Alberto Sordi fuori dal set, dalle interviste e dalle apparizioni televisive ufficiali. La colonna sonora finale è rappresentata dalla prima canzone dedicata a Sordi in chiave stornello romano scritta e interpretata da Igor Righetti e Samuele Socci dal titolo “Alberto nostro” con l’arrangiamento di Phil Bianchi.

Partner del progetto sono il Parco archeologico del Colosseo, il Parco archeologico di Ostia antica, la segreteria di Stato al Turismo della Repubblica di San Marino nella persona del Segretario di Stato Federico Pedini Amati, il Comune di Narni, il Comune di Sgurgola, Beni Culturali della Diocesi di Terni Narni Amelia, Pasta Armando (premium brand di De Matteis Agroalimentare), Atim - Agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione delle Marche, Artemisia Lab, BackLight Digital, ElsaBeauty-Firenze (DermoAnimalCare), Gruppo Recchia, "Relais Marchese del Grillo” (Fabriano), Azienda vitivinicola “La Cura” di Enrico Corsi.

Un docufilm utile anche alle nuove generazioni perché la memoria storica di un grande attore come Sordi non vada perduta e, al contrario, rigeneri. Dopo le sale, adesso l’opera parteciperà ai festival nel mondo e si sposterà sulle piattaforme e sulle reti televisive nazionali e internazionali.

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DOCUFILM - "Alberto Sordi secret" di Igor Righetti alla Festa del Cinema di Roma

di Napoli Magazine

23/10/2024 - 13:21

Alberto Sordi, l’ottavo re della città eterna, non poteva che essere omaggiato, grazie al supporto della Regione Lazio, alla Festa del cinema di Roma dove, venerdì 25 ottobre alle 18.45, all’Auditorium Parco della musica nello Spazio Lazio terra di cinema della Regione Lazio – AuditoriumArte sarà proiettato l’atteso primo docufilm internazionale (anche in inglese e spagnolo) sulla sua vita privata scritto e diretto da suo cugino Igor Righetti, giornalista e conduttore radiotelevisivo Rai. Sarà presente anche il cast. Tanti i grandi nomi tra gli attori (Fioretta Mari, Emanuela Aureli, Maurizio Mattioli, Enzo Salvi, Daniela Giordano, Mirko Frezza, Daniele Foresi, Vincenzo Bocciarelli, Fabrizio Raggi, Dado Coletti, Emily Shaqiri, Lorenzo Castelluccio, Daniel Panzironi, Valerio Mammolotti) e con gli interventi inediti di Pupi Avati, Rosanna Vaudetti, Elena de Curtis, Rino Barillari, Patrizia e Giada de Blanck e molti altri.

L’opera, della durata di 90 minuti, è tratta dall’omonimo libro scritto da Righetti e pubblicato da Rubbettino editore con la prefazione del critico Gianni Canova, giunto all’11ª ristampa. I ciak si sono svolti in alcuni luoghi cari all’Alberto nazionale come la capitale, il parco archeologico di Ostia antica e il borgo dove abitava Pietro Marchetti - “Il tassinaro”, Castiglioncello, Narni, Fabriano e la Repubblica di San Marino. Il 15 giugno scorso Alberto Sordi avrebbe compiuto 104 anni. Il docufilm è uscito proprio questa estate, per ricordarlo e festeggiarlo.

Igor Righetti svela allo spettatore, per la prima volta, l’infanzia e l’adolescenza di suo cugino Alberto Sordi che lo chiamava nipotino. E lo fa attingendo ai tanti ricordi vissuti in prima persona o narrati da suo padre e da suo nonno Primo Righetti in situazioni di vita familiare assieme all’Alberto nazionale. “Li ho raccontati attraverso scene filmiche girate in bianco e nero, ambientate tra il 1920 e la fine del 1930, in costume e con auto d’epoca - dice il regista e sceneggiatore Igor Righetti - che grazie al cast eccezionale emozioneranno e strapperanno tante risate agli spettatori. Inoltre, vedere Alberto bambino così determinato e disposto a enormi sacrifici pur di poter avverare il suo sogno di diventare l’attore più grande, faranno capire tanti aspetti della sua vita privata. Come nei miei programmi radiofonici e televisivi Rai in questo docufilm ho lavorato sulla contaminazione tra generi e linguaggi diversi per realizzare un progetto multipiattaforma: tv, radio, teatro e ovviamente cinema per quanto riguarda la narrazione filmica. Gli interventi degli amici di Alberto sono testimonianze, non interviste, e hanno il ritmo veloce tipico dei reportages giornalistici dove la narrazione della storia è centrale. Il genere documentario, invece, è presente con i video inediti dell’Istituto Luce e con la voce narrante che accompagna lo spettatore, ma con il linguaggio giornalistico”.

