Dal 10 al 14 settembre 2025, Pozzuoli accoglie la quinta edizione di Panorama, la mostra diffusa ideata da ITALICS che ogni anno sceglie di radicarsi in un territorio unico. Con la curatela di Chiara Parisi, direttrice del Centre Pompidou-Metz, dopo Procida, Monopoli, L’Aquila e il Monferrato, il progetto approda nella città campana all’interno dei Campi Flegrei, in un territorio dove arte, mito e paesaggio formano da sempre un sistema indivisibile. Panorama Pozzuoli è realizzata grazie alla collaborazione e al sostegno della Regione Campania e di Scabec.
Panorama Pozzuoli si articola come una promenade ininterrotta in un paesaggio stratificato: una narrazione a cielo aperto attraversata da una tensione mitologica che prende forma nel tema della divinizzazione. Non si tratta di un concetto astratto, ma di un’eredità geologica e culturale inscritta nei luoghi stessi. Qui, dove i vulcani modellano il paesaggio e il bradisismo ne scandisce il respiro, il mito si è trasformato in geografia e la visione del divino si è depositata nel quotidiano.
Pozzuoli (Puteoli, “i piccoli pozzi”) nasce dal fuoco e dall’acqua. Affacciata sul Tirreno e rivolta verso le isole di Ischia, Procida e Vivara, è un crocevia naturale e simbolico del Mediterraneo, città unica nel suo genere e gemma nel Golfo di Napoli. Tra il Rione Terra – cuore della città e al tempo stesso promontorio, rovina e centro identitario che custodisce nel sottosuolo uno dei percorsi archeologici più emozionanti del Mediterraneo – e la Solfatara – con i suoi vapori sulfurei e la sua attività tellurica – si dispiega un territorio in cui bellezza e tremore convivono. Si tratta di una costellazione di luoghi mitici: Cuma, prima colonia greca d’Occidente, con l’antro della Sibilla; il parco di Baia, città romana scomparsa nel mare; o ancora il Lago d’Averno, creduto l’ingresso dell’Oltretomba. Pozzuoli è anche il teatro del martirio di San Gennaro che, secondo la tradizione, fu decapitato alla Solfatara, dando origine a uno dei culti più longevi e complessi del Mezzogiorno. La memoria di questo evento si intreccia con la grande pittura barocca nelle straordinarie opere di Artemisia Gentileschi conservate nel Museo Diocesano, dove il genio dell’artista seppe tradurre passioni, violenze e rivendicazioni del proprio tempo.
Tra terra e mare, storia e miracoli, Panorama Pozzuoli propone un attraversamento del paesaggio come esperienza estetica e conoscitiva, in cui le opere si confrontano con l’eco degli dèi e dei vulcani, delle rovine e delle rivoluzioni.
La promenade inizia dall’Anfiteatro Flavio, tra i più grandi costruiti durante l’Impero Romano, un’architettura monumentale della gloria imperiale, oggi patrimonio vivente nel senso più profondo e romantico del termine. Si prosegue con il giardino terrazzato del Parco pubblico di Villa Avellino e con il Cinema Sofia, simbolo della memoria urbana che porta il nome della celebre attrice italiana cresciuta poco distante. Il percorso continua nella città alta e bassa, tra spazi religiosi e civili: la Chiesa di San Raffaele Arcangelo con la sua architettura borrominiana e l’area esterna della Chiesa del Purgatorio. Si giunge così al Rione Terra, cuore pulsante di Panorama dove si concentra il percorso archeologico sotterraneo, il Duomo di San Procolo Martire, edificato su un antico tempio romano, la Chiesa di San Liborio e i locali storici restaurati che ora tornano a vivere attraverso la presenza delle opere. Tra i luoghi della mostra anche il Parco Archeologico di Cuma, città fondata nel VIII sec. a.C. e considerata una delle più antiche colonie della Magna Grecia, che in breve tempo riuscì a conquistare quasi tutta la costa campana.
