Cultura & Gossip
LIBRI - "E nella vita non si sa mai", il nuovo romanzo di Raffaele Di Palma
10.03.2025 16:41 di Napoli Magazine
Raffaele Di Palma è tornato in libreria con “E nella vita non si sa mai” per Genesi Editrice, nella collana Okeanós, 15.
 
Amante dell’arte, della musica e di tutto il bello della vita, lo scrittore napoletano già noto alla critica per la sua scrittura a forte impatto emozionale nasce come architetto, incontra poi l’insegnamento e approda alla letteratura incoraggiato da un numero molto ristretto di amici.
 
Partendo da aforismi, passando per composizioni e poesie, giunge nel 2023 alla prima pubblicazione “Sospeso nei pensieri - un viaggio senza confini”. Ma per lui non è abbastanza, sente la necessità di un ulteriore passo ed ecco che arriva il romanzo “E nella vita non si sa mai”.
 
Il palcoscenico su cui si susseguono gli eventi in queste nuove pagine spazia tra Torino, Napoli, Parigi e Fuerteventura.
 
Antonio è un ragazzo cresciuto nella periferia del capoluogo campano. Dopo gli studi superiori di tipo artistico, lavora costantemente nella tipografia di famiglia passando molto tempo con il padre. Improvvisamente persone a lui estranee iniziano a interessarsi all’attività, soprattutto dal punto di vista gestionale. Ricordando come in passato il gioco d’azzardo avesse quasi rovinato suo padre, Antonio associa tale accaduto alla cessione della tipografia e, non volendo essere causa di inutile astio in famiglia, decide di accettare la prima offerta di lavoro soddisfacente trasferendosi a Torino. Se da un lato subisce il trauma del distacco dai suoi affetti, amplificati dalle non poche difficoltà incontrate nell’individuare un alloggio adatto, da un altro, ritrova il suo amico fraterno Paolo, grazie al quale conosce Giada, una ragazza che lavora come segretaria e a cui mancano pochi esami al conseguimento di una laurea in economia.
 
“Ho iniziato a scrivere E nella vita non si sa mai a pochi giorni dall’uscita del mio primo libro Sospeso nei Pensieri – un viaggio senza confini, ha dichiarato Di Palma. A inverno ormai inoltrato, mi ritrovai nel mio studio in un pomeriggio in cui avrei potuto scegliere di mettermi a disegnare o di leggere qualcosa, insomma di passare il tempo cercando di rilassarmi un po’ come avevo sempre fatto. Non ci misi però molto ad accorgermi di quanto qualcosa mancasse: scrivere.
 
Fu in quel momento a tornarmi in mente un’intervista dello scrittore Javier Marías che, rispondendo a una delle domande della giornalista, rivelò quanto scrivere lo aiutasse a quantificare il tempo. Quel pomeriggio, non solo mi resi conto una volta in più di quanto avesse ragione Marías, ma anche di come la scrittura aiutasse anche me a quantificare il tempo e quanto fosse per me fondamentale.
 
Decisi poi di scrivere un romanzo che potesse contenere anche delle poesie, sia perché partendo dal mio essere architetto sentivo di essere in grado di scrivere qualsiasi cosa, e poi per sfida. Dato che quasi la totalità degli addetti ai lavori è solita ragionare per categorie, considerando i poeti capaci di scrivere solo poesie, i saggisti solo saggi e così via, decisi che nel mio romanzo fosse lo stesso protagonista a scriverne di poesie e che dovessero servire a ‘cerchiare’ i momenti, quasi a sottolineare l’importanza di alcuni passaggi.
 
Ovviamente, di base doveva esserci una donna ad animare la vicenda, così immaginai Giada con i suoi capelli che con quel rosso intenso ricordavano le rocce del Grand Canyon, i suoi occhi verdi poi, carichi di luccicante meraviglia, posizionati sul suo viso solo per ammaliare il prossimo: due gemme a risplendere.”.
 