Del resto, chi meglio di un familiare come Igor Righetti che ha frequentato Alberto Sordi assieme alle rispettive famiglie può conoscere veramente fatti e antefatti? Viene descritto il suo rapporto conflittuale con il padre che non voleva facesse l’attore, la sua attrazione per la nobiltà, il sesso vissuto come peccato, la gelosia verso i suoi beni, gli amori mai svelati, l’ostentazione della cultura - che sapeva di non avere - attraverso l’antiquariato e la collezione di libri che non aveva letto, la dedizione totale alla sua professione, la scelta di avere pochissimi amici, il grande affetto verso gli animali, la sua mania per le case e la meravigliosa villa di Castiglioncello che il pubblico non ha mai visto. E guai a chiamarlo Albertone.

Di grande suggestione la fotografia e l’uso sapiente della luce da parte del maestro Gianni Mammolotti, le musiche coinvolgenti di Maria Sicari, le dettagliate scenografie e i costumi di Stefano Giovani. Una produzione CameraWorks, prodotto da Massimiliano Filippini.

Il docufilm, emozionante ma anche molto divertente, si compone di una parte documentaristica con gli interventi inediti di amici e parenti dell’attore tra i quali il regista Pupi Avati; l’annunciatrice e presentatrice tv Rosanna Vaudetti; la nipote di Totò Elena de Curtis; il re dei paparazzi Rino Barillari; Patrizia e Giada de Blanck; Sabrina Sammarini (figlia dell’attrice Anna Longhi); Tiziana Appetito e Alessandro Canestrelli (figli dei fotografi di scena di decine di film di Alberto Sordi, Enrico Appetito e Alessandro Canestrelli senior); Jason Piccioni (figlio del compositore e musicista Piero); l’attrice Piera Arico (moglie di Gastone Bettanini, grande amico e primo segretario-agente di Sordi fino al 1965) e la figlia Fiona Bettanini; il segretario di Stato per il Turismo, le Poste, la Cooperazione ed Expo della Repubblica di San Marino Federico Pedini Amati; l’editore Cecilia Gremese; il direttore della fotografia Sergio D’Offizi; il sindaco di Sgurgola (paese in cui nacque la madre dell’Alberto nazionale, Maria Righetti) Antonio Corsi; il giornalista Luca Colantoni; Sandro Sassoli, autore e coordinatore generale delle celebrazioni della Lira; il direttore del relais “Marchese del Grillo” Mario D’Alesio e la chef della struttura Emanuela Della Mora; Fabio Bianchi (già presidente dell'associazione Marchese del Grillo), foto di famiglia, video dell’Istituto Luce e audio originali. Questa parte si intreccia a un’altra dove la narrazione diventa racconto filmico in bianco e nero con personaggi vissuti realmente, in cui viene mostrata l’infanzia e l’adolescenza di Alberto Sordi negli Anni Venti e Trenta grazie alle interpretazioni di attori e attrici amati dal grande pubblico come Enzo Salvi, Fioretta Mari, Emanuela Aureli, Maurizio Mattioli, Daniela Giordano, Dado Coletti, Mirko Frezza, Daniele Foresi, Lorenzo Castelluccio, Emily Shaqiri, Vincenzo Bocciarelli, Fabrizio Raggi, Valerio Mammolotti, Moira De Rossi e a tre ragazzi di età diverse che impersonano l’attore (Marco Camuzzi, Flavio Raggi e Daniel Panzironi). C’è anche la partecipazione straordinaria del bassotto pet influencer con 50 mila follower su Instagram Byron Righetti. Un biopic in cui nulla è fiction, frutto di fantasia, ma dove invece i dialoghi, le situazioni e i personaggi ripercorrono la vita reale e sconosciuta al pubblico di Alberto Sordi.