Il progetto si estende anche a luoghi che, pur non ospitando interventi artistici, sono parte integrante di Panorama Pozzuoli. Tra questi: il Macellum/Tempio di Serapide o la Solfatara, con i suoi fenomeni vulcanici ancora attivi; l’intero territorio flegreo con il Parco sommerso di Baia; il Castello di Baia e il suo museo archeologico; il Tempio di Venere e il Tempio di Diana; il Lago d’Averno, creduto l’ingresso dell’Ade; poi il Lago Fusaro con la Casina Vanvitelliana; il Monte Nuovo, cratere nato nel 1538; e ancora la Piscina Mirabilis a Bacoli, grande cisterna romana, importantissima per completare il racconto del sistema idrico e del sacro; e infine lo Stadio di Antonino Pio, presso la Foresta di Cuma, legato al culto imperiale. Sono luoghi che custodiscono una forza simbolica, paesaggistica e culturale che dialoga con il pensiero dell’arte contemporanea. In questi spazi la scelta di non intervenire diventa essa stessa un gesto curatoriale, un atto di rispetto e di ascolto. Lasciati “vuoti”, si offrono allo sguardo come soglie percettive: luoghi dove l’arte lascia spazio alla memoria. L’intero progetto si fonda su un approccio ecologico, attento al contesto e alle sue risorse: ogni intervento è pensato per dialogare con i luoghi senza sovraccaricarli, nel rispetto dei loro equilibri storici, ambientali e sociali.
Panorama Pozzuoli è un attraversamento fisico e simbolico dei luoghi in cui artisti e visitatori dialogano con stratificazioni storiche e geologiche, con divinità antiche e tensioni del presente. Il tema della divinizzazione non è nostalgia né celebrazione, ma un interrogativo attuale: una domanda aperta su come l’umano, il naturale e il sacro continuino a ridefinirsi nello spazio del visibile.
La mostra presenta, in più occasioni, più opere per artista, articolando veri e propri solo show diffusi nello spazio urbano e archeologico. Particolare attenzione è stata dedicata alla produzione di nuove opere e all’attivazione di contesti site-specific: molte installazioni sono state ideate in dialogo diretto con i luoghi che le accolgono, alcuni dei quali aperti per la prima volta a interventi artistici. Accanto a queste, trovano spazio opere d’arte moderna e antica, raramente esposte prima, che qui si intrecciano in modo suggestivo con il contemporaneo.
Tutte le città hanno simboli. Con Panorama, per un po’, Pozzuoli ne avrà uno nuovo, sospeso tra cielo e terra. Appare in alto, sulla gru che domina il Rione Terra, affacciata sul mare: Tamburino di Maurizio Cattelan è un bambino che batte il tamburo e quel suono si diffonde nello spazio, insistente, ipnotico, quasi rituale. Realizzata nel 2003, l’opera è tra quelle in cui la tensione tra innocenza e ossessione, tipica dell’artista, si fa più sottile e penetrante.
Simone Fattal presenta un lavoro struggente sulla soglia tra l’umano e l’eterno; tra visibile e invisibile, Anish Kapoor tra visibile e invisibile interroga lo sguardo e l’anima; Ugo Rondinone realizza un’opera site-specific legata alla voce delle rovine. E poi ancora, solo per citarne alcuni, Carlos Amorales, William Kentridge, Gino Marotta, Mario Merz, Wilfredo Prieto, Lawrence Weiner e dialoghi straordinari, come quello tra l’Anfiteatro e Clarissa Baldassarri oppure il vulcano e Goshka Macuga.
Anche le generazioni più giovani, rappresentate, tra gli altri, da Oliver Beer, Giusy Pirrotta, Damir Ocko, Felix Shumba, trovano voce lavorando con archeologia e mito, storia e identità. Assieme alle nuove produzioni, la mostra propone confronti straordinari con capolavori di arte antica e moderna – dalle sculture romane risalenti al II secolo d.C., ai dipinti di Luca Giordano e Luigi Primo, o le opere di Matteo Bottigliero, tutti attivi tra il Seicento e Settecento – che danno forza a un percorso segnato da presenze quasi divine.
