L'Immacolata Concezione torna a Capodimonte: restituito al Museo e Real Bosco dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, il pregiato dipinto settecentesco della scuola di Francesco Solimena, trafugato dalla Chiesa di San Gennaro nel Real Bosco nel 1978. Il quadro sarà esposto al pubblico da domani al secondo piano della Reggia (sala 63). Dopo il restauro, già programmato, l'opera tornerà poi nel suo contesto originario.
"Sono arrivati anche i fondi per completare il restauro della Chiesa di San Gennaro - ha annunciato Eike Schmidt Direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte aprendo la cerimonia di riconsegna nel salone da ballo dove il quadro è stato esposto per la giornata odierna- era importante intanto che l'opera potesse essere vista subito dai visitatori della domenica gratuita e della Festa della Repubblica".
Sono intervenuti alla cerimonia Giovanni Conzo (Procuratore aggiunto presso la Procura di Roma) il Col. Paolo Befera (Comandante del Reparto Operativo del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale), Cinzia Celentano (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli – Ufficio Furti) Mons. Francesco Beneduce, Vescovo Ausiliare di Napoli, Vincenzo Stanziola, Curatore dipinti e sculture del XVIII secolo del museo.
Olio su tela, (132x97 cm), l’Immacolata Concezione proveniente dalla sagrestia della chiesa di San Gennaro a Capodimonte presenta i tipici caratteri della scuola solimenesca ed è presumibilmente da datarsi agli anni Quaranta del Settecento, gli stessi del completamento dell’edificio di Ferdinando Sanfelice.
L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, è stata sviluppata dai Carabinieri della Sezione Antiquariato del Reparto Operativo TPC che hanno individuato l’opera pittorica nell’ambito di controlli mirati alla vigilanza e al rispetto della normativa sulla circolazione dei beni antiquariali e d’arte presso le attività commerciali di settore. Nel dicembre 2024 il dipinto venne localizzato mentre era esposto per la vendita nella vetrina esterna di un antiquario nel centro storico di Roma. Il recupero è frutto di un attento e mirato accertamento effettuato attraverso lo studio e la consultazione approfondita dei cataloghi di arte rubata e alla comparazione con le opere presenti nella Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti del Comando TPC, il più grande database del mondo con oltre 6 milioni di beni culturali censiti.
L’Immacolata Concezione proveniente dalla sagrestia della chiesa di San Gennaro a Capodimonte presenta i tipici caratteri della scuola solimenesca, denotata da un vigoroso plasticismo accentuato da un morbido chiaroscuro che modella le forme. L’opera è presumibilmente da datarsi agli anni Quaranta del Settecento, gli stessi del completamento dell’edificio di Ferdinando Sanfelice e in cui pure viene datato il dipinto posto sull’altare maggiore della chiesa, raffigurante San Gennaro.
Francesco Solimena è il pittore più rappresentativo della Napoli di inizio Settecento. Pur non muovendosi mai dalla città partenopea le sue opere vengono richieste dalle principali corti europee del tempo: Roma, Torino, Madrid, Vienna. Sue opere si ritrovano nelle principali chiese napoletane quali il Santa Maria Donnaregina Nuova, Gesù Nuovo, San Nicola alla Carità, San Paolo Maggiore, Sant’Anna dei Lombardi. Acclamato ritrattista, dipinse i ritratti, tra gli altri, dell’ultimo viceré spagnolo di Napoli Giovanni Emanuele Fernandes Pacecco marchese di Villena, di Filippo V, dell’arciduca Carlo d’Asburgo, del principe Eugenio di Savoia. Formatosi alla scuola di Francesco di Maria, pittore estremamente legato alla pratica del disegno, Solimena non evitò di confrontarsi con il pittoricismo di Luca Giordano, riuscendo a coniugare gli stimoli ricevuti in una peculiare cifra stilistica caratterizzata da un vigoroso chiaroscuro che definisce le forme in senso plastico, conciliando istanze di naturalezza espressiva e rigore formale compositivo. Numerosi sono gli artisti formatisi sull’opera di Solimena, molti di questi ad oggi sono poco più che dei nomi difficili da identificare a causa del loro rifarsi pedissequamente ai modelli del maestro. Tra i più noti vanno menzionati Andrea d’Aste, Nicola Maria Rossi, Domenico Antonio Vaccaro e, soprattutto, Francesco De Mura, certamente l’allievo più dotato. Gli allievi erano incoraggiati dal maestro stesso a copiare le sue opere, consentendogli anche di replicare figure e parti di composizioni tratte dai suoi dipinti in quelli da loro realizzati.
Il successo internazionale di Solimena e le contemporanee numerose occasioni di lavoro a Napoli garantirono occasioni di lavoro a molti dei suoi allevi: il maestro, spesso, dopo l’ottenimento di una commissione, ne affidava l’esecuzione ai suoi collaboratori, i quali dovevano attenersi al disegno loro fornito. Oppure girava direttamente loro incarichi probabilmente non ritenuti all’altezza, come nel caso della carrozza degli Eletti della Città di Napoli che, come racconta De Dominici, il principale biografo degli artisti napoletani, fu da lui dirottata (pur fornendone la composizione) sul suo allievo Leonardo Olivieri, nome a cui è stato anche accostato il San Gennaro dell’omonima chiesa di Sanfelice. L’importanza di Francesco Solimena si comprende bene anche per l’influenza esercitata non solo su artisti attivi a Napoli, ma anche in Puglia e Calabria, facendo di lui il principale riferimento per tutta la pittura meridionale del Settecento.
di Napoli Magazine
29/05/2025 - 17:12
L'Immacolata Concezione torna a Capodimonte: restituito al Museo e Real Bosco dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, il pregiato dipinto settecentesco della scuola di Francesco Solimena, trafugato dalla Chiesa di San Gennaro nel Real Bosco nel 1978. Il quadro sarà esposto al pubblico da domani al secondo piano della Reggia (sala 63). Dopo il restauro, già programmato, l'opera tornerà poi nel suo contesto originario.