La scrittura di Di Palma, dal forte impatto emozionale, è rappresa nella cifra del ‘ritorno del rimosso’ e nell’evanescenza della ‘memoria involontaria’ – si legge nella postfazione curata dal docente di letteratura italiana all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e critico militante Carlo Di Lieto.
 
‘Le intermittenze del cuore’ affidano alla scrittura una connessione empatica, offrendo uno scenario del ‘principio di realtà’, in chiave fantasmatica, su cui è possibile riconoscere l’agnizione del ‘lato nascosto delle cose’ e del funzionamento del ‘pensiero emozionale’ dell’autore.
 
L’ordito della narrazione vive di attese, fulmineo e icastico, nella scansione unitaria di una prosa asciutta e scabra, senza orpelli o lenocini stilistici. Il narratore racconta una storia avvincente, dai risvolti imprevedibili, calamitando l’attenzione del lettore fino alla fine.
 
La chiave giusta, per aprire il varco, è disvelare l’ignoto dell’anima femminile, rileva l’autore, per non essere attratti prima dalla forma, dal suo involucro, dal modo con cui si presenta, ma poi una volta aperta, non facciamo altro che ricercarne il contenuto, provando ad andare dritto al sodo, sperando che quanto scoperto possa non solo esserci utile, ma soprattutto possa essere in grado di renderci felici”.
 
La storia esplora le dinamiche dei sentimenti: l’amore per due donne, il rapporto complesso tra padre e figlio, un’amicizia fraterna, e la passione per l’arte e la natura, dando vita a un viaggio emozionante di resilienza, riconciliazione e rinnovamento, mettendo al centro l’amore e la famiglia come porto sicuro nelle tempeste della vita.
 
Non da ultimo, l’ammirazione per Massimo Troisi permea la narrazione, influenzando lo stile e i dialoghi, immaginati come un continuo scambio tra l’autore e l’attore.
 
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LIBRI - "E nella vita non si sa mai", il nuovo romanzo di Raffaele Di Palma

di Napoli Magazine

10/03/2025 - 16:41

Raffaele Di Palma è tornato in libreria con “E nella vita non si sa mai” per Genesi Editrice, nella collana Okeanós, 15.
 
Amante dell’arte, della musica e di tutto il bello della vita, lo scrittore napoletano già noto alla critica per la sua scrittura a forte impatto emozionale nasce come architetto, incontra poi l’insegnamento e approda alla letteratura incoraggiato da un numero molto ristretto di amici.
 
Partendo da aforismi, passando per composizioni e poesie, giunge nel 2023 alla prima pubblicazione “Sospeso nei pensieri - un viaggio senza confini”. Ma per lui non è abbastanza, sente la necessità di un ulteriore passo ed ecco che arriva il romanzo “E nella vita non si sa mai”.
 
Il palcoscenico su cui si susseguono gli eventi in queste nuove pagine spazia tra Torino, Napoli, Parigi e Fuerteventura.
 
Antonio è un ragazzo cresciuto nella periferia del capoluogo campano. Dopo gli studi superiori di tipo artistico, lavora costantemente nella tipografia di famiglia passando molto tempo con il padre. Improvvisamente persone a lui estranee iniziano a interessarsi all’attività, soprattutto dal punto di vista gestionale. Ricordando come in passato il gioco d’azzardo avesse quasi rovinato suo padre, Antonio associa tale accaduto alla cessione della tipografia e, non volendo essere causa di inutile astio in famiglia, decide di accettare la prima offerta di lavoro soddisfacente trasferendosi a Torino. Se da un lato subisce il trauma del distacco dai suoi affetti, amplificati dalle non poche difficoltà incontrate nell’individuare un alloggio adatto, da un altro, ritrova il suo amico fraterno Paolo, grazie al quale conosce Giada, una ragazza che lavora come segretaria e a cui mancano pochi esami al conseguimento di una laurea in economia.
 