Da Jannis Kounellis, Emilio Isgrò, Marino Marini e Gianni Colombo, che hanno segnato l’arte italiana e internazionale, ai progetti iconici di Elmgreen & Dragset, Simon Starling e Michael Landy, ogni presenza costruisce una costellazione. Artisti come Sandra Vásquez de la Horra, Celia Paul, Sang A Han, Helena Hladilová, Marie Denis, Servane Mary e Rebecca Moccia portano uno sguardo potente, mentre Simon Dybbroe Møller, David Tremlett, Fabrizio Corneli, Kevin Francis Gray e Walter Moroder amplificano la forza del gesto e della materia. Il tempo si stratifica tra i dialoghi con i maestri del Seicento, Viviano Codazzi e Michelangelo Cerquozzi, Giovanni Peruzzini, così come nella poesia di Maria Grazia Rosin o nel cinema visionario di Yuri Ancarani. Jan Vercruysse e Bram Demunter offrono una dimensione enigmatica e politica, capace di aprire varchi interiori.
Ogni artista coinvolto dialoga con il proprio tempo e chi lo abita, con sguardo lucido, consapevole, a tratti ironico, generando cortocircuiti fertili tra passato e presente.
Come in un ecosistema, l’esperienza artistica si espande oltre la dimensione espositiva, generando occasioni di incontro, ascolto e partecipazione.
Accompagnano il pubblico nel percorso di Panorama gli speakers’ corners, ispirati alla tradizione oratoria degli spazi liberi di parola, nati a Hyde Park a Londra. Adattati al contesto del progetto, diventano postazioni mobili in cui voci diverse, artisti, filosofi, poeti, attivisti, studiosi locali prendono la parola nello spazio pubblico. Non conferenze né lezioni, ma brevi interventi pensati per attivare il pensiero e il confronto, innescando una dimensione orale, politica e collettiva.
La manifestazione dialoga con il territorio anche attraverso una costellazione di frasi tratte dall’Eneide, disseminate in vari punti della città. Come un gesto di graffiti writing mitologico, queste parole antiche compaiono nei vicoli e negli spazi inattesi, portando la voce di Enea nel paesaggio urbano.
Ispirate allo spirito diretto e talvolta irriverente delle scritte di strada, queste frasi mescolano memoria classica e immaginario popolare, trasformando Pozzuoli in una mappa di visioni e segnali da decifrare, una costellazione flegrea geopoetica.
Tra i momenti più attesi della manifestazione, le colazioni con gli artisti – realizzate in collaborazione con la Fondazione Morra Greco di Napoli – offrono uno spazio informale di dialogo tra pubblico e autori nei bar della città. In parallelo, il progetto coinvolge scuole, associazioni e realtà del territorio impegnate anche nell’inclusione sociale, attraverso attività di mediazione e percorsi di avvicinamento sensibile all’arte contemporanea, con i giovani provenienti dai progetti di reinserimento destinati a ragazzi degli istituti di pena minorile di Nisida e dal carcere femminile di Pozzuoli che Puteoli Sacra ha attivato e segue da anni.
Tra le iniziative speciali torna l’Italics d’Oro, il riconoscimento che ogni anno celebra l’intenso legame tra un artista e il territorio. Quest’anno il premio viene assegnato a Tomaso Binga (Salerno, 1931) nome d’arte di Bianca Pucciarelli Menna, figura centrale della poesia visiva e della sperimentazione verbo-visiva in Italia. Da sempre impegnata nella riflessione sui linguaggi e sull’identità di genere, l’artista ha costruito un legame profondo con la Campania, dove ha vissuto e lavorato a lungo, contribuendo in modo significativo alla vita culturale e artistica del territorio. Il premio sarà consegnato nei giorni della manifestazione, alla presenza dell’artista.