"Sono arrivati anche i fondi per completare il restauro della Chiesa di San Gennaro - ha annunciato Eike Schmidt Direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte aprendo la cerimonia di riconsegna nel salone da ballo dove il quadro è stato esposto per la giornata odierna- era importante intanto che l'opera potesse essere vista subito dai visitatori della domenica gratuita e della Festa della Repubblica".
Sono intervenuti alla cerimonia Giovanni Conzo (Procuratore aggiunto presso la Procura di Roma) il Col. Paolo Befera (Comandante del Reparto Operativo del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale), Cinzia Celentano (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli – Ufficio Furti) Mons. Francesco Beneduce, Vescovo Ausiliare di Napoli, Vincenzo Stanziola, Curatore dipinti e sculture del XVIII secolo del museo.
Olio su tela, (132x97 cm), l’Immacolata Concezione proveniente dalla sagrestia della chiesa di San Gennaro a Capodimonte presenta i tipici caratteri della scuola solimenesca ed è presumibilmente da datarsi agli anni Quaranta del Settecento, gli stessi del completamento dell’edificio di Ferdinando Sanfelice.
L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, è stata sviluppata dai Carabinieri della Sezione Antiquariato del Reparto Operativo TPC che hanno individuato l’opera pittorica nell’ambito di controlli mirati alla vigilanza e al rispetto della normativa sulla circolazione dei beni antiquariali e d’arte presso le attività commerciali di settore. Nel dicembre 2024 il dipinto venne localizzato mentre era esposto per la vendita nella vetrina esterna di un antiquario nel centro storico di Roma. Il recupero è frutto di un attento e mirato accertamento effettuato attraverso lo studio e la consultazione approfondita dei cataloghi di arte rubata e alla comparazione con le opere presenti nella Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti del Comando TPC, il più grande database del mondo con oltre 6 milioni di beni culturali censiti.
L’Immacolata Concezione proveniente dalla sagrestia della chiesa di San Gennaro a Capodimonte presenta i tipici caratteri della scuola solimenesca, denotata da un vigoroso plasticismo accentuato da un morbido chiaroscuro che modella le forme. L’opera è presumibilmente da datarsi agli anni Quaranta del Settecento, gli stessi del completamento dell’edificio di Ferdinando Sanfelice e in cui pure viene datato il dipinto posto sull’altare maggiore della chiesa, raffigurante San Gennaro.
Francesco Solimena è il pittore più rappresentativo della Napoli di inizio Settecento. Pur non muovendosi mai dalla città partenopea le sue opere vengono richieste dalle principali corti europee del tempo: Roma, Torino, Madrid, Vienna. Sue opere si ritrovano nelle principali chiese napoletane quali il Santa Maria Donnaregina Nuova, Gesù Nuovo, San Nicola alla Carità, San Paolo Maggiore, Sant’Anna dei Lombardi. Acclamato ritrattista, dipinse i ritratti, tra gli altri, dell’ultimo viceré spagnolo di Napoli Giovanni Emanuele Fernandes Pacecco marchese di Villena, di Filippo V, dell’arciduca Carlo d’Asburgo, del principe Eugenio di Savoia. Formatosi alla scuola di Francesco di Maria, pittore estremamente legato alla pratica del disegno, Solimena non evitò di confrontarsi con il pittoricismo di Luca Giordano, riuscendo a coniugare gli stimoli ricevuti in una peculiare cifra stilistica caratterizzata da un vigoroso chiaroscuro che definisce le forme in senso plastico, conciliando istanze di naturalezza espressiva e rigore formale compositivo. Numerosi sono gli artisti formatisi sull’opera di Solimena, molti di questi ad oggi sono poco più che dei nomi difficili da identificare a causa del loro rifarsi pedissequamente ai modelli del maestro. Tra i più noti vanno menzionati Andrea d’Aste, Nicola Maria Rossi, Domenico Antonio Vaccaro e, soprattutto, Francesco De Mura, certamente l’allievo più dotato. Gli allievi erano incoraggiati dal maestro stesso a copiare le sue opere, consentendogli anche di replicare figure e parti di composizioni tratte dai suoi dipinti in quelli da loro realizzati.
Il successo internazionale di Solimena e le contemporanee numerose occasioni di lavoro a Napoli garantirono occasioni di lavoro a molti dei suoi allevi: il maestro, spesso, dopo l’ottenimento di una commissione, ne affidava l’esecuzione ai suoi collaboratori, i quali dovevano attenersi al disegno loro fornito. Oppure girava direttamente loro incarichi probabilmente non ritenuti all’altezza, come nel caso della carrozza degli Eletti della Città di Napoli che, come racconta De Dominici, il principale biografo degli artisti napoletani, fu da lui dirottata (pur fornendone la composizione) sul suo allievo Leonardo Olivieri, nome a cui è stato anche accostato il San Gennaro dell’omonima chiesa di Sanfelice. L’importanza di Francesco Solimena si comprende bene anche per l’influenza esercitata non solo su artisti attivi a Napoli, ma anche in Puglia e Calabria, facendo di lui il principale riferimento per tutta la pittura meridionale del Settecento.