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IL REGISTA - Sorrentino: "Napoli è un laboratorio inesauribile per la sua varietà di esseri umani e per la sua capacità di produrre mistero"
15.10.2024 11:30 di Napoli Magazine

NAPOLI - Il regista Paolo Sorrentino è stato ospite di Fabio Fazio a "Che tempo che fa" sul Nove ed ha tra l'altro affermato, come evidenziato da "Napoli Magazine": "Baggio è il vice Maradona. Il calcio è una grande forma di spettacolo, il cinema è uno spettacolo, le due cose vanno a braccetto e sì, è entrato anche in questo film (Parthenope, ndr), non come in quello precedente, ma entra anche in questo film. A me piace molto andare a Cannes, ho paura perchè a Cannes sono tanto inclini a criticarmi male, quindi sono terrorizzato, però mi piace, è molto elettrizzante, ci sono tutti gli adetti ai lavori, quelli che decidono e poi è un gran festival. Però, mi piace anche andare al Festival di Venezia, ci sono stato due volte. Parthenope è varie cose, sia la sirena che esce dal mare e da mitologia fonda Napoli e nel nostro film è una donna seguita da quando nasce fino ai 73 anni, è la lunga storia della vita di questa donna che attraversa la città, prima ne è guardata, poi la guarda. La trama non è semplice perchè è un film sulla lunghezza e l'ampiezza della vita. Il colpo di scena è la vita stessa, è un film anche sulla bellezza degli anni che passano, senza avere nè rimpianti, nè nostalgie, nè malinconia e sull'idea che a qualsiasi età si può avere una prospettiva e una capacità di stupirsi nei confronti del futuro, questo è molto facile quando si è ragazzi, ma nel film viene raccontato egregiamente da Stefania Sandrelli che ha ancora una capacità di meravigliarsi e di stupirsi nonostante abbia una settantina d'anni. Se il film è anche il mio sguardo su Napoli? Sì, mi sono inventato che negli anni diventa una antropologa che è un lavoro che ha delle analogie col lavoro che faccio io, cioè quello di osservare incessantemente  e di provare a travisare quello che uno guarda, perchè guardare e riprodurre quello che hai guardato è operazione sterile, e invece questo leggero slittamento che viene chiamato fantasia crea l'oggetto film. Napoli è da sempre un grande laboratorio antropologico? Napoli è un laboratorio inesauribile per la sua varietà di esseri umani, anche per la sua capacità, secondo me, di produrre mistero che sembra antitetico rispetto all'idea che abbiamo di Napoli, che è una città molto recitativa, che si mostra, di cui si parla tanto, ma invece proprio perché niente sa occultarsi meglio dell'evidenza, Napoli è una città che dietro quella maschera conserva molti segreti e molti aspetti sinistri e alcuni di questi vengono raccontati nel film attraverso la religione, la criminalità, le storie d'amore".

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IL REGISTA - Sorrentino: "Napoli è un laboratorio inesauribile per la sua varietà di esseri umani e per la sua capacità di produrre mistero"

di Napoli Magazine

15/10/2024 - 11:30

NAPOLI - Il regista Paolo Sorrentino è stato ospite di Fabio Fazio a "Che tempo che fa" sul Nove ed ha tra l'altro affermato, come evidenziato da "Napoli Magazine": "Baggio è il vice Maradona. Il calcio è una grande forma di spettacolo, il cinema è uno spettacolo, le due cose vanno a braccetto e sì, è entrato anche in questo film (Parthenope, ndr), non come in quello precedente, ma entra anche in questo film. A me piace molto andare a Cannes, ho paura perchè a Cannes sono tanto inclini a criticarmi male, quindi sono terrorizzato, però mi piace, è molto elettrizzante, ci sono tutti gli adetti ai lavori, quelli che decidono e poi è un gran festival. Però, mi piace anche andare al Festival di Venezia, ci sono stato due volte. Parthenope è varie cose, sia la sirena che esce dal mare e da mitologia fonda Napoli e nel nostro film è una donna seguita da quando nasce fino ai 73 anni, è la lunga storia della vita di questa donna che attraversa la città, prima ne è guardata, poi la guarda. La trama non è semplice perchè è un film sulla lunghezza e l'ampiezza della vita. Il colpo di scena è la vita stessa, è un film anche sulla bellezza degli anni che passano, senza avere nè rimpianti, nè nostalgie, nè malinconia e sull'idea che a qualsiasi età si può avere una prospettiva e una capacità di stupirsi nei confronti del futuro, questo è molto facile quando si è ragazzi, ma nel film viene raccontato egregiamente da Stefania Sandrelli che ha ancora una capacità di meravigliarsi e di stupirsi nonostante abbia una settantina d'anni. Se il film è anche il mio sguardo su Napoli? Sì, mi sono inventato che negli anni diventa una antropologa che è un lavoro che ha delle analogie col lavoro che faccio io, cioè quello di osservare incessantemente  e di provare a travisare quello che uno guarda, perchè guardare e riprodurre quello che hai guardato è operazione sterile, e invece questo leggero slittamento che viene chiamato fantasia crea l'oggetto film. Napoli è da sempre un grande laboratorio antropologico? Napoli è un laboratorio inesauribile per la sua varietà di esseri umani, anche per la sua capacità, secondo me, di produrre mistero che sembra antitetico rispetto all'idea che abbiamo di Napoli, che è una città molto recitativa, che si mostra, di cui si parla tanto, ma invece proprio perché niente sa occultarsi meglio dell'evidenza, Napoli è una città che dietro quella maschera conserva molti segreti e molti aspetti sinistri e alcuni di questi vengono raccontati nel film attraverso la religione, la criminalità, le storie d'amore".