Accanto a questo momento simbolico, la manifestazione si apre anche a gesti più diffusi e ironici, ne sono esempio le borse e le t-shirt disegnate da Maurizio Cattelan che circoleranno per la città come piccoli trofei da indossare, portando l’arte nello spazio pubblico e nel quotidiano.
Animata dalla volontà di instaurare collaborazioni con i musei napoletani, come la Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee – museo Madre, la Fondazione Morra Greco, Napoli, il Museo e Real Bosco di Capodimonte e le realtà del territorio, come il suggestivo Parco Archeologico dei Campi Flegrei e Puteoli Sacra, e con il coinvolgimento delle gallerie della rete ITALICS, Panorama Pozzuoli dà vita a un racconto corale che attraversa le epoche, restituendo al pubblico un’esperienza immersiva e partecipativa, in grado di trasformare la città.
Lontano da un approccio espositivo convenzionale, Panorama Pozzuoli si configura come un palinsesto collaborativo e un ecosistema aperto, in trasformazione, che connette esperienze estetiche, pratiche partecipative e conoscenza condivisa. In questo intreccio virtuoso, la città non è soltanto scenario, ma soggetto attivo di un racconto che attraversa linguaggi, generazioni e appartenenze.
Panorama Pozzuoli vede il patrocinio dell’UNESCO e della Città di Pozzuoli che accoglie la manifestazione e che, grazie al prezioso contributo e alla fattiva collaborazione del Sindaco Luigi Manzoni, ha reso possibile l’accesso ai luoghi più preziosi della città. Fondamentali la collaborazione e il sostegno della Regione Campania e di Scabec, a valere sui Fondi Coesione Italia 21/27, che giocano un ruolo fondamentale per fare di Panorama un’esperienza espositiva unica, espressione dei valori di ITALICS, in grado di unire stili, tecniche e pensieri molteplici attraverso itinerari d’arte che continuano uno straordinario viaggio iniziato nel 2020 tra le pagine web della piattaforma Italics.art.
Panorama è un format voluto e condiviso dalle gallerie consorziate in un’ottica di collaborazione con i territori coinvolti, simbolo di un impegno che intende espandersi progressivamente in un programma e in alleanze tese a ribadire la centralità e il ruolo delle gallerie d’arte in Italia in un sistema culturale, locale e globale in continua evoluzione. Una forte vocazione territoriale che guarda al mondo in costante trasformazione.
ITALICS accoglie Banca Ifis come nuovo Main Partner. Il sostegno al progetto rientra nell’ambito di Ifis art, il brand voluto dal Presidente Ernesto Fürstenberg Fassio che raccoglie tutte le iniziative volte alla valorizzazione dell’arte, della cultura e della creatività contemporanea, con l’obiettivo di creare valore per le persone e le comunità.
Quest’anno Valmont ha scelto di supportare la manifestazione in qualità di Sponsor per celebrare insieme ad ITALICS l’armonia tra cultura, territorio e ispirazione artistica, riscoprendo il potere trasformativo dell’arte in un contesto dove storia e creatività si fondono. La Maison svizzera della cosmetica cellulare si distingue, con Fondation Valmont, per lo spirito mecenatistico volto a esplorare il legame sottile con l’arte, il benessere mentale e la bellezza in tutte le sue forme.
Jumeirah Capri Palace partecipa quest’anno a Panorama in qualità di Sponsor, portando il ristorante aMaRe Capri, osteria di mare e pizza d’autore in collaborazione con Franco Pepe, nel cuore del Rione Terra. Supportando ITALICS, Jumeirah Capri Palace rinnova il proprio impegno nel valorizzare l’arte e la creatività in tutte le sue forme, in un intreccio unico di ospitalità e cucina, espressioni culturali e strumento di connessione con il territorio.
Torna anche per questa edizione Poste Italiane in qualità di Sponsor sedi per supportare la manifestazione rendendo accessibili al pubblico i luoghi che ospitano il percorso espositivo.
