Al Teatro Eduardo De Filippo di Arzano, diretto da Roberta Stravino, continua Tracce dinamiche, la rassegna di teatro d’innovazione e sperimentale con la direzione artistica di Ettore Nigro e la collaborazione di Piccola Città Teatro.
Venerdì 24 gennaio, alle ore 21, Teatro Insania presenta “Gemito – l’arte d’’o pazzo”, scritto e diretto da Antimo Casertano, che è anche in scena con Daniela Ioia, Luigi Credendino e Ciro Kurush Zangaro.
Lo spettacolo, che vede la consulenza storica di Giuseppe Gullotta e Nicola Biondo, vanta il Premio miglior testo “Napoli Cultural Classic 2021”.
Vincenzo Gemito è stato uno scultore partenopeo, nato a metà ottocento e cresciuto da genitori adottivi, poiché abbandonato nella ruota degli esposti; all’età di 9 anni inizia il suo apprendistato nella bottega di Emanuele Caggiano, in seguito studierà ritrattistica, perfezionerà le sue doti di scultore e raggiungerà una certa fama. Afflitto, però, da problemi psichici, e ossessionato dalla continua ricerca della perfezione e dal maniacale tentativo di lavorare non per la conquista del successo ma per la conquista della verità, venne recluso in manicomio. Antimo Casertano indaga e narra la personalità di Gemito e la sua crisi esistenziale, chiedendosi cosa porta un artista alla rovina o alla sua gloria, cosa spinge un artista al blocco emotivo, psichico e professionale.
Come dichiara lo stesso autore e regista «Abbandonato alla nascita, alla ruota degli esposti, Vincenzo Gemito è uno degli artisti da collocare tra i pilastri dell'800 napoletano. La sua arte, il suo modo di lavorare, ma soprattutto il suo modo di intendere e di vivere il lavoro è ciò che mi ha spinto alla ricerca e all'approfondimento della sua intera opera. Una vita tormentata e ossessionata dalla continua ricerca della perfezione e dal maniacale tentativo di lavorare non per la conquista del successo ma per la conquista della verità. Ossessione che lo hanno spinto addirittura alla reclusione in manicomio, avvenuta tra il 1886 e il 1888, e alla conseguente, una volta uscito, clausura domestica volontaria durata oltre venti anni. La volontà è quella di poter narrare e investigare tale crisi, che può affliggere qualsiasi lavoratore, in qualsiasi ambito. Cosa porta alla rovina, cosa ci spinge al blocco emotivo, psichico e professionale? Fare arte, oggi è un lavoro? Quanto il lavoro dell’artista influisce sulle scelte personali e familiari. Quanto spesso non riusciamo più a ritrovare noi stessi, a dare un senso concreto all’arte, alla professione, al proprio lavoro? Parte da questa analisi la volontà di realizzare uno spettacolo, non solo per la volontà di ridare luce alla complessa figura di Gemito, ma soprattutto per esplorare questo delicatissimo e profondo momento che riguarda noi “esseri umani” da vicino. Attraverso la sua vicenda cercheremo di esplorare la materia intima che muove un artista. Sperando di poter aprire le giuste fessure nei meandri delle nostre anime. La risposta come al solito sarà affidata al pubblico».
L’iniziativa è riconosciuta dal Ministero della Cultura.
Il biglietto intero a spettacolo è 12 euro e il ridotto under 25 e over 65 è 8 euro. È possibile acquistare i biglietti presso il botteghino del teatro o con prevendita su Etes.
di Napoli Magazine
23/01/2025 - 18:31
Al Teatro Eduardo De Filippo di Arzano, diretto da Roberta Stravino, continua Tracce dinamiche, la rassegna di teatro d’innovazione e sperimentale con la direzione artistica di Ettore Nigro e la collaborazione di Piccola Città Teatro.
Venerdì 24 gennaio, alle ore 21, Teatro Insania presenta “Gemito – l’arte d’’o pazzo”, scritto e diretto da Antimo Casertano, che è anche in scena con Daniela Ioia, Luigi Credendino e Ciro Kurush Zangaro.
Lo spettacolo, che vede la consulenza storica di Giuseppe Gullotta e Nicola Biondo, vanta il Premio miglior testo “Napoli Cultural Classic 2021”.
Vincenzo Gemito è stato uno scultore partenopeo, nato a metà ottocento e cresciuto da genitori adottivi, poiché abbandonato nella ruota degli esposti; all’età di 9 anni inizia il suo apprendistato nella bottega di Emanuele Caggiano, in seguito studierà ritrattistica, perfezionerà le sue doti di scultore e raggiungerà una certa fama. Afflitto, però, da problemi psichici, e ossessionato dalla continua ricerca della perfezione e dal maniacale tentativo di lavorare non per la conquista del successo ma per la conquista della verità, venne recluso in manicomio. Antimo Casertano indaga e narra la personalità di Gemito e la sua crisi esistenziale, chiedendosi cosa porta un artista alla rovina o alla sua gloria, cosa spinge un artista al blocco emotivo, psichico e professionale.
Come dichiara lo stesso autore e regista «Abbandonato alla nascita, alla ruota degli esposti, Vincenzo Gemito è uno degli artisti da collocare tra i pilastri dell'800 napoletano. La sua arte, il suo modo di lavorare, ma soprattutto il suo modo di intendere e di vivere il lavoro è ciò che mi ha spinto alla ricerca e all'approfondimento della sua intera opera. Una vita tormentata e ossessionata dalla continua ricerca della perfezione e dal maniacale tentativo di lavorare non per la conquista del successo ma per la conquista della verità. Ossessione che lo hanno spinto addirittura alla reclusione in manicomio, avvenuta tra il 1886 e il 1888, e alla conseguente, una volta uscito, clausura domestica volontaria durata oltre venti anni. La volontà è quella di poter narrare e investigare tale crisi, che può affliggere qualsiasi lavoratore, in qualsiasi ambito. Cosa porta alla rovina, cosa ci spinge al blocco emotivo, psichico e professionale? Fare arte, oggi è un lavoro? Quanto il lavoro dell’artista influisce sulle scelte personali e familiari. Quanto spesso non riusciamo più a ritrovare noi stessi, a dare un senso concreto all’arte, alla professione, al proprio lavoro? Parte da questa analisi la volontà di realizzare uno spettacolo, non solo per la volontà di ridare luce alla complessa figura di Gemito, ma soprattutto per esplorare questo delicatissimo e profondo momento che riguarda noi “esseri umani” da vicino. Attraverso la sua vicenda cercheremo di esplorare la materia intima che muove un artista. Sperando di poter aprire le giuste fessure nei meandri delle nostre anime. La risposta come al solito sarà affidata al pubblico».
L’iniziativa è riconosciuta dal Ministero della Cultura.
Il biglietto intero a spettacolo è 12 euro e il ridotto under 25 e over 65 è 8 euro. È possibile acquistare i biglietti presso il botteghino del teatro o con prevendita su Etes.