Sarà Mario Martone il protagonista de “Il dialetto nelle mani del regista”, decimo appuntamento degli “Incontri sul dialetto”, il progetto curato dal Comitato scientifico per la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio linguistico napoletano, istituito dalla Regione Campania, e organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival diretta da Ruggero Cappuccio e presieduta da Alessandro Barbano.
L’evento, a ingresso libero, che sarà introdotto da Rita Librandi, è in programma lunedì 5 maggio alle ore 16 nella Sala Comencini del Musap- Museo Artistico Politecnico di Napoli in piazza Trieste e Trento (palazzo Zapata).
Un appuntamento da non perdere, con uno dei personaggi più prestigiosi del panorama cinematografico e teatrale, atteso all’imminente Festival di Cannes con il suo “Fuori”, unico film italiano in concorso. David di Donatello e Nastro d’argento nel 1993 come miglior regista esordiente con “Morte di un matematico napoletano”, Leone d’Argento a Venezia, Martone vanta nel suo palmares altri quattro David: quello del 1995 per la regia di “L’amore molesto”, presentato proprio a Cannes trenta anni fa, due nel 2011 per “Noi credevamo” (miglior film e miglior sceneggiatura) e infine nel 2024 per “Laggiù qualcuno mi ama”, documentario dedicato a Massimo Troisi. Tra gli altri Nastri d’argento, ricordiamo invece i riconoscimenti ottenuti per “Noi credevamo”, “Il giovane favoloso”, “Nostalgia” e “Qui rido io”, “Laggiù qualcuno mi ama” e “Un ritratto in movimento. Omaggio a Mimmo Jodice”. Per quanto riguarda il teatro, Mario Martone è stato tra i fondatori nel 1978 della moderna creatività di “Falso Movimento”, il cui “Ritorno ad Alphaville” da Godard fu Premio Ubu nel 1986-87 per la migliore scenografia, e poi, unendo le esperienze e le forze con “Il Teatro dei Mutamenti” di Antonio Neiwiller e il “Teatro Studio” di Caserta di Toni Servillo, della straordinaria stagione di “Teatri Uniti”. Il premio Ubu per la miglior regia gli venne assegnato, invece, nel 2010-2011 per le “Operette morali” di Giacomo Leopardi. Numerose anche le sue regie liriche, a partire dall’allestimento del “Così fan tutte” al San Carlo di Napoli nel 1999 fino alla Fedora (opera) di Umberto Giordano nel 2022 alla Scala di Milano, dove aveva diretto “Cavalleria rusticana e “Pagliacci” nel 2011 e “Andrea Chenier” nel 2016-17.
L’intero programma degli “Incontri sul dialetto”, che proseguiranno fino al 19 maggio, è consultabile sul sito fondazionecampaniadeifestival.it.