Si rinnova infine anche la media partnership con Il Giornale dell’Arte.
di Napoli Magazine
25/07/2025 - 12:24
Dal 10 al 14 settembre 2025, Pozzuoli accoglie la quinta edizione di Panorama, la mostra diffusa ideata da ITALICS che ogni anno sceglie di radicarsi in un territorio unico. Con la curatela di Chiara Parisi, direttrice del Centre Pompidou-Metz, dopo Procida, Monopoli, L’Aquila e il Monferrato, il progetto approda nella città campana all’interno dei Campi Flegrei, in un territorio dove arte, mito e paesaggio formano da sempre un sistema indivisibile. Panorama Pozzuoli è realizzata grazie alla collaborazione e al sostegno della Regione Campania e di Scabec.
Panorama Pozzuoli si articola come una promenade ininterrotta in un paesaggio stratificato: una narrazione a cielo aperto attraversata da una tensione mitologica che prende forma nel tema della divinizzazione. Non si tratta di un concetto astratto, ma di un’eredità geologica e culturale inscritta nei luoghi stessi. Qui, dove i vulcani modellano il paesaggio e il bradisismo ne scandisce il respiro, il mito si è trasformato in geografia e la visione del divino si è depositata nel quotidiano.
Pozzuoli (Puteoli, “i piccoli pozzi”) nasce dal fuoco e dall’acqua. Affacciata sul Tirreno e rivolta verso le isole di Ischia, Procida e Vivara, è un crocevia naturale e simbolico del Mediterraneo, città unica nel suo genere e gemma nel Golfo di Napoli. Tra il Rione Terra – cuore della città e al tempo stesso promontorio, rovina e centro identitario che custodisce nel sottosuolo uno dei percorsi archeologici più emozionanti del Mediterraneo – e la Solfatara – con i suoi vapori sulfurei e la sua attività tellurica – si dispiega un territorio in cui bellezza e tremore convivono. Si tratta di una costellazione di luoghi mitici: Cuma, prima colonia greca d’Occidente, con l’antro della Sibilla; il parco di Baia, città romana scomparsa nel mare; o ancora il Lago d’Averno, creduto l’ingresso dell’Oltretomba. Pozzuoli è anche il teatro del martirio di San Gennaro che, secondo la tradizione, fu decapitato alla Solfatara, dando origine a uno dei culti più longevi e complessi del Mezzogiorno. La memoria di questo evento si intreccia con la grande pittura barocca nelle straordinarie opere di Artemisia Gentileschi conservate nel Museo Diocesano, dove il genio dell’artista seppe tradurre passioni, violenze e rivendicazioni del proprio tempo.
Tra terra e mare, storia e miracoli, Panorama Pozzuoli propone un attraversamento del paesaggio come esperienza estetica e conoscitiva, in cui le opere si confrontano con l’eco degli dèi e dei vulcani, delle rovine e delle rivoluzioni.
La promenade inizia dall’Anfiteatro Flavio, tra i più grandi costruiti durante l’Impero Romano, un’architettura monumentale della gloria imperiale, oggi patrimonio vivente nel senso più profondo e romantico del termine. Si prosegue con il giardino terrazzato del Parco pubblico di Villa Avellino e con il Cinema Sofia, simbolo della memoria urbana che porta il nome della celebre attrice italiana cresciuta poco distante. Il percorso continua nella città alta e bassa, tra spazi religiosi e civili: la Chiesa di San Raffaele Arcangelo con la sua architettura borrominiana e l’area esterna della Chiesa del Purgatorio. Si giunge così al Rione Terra, cuore pulsante di Panorama dove si concentra il percorso archeologico sotterraneo, il Duomo di San Procolo Martire, edificato su un antico tempio romano, la Chiesa di San Liborio e i locali storici restaurati che ora tornano a vivere attraverso la presenza delle opere. Tra i luoghi della mostra anche il Parco Archeologico di Cuma, città fondata nel VIII sec. a.C. e considerata una delle più antiche colonie della Magna Grecia, che in breve tempo riuscì a conquistare quasi tutta la costa campana.