“Ho iniziato a scrivere E nella vita non si sa mai a pochi giorni dall’uscita del mio primo libro Sospeso nei Pensieri – un viaggio senza confini, ha dichiarato Di Palma. A inverno ormai inoltrato, mi ritrovai nel mio studio in un pomeriggio in cui avrei potuto scegliere di mettermi a disegnare o di leggere qualcosa, insomma di passare il tempo cercando di rilassarmi un po’ come avevo sempre fatto. Non ci misi però molto ad accorgermi di quanto qualcosa mancasse: scrivere.
 
Fu in quel momento a tornarmi in mente un’intervista dello scrittore Javier Marías che, rispondendo a una delle domande della giornalista, rivelò quanto scrivere lo aiutasse a quantificare il tempo. Quel pomeriggio, non solo mi resi conto una volta in più di quanto avesse ragione Marías, ma anche di come la scrittura aiutasse anche me a quantificare il tempo e quanto fosse per me fondamentale.
 
Decisi poi di scrivere un romanzo che potesse contenere anche delle poesie, sia perché partendo dal mio essere architetto sentivo di essere in grado di scrivere qualsiasi cosa, e poi per sfida. Dato che quasi la totalità degli addetti ai lavori è solita ragionare per categorie, considerando i poeti capaci di scrivere solo poesie, i saggisti solo saggi e così via, decisi che nel mio romanzo fosse lo stesso protagonista a scriverne di poesie e che dovessero servire a ‘cerchiare’ i momenti, quasi a sottolineare l’importanza di alcuni passaggi.
 
Ovviamente, di base doveva esserci una donna ad animare la vicenda, così immaginai Giada con i suoi capelli che con quel rosso intenso ricordavano le rocce del Grand Canyon, i suoi occhi verdi poi, carichi di luccicante meraviglia, posizionati sul suo viso solo per ammaliare il prossimo: due gemme a risplendere.”.
 
La scrittura di Di Palma, dal forte impatto emozionale, è rappresa nella cifra del ‘ritorno del rimosso’ e nell’evanescenza della ‘memoria involontaria’ – si legge nella postfazione curata dal docente di letteratura italiana all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e critico militante Carlo Di Lieto.
 
‘Le intermittenze del cuore’ affidano alla scrittura una connessione empatica, offrendo uno scenario del ‘principio di realtà’, in chiave fantasmatica, su cui è possibile riconoscere l’agnizione del ‘lato nascosto delle cose’ e del funzionamento del ‘pensiero emozionale’ dell’autore.
 
L’ordito della narrazione vive di attese, fulmineo e icastico, nella scansione unitaria di una prosa asciutta e scabra, senza orpelli o lenocini stilistici. Il narratore racconta una storia avvincente, dai risvolti imprevedibili, calamitando l’attenzione del lettore fino alla fine.
 
La chiave giusta, per aprire il varco, è disvelare l’ignoto dell’anima femminile, rileva l’autore, per non essere attratti prima dalla forma, dal suo involucro, dal modo con cui si presenta, ma poi una volta aperta, non facciamo altro che ricercarne il contenuto, provando ad andare dritto al sodo, sperando che quanto scoperto possa non solo esserci utile, ma soprattutto possa essere in grado di renderci felici”.
 
La storia esplora le dinamiche dei sentimenti: l’amore per due donne, il rapporto complesso tra padre e figlio, un’amicizia fraterna, e la passione per l’arte e la natura, dando vita a un viaggio emozionante di resilienza, riconciliazione e rinnovamento, mettendo al centro l’amore e la famiglia come porto sicuro nelle tempeste della vita.
 
Non da ultimo, l’ammirazione per Massimo Troisi permea la narrazione, influenzando lo stile e i dialoghi, immaginati come un continuo scambio tra l’autore e l’attore.