Dice Igor Righetti: “Nel docufilm non ci sono i soliti due o tre nomi celebri con i loro tre ricordi che ormai sanno tutti a memoria. Altrimenti non avrei intitolato l’opera ‘secret’.  Nella parte filmica mi sono fermato ad Alberto diciassettenne, al suo ritorno a Roma da Milano, perché l’errore più grave che può essere fatto, ed è stato fatto da un altro film che non a caso è stato un flop - è imitarlo, magari mettendo protesi all’attore che lo interpreta per farlo somigliare all’Alberto nazionale. I suoi fan andrebbero su tutte le furie. Di Alberto Sordi ce n’è stato uno solo. Ringrazio la Regione Lazio per il supporto dato a questo omaggio-ricordo di mio cugino con il mio docufilm ‘Alberto Sordi secret’. In particolare ringrazio l’assessore alla Cultura Simona Baldassarre e la responsabile della Struttura autonoma cinema Lorenza Lei che hanno subito sposato con entusiasmo l’omaggio a differenza del direttore generale della Festa del Cinema, Francesca Via, dalla quale sto ancora aspettando una risposta”.

Aggiunge Righetti: “Il docufilm è orgogliosamente e volutamente indipendente, in quanto realizzato senza tax credit. La collettività non ha pagato neppure un centesimo per dare vita a questo progetto internazionale supportato, invece, da sponsor privati. Ed è anche uscito in oltre cento sale tra indipendenti e delle due catene multinazionali “Uci Cinemas” e “The Space Cinema”, non soltanto italiane ma anche della Svizzera e della Repubblica di San Marino, a differenza dei 345 su 459 film sostenuti tra il 2022 e il 2023 con il tax credit. Quindi soltanto 114 pellicole su 459 hanno raggiunto le sale. Il cinema ha un grande valore culturale ed economico, ma probabilmente c’è chi in questi anni se ne è approfittato. Non è un caso che quasi nessun produttore italiano questa estate abbia voluto rischiare di realizzare opere senza tax credit. C’è stato anche un grande produttore che mi ha detto che aver realizzato in modo indipendente, senza tax credit, il mio film è sbagliato perché deve essere lo stato a sostenere il cinema. Condivido che lo stato debba sostenere il cinema, ma le regole devono essere ben precise, non finanziamenti a pioggia ai soliti noti che poi non escono neppure nelle sale. Questi non sono produttori, ma parassiti”.

È noto che Alberto Sordi fosse riservatissimo, non amasse l’ostentazione e la sua vita privata fosse blindata. Con il pubblico, a cui era molto legato e riconoscente - e con i suoi collaboratori - ha condiviso soltanto la sua vita professionale. Un docufilm lontano dai luoghi comuni, ricco di emozioni, aneddoti e curiosità, orgogliosamente e volutamente indipendente, in quanto realizzato senza alcun contributo pubblico. Farà scoprire Alberto Sordi fuori dal set, dalle interviste e dalle apparizioni televisive ufficiali. La colonna sonora finale è rappresentata dalla prima canzone dedicata a Sordi in chiave stornello romano scritta e interpretata da Igor Righetti e Samuele Socci dal titolo “Alberto nostro” con l’arrangiamento di Phil Bianchi.

Partner del progetto sono il Parco archeologico del Colosseo, il Parco archeologico di Ostia antica, la segreteria di Stato al Turismo della Repubblica di San Marino nella persona del Segretario di Stato Federico Pedini Amati, il Comune di Narni, il Comune di Sgurgola, Beni Culturali della Diocesi di Terni Narni Amelia, Pasta Armando (premium brand di De Matteis Agroalimentare), Atim - Agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione delle Marche, Artemisia Lab, BackLight Digital, ElsaBeauty-Firenze (DermoAnimalCare), Gruppo Recchia, "Relais Marchese del Grillo” (Fabriano), Azienda vitivinicola “La Cura” di Enrico Corsi.

Un docufilm utile anche alle nuove generazioni perché la memoria storica di un grande attore come Sordi non vada perduta e, al contrario, rigeneri. Dopo le sale, adesso l’opera parteciperà ai festival nel mondo e si sposterà sulle piattaforme e sulle reti televisive nazionali e internazionali.