Il progetto si estende anche a luoghi che, pur non ospitando interventi artistici, sono parte integrante di Panorama Pozzuoli. Tra questi: il Macellum/Tempio di Serapide o la Solfatara, con i suoi fenomeni vulcanici ancora attivi; l’intero territorio flegreo con il Parco sommerso di Baia; il Castello di Baia e il suo museo archeologico; il Tempio di Venere e il Tempio di Diana; il Lago d’Averno, creduto l’ingresso dell’Ade; poi il Lago Fusaro con la Casina Vanvitelliana; il Monte Nuovo, cratere nato nel 1538; e ancora la Piscina Mirabilis a Bacoli, grande cisterna romana, importantissima per completare il racconto del sistema idrico e del sacro; e infine lo Stadio di Antonino Pio, presso la Foresta di Cuma, legato al culto imperiale. Sono luoghi che custodiscono una forza simbolica, paesaggistica e culturale che dialoga con il pensiero dell’arte contemporanea. In questi spazi la scelta di non intervenire diventa essa stessa un gesto curatoriale, un atto di rispetto e di ascolto. Lasciati “vuoti”, si offrono allo sguardo come soglie percettive: luoghi dove l’arte lascia spazio alla memoria. L’intero progetto si fonda su un approccio ecologico, attento al contesto e alle sue risorse: ogni intervento è pensato per dialogare con i luoghi senza sovraccaricarli, nel rispetto dei loro equilibri storici, ambientali e sociali.
Panorama Pozzuoli è un attraversamento fisico e simbolico dei luoghi in cui artisti e visitatori dialogano con stratificazioni storiche e geologiche, con divinità antiche e tensioni del presente. Il tema della divinizzazione non è nostalgia né celebrazione, ma un interrogativo attuale: una domanda aperta su come l’umano, il naturale e il sacro continuino a ridefinirsi nello spazio del visibile.
La mostra presenta, in più occasioni, più opere per artista, articolando veri e propri solo show diffusi nello spazio urbano e archeologico. Particolare attenzione è stata dedicata alla produzione di nuove opere e all’attivazione di contesti site-specific: molte installazioni sono state ideate in dialogo diretto con i luoghi che le accolgono, alcuni dei quali aperti per la prima volta a interventi artistici. Accanto a queste, trovano spazio opere d’arte moderna e antica, raramente esposte prima, che qui si intrecciano in modo suggestivo con il contemporaneo.
Tutte le città hanno simboli. Con Panorama, per un po’, Pozzuoli ne avrà uno nuovo, sospeso tra cielo e terra. Appare in alto, sulla gru che domina il Rione Terra, affacciata sul mare: Tamburino di Maurizio Cattelan è un bambino che batte il tamburo e quel suono si diffonde nello spazio, insistente, ipnotico, quasi rituale. Realizzata nel 2003, l’opera è tra quelle in cui la tensione tra innocenza e ossessione, tipica dell’artista, si fa più sottile e penetrante.
Simone Fattal presenta un lavoro struggente sulla soglia tra l’umano e l’eterno; tra visibile e invisibile, Anish Kapoor tra visibile e invisibile interroga lo sguardo e l’anima; Ugo Rondinone realizza un’opera site-specific legata alla voce delle rovine. E poi ancora, solo per citarne alcuni, Carlos Amorales, William Kentridge, Gino Marotta, Mario Merz, Wilfredo Prieto, Lawrence Weiner e dialoghi straordinari, come quello tra l’Anfiteatro e Clarissa Baldassarri oppure il vulcano e Goshka Macuga.
Anche le generazioni più giovani, rappresentate, tra gli altri, da Oliver Beer, Giusy Pirrotta, Damir Ocko, Felix Shumba, trovano voce lavorando con archeologia e mito, storia e identità. Assieme alle nuove produzioni, la mostra propone confronti straordinari con capolavori di arte antica e moderna – dalle sculture romane risalenti al II secolo d.C., ai dipinti di Luca Giordano e Luigi Primo, o le opere di Matteo Bottigliero, tutti attivi tra il Seicento e Settecento – che danno forza a un percorso segnato da presenze quasi divine.
Da Jannis Kounellis, Emilio Isgrò, Marino Marini e Gianni Colombo, che hanno segnato l’arte italiana e internazionale, ai progetti iconici di Elmgreen & Dragset, Simon Starling e Michael Landy, ogni presenza costruisce una costellazione. Artisti come Sandra Vásquez de la Horra, Celia Paul, Sang A Han, Helena Hladilová, Marie Denis, Servane Mary e Rebecca Moccia portano uno sguardo potente, mentre Simon Dybbroe Møller, David Tremlett, Fabrizio Corneli, Kevin Francis Gray e Walter Moroder amplificano la forza del gesto e della materia. Il tempo si stratifica tra i dialoghi con i maestri del Seicento, Viviano Codazzi e Michelangelo Cerquozzi, Giovanni Peruzzini, così come nella poesia di Maria Grazia Rosin o nel cinema visionario di Yuri Ancarani. Jan Vercruysse e Bram Demunter offrono una dimensione enigmatica e politica, capace di aprire varchi interiori.
Ogni artista coinvolto dialoga con il proprio tempo e chi lo abita, con sguardo lucido, consapevole, a tratti ironico, generando cortocircuiti fertili tra passato e presente.
Come in un ecosistema, l’esperienza artistica si espande oltre la dimensione espositiva, generando occasioni di incontro, ascolto e partecipazione.
Accompagnano il pubblico nel percorso di Panorama gli speakers’ corners, ispirati alla tradizione oratoria degli spazi liberi di parola, nati a Hyde Park a Londra. Adattati al contesto del progetto, diventano postazioni mobili in cui voci diverse, artisti, filosofi, poeti, attivisti, studiosi locali prendono la parola nello spazio pubblico. Non conferenze né lezioni, ma brevi interventi pensati per attivare il pensiero e il confronto, innescando una dimensione orale, politica e collettiva.
La manifestazione dialoga con il territorio anche attraverso una costellazione di frasi tratte dall’Eneide, disseminate in vari punti della città. Come un gesto di graffiti writing mitologico, queste parole antiche compaiono nei vicoli e negli spazi inattesi, portando la voce di Enea nel paesaggio urbano.
Ispirate allo spirito diretto e talvolta irriverente delle scritte di strada, queste frasi mescolano memoria classica e immaginario popolare, trasformando Pozzuoli in una mappa di visioni e segnali da decifrare, una costellazione flegrea geopoetica.
Tra i momenti più attesi della manifestazione, le colazioni con gli artisti – realizzate in collaborazione con la Fondazione Morra Greco di Napoli – offrono uno spazio informale di dialogo tra pubblico e autori nei bar della città. In parallelo, il progetto coinvolge scuole, associazioni e realtà del territorio impegnate anche nell’inclusione sociale, attraverso attività di mediazione e percorsi di avvicinamento sensibile all’arte contemporanea, con i giovani provenienti dai progetti di reinserimento destinati a ragazzi degli istituti di pena minorile di Nisida e dal carcere femminile di Pozzuoli che Puteoli Sacra ha attivato e segue da anni.
Tra le iniziative speciali torna l’Italics d’Oro, il riconoscimento che ogni anno celebra l’intenso legame tra un artista e il territorio. Quest’anno il premio viene assegnato a Tomaso Binga (Salerno, 1931) nome d’arte di Bianca Pucciarelli Menna, figura centrale della poesia visiva e della sperimentazione verbo-visiva in Italia. Da sempre impegnata nella riflessione sui linguaggi e sull’identità di genere, l’artista ha costruito un legame profondo con la Campania, dove ha vissuto e lavorato a lungo, contribuendo in modo significativo alla vita culturale e artistica del territorio. Il premio sarà consegnato nei giorni della manifestazione, alla presenza dell’artista.
Accanto a questo momento simbolico, la manifestazione si apre anche a gesti più diffusi e ironici, ne sono esempio le borse e le t-shirt disegnate da Maurizio Cattelan che circoleranno per la città come piccoli trofei da indossare, portando l’arte nello spazio pubblico e nel quotidiano.
Animata dalla volontà di instaurare collaborazioni con i musei napoletani, come la Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee – museo Madre, la Fondazione Morra Greco, Napoli, il Museo e Real Bosco di Capodimonte e le realtà del territorio, come il suggestivo Parco Archeologico dei Campi Flegrei e Puteoli Sacra, e con il coinvolgimento delle gallerie della rete ITALICS, Panorama Pozzuoli dà vita a un racconto corale che attraversa le epoche, restituendo al pubblico un’esperienza immersiva e partecipativa, in grado di trasformare la città.
Lontano da un approccio espositivo convenzionale, Panorama Pozzuoli si configura come un palinsesto collaborativo e un ecosistema aperto, in trasformazione, che connette esperienze estetiche, pratiche partecipative e conoscenza condivisa. In questo intreccio virtuoso, la città non è soltanto scenario, ma soggetto attivo di un racconto che attraversa linguaggi, generazioni e appartenenze.
Panorama Pozzuoli vede il patrocinio dell’UNESCO e della Città di Pozzuoli che accoglie la manifestazione e che, grazie al prezioso contributo e alla fattiva collaborazione del Sindaco Luigi Manzoni, ha reso possibile l’accesso ai luoghi più preziosi della città. Fondamentali la collaborazione e il sostegno della Regione Campania e di Scabec, a valere sui Fondi Coesione Italia 21/27, che giocano un ruolo fondamentale per fare di Panorama un’esperienza espositiva unica, espressione dei valori di ITALICS, in grado di unire stili, tecniche e pensieri molteplici attraverso itinerari d’arte che continuano uno straordinario viaggio iniziato nel 2020 tra le pagine web della piattaforma Italics.art.
Panorama è un format voluto e condiviso dalle gallerie consorziate in un’ottica di collaborazione con i territori coinvolti, simbolo di un impegno che intende espandersi progressivamente in un programma e in alleanze tese a ribadire la centralità e il ruolo delle gallerie d’arte in Italia in un sistema culturale, locale e globale in continua evoluzione. Una forte vocazione territoriale che guarda al mondo in costante trasformazione.
ITALICS accoglie Banca Ifis come nuovo Main Partner. Il sostegno al progetto rientra nell’ambito di Ifis art, il brand voluto dal Presidente Ernesto Fürstenberg Fassio che raccoglie tutte le iniziative volte alla valorizzazione dell’arte, della cultura e della creatività contemporanea, con l’obiettivo di creare valore per le persone e le comunità.
Quest’anno Valmont ha scelto di supportare la manifestazione in qualità di Sponsor per celebrare insieme ad ITALICS l’armonia tra cultura, territorio e ispirazione artistica, riscoprendo il potere trasformativo dell’arte in un contesto dove storia e creatività si fondono. La Maison svizzera della cosmetica cellulare si distingue, con Fondation Valmont, per lo spirito mecenatistico volto a esplorare il legame sottile con l’arte, il benessere mentale e la bellezza in tutte le sue forme.
Jumeirah Capri Palace partecipa quest’anno a Panorama in qualità di Sponsor, portando il ristorante aMaRe Capri, osteria di mare e pizza d’autore in collaborazione con Franco Pepe, nel cuore del Rione Terra. Supportando ITALICS, Jumeirah Capri Palace rinnova il proprio impegno nel valorizzare l’arte e la creatività in tutte le sue forme, in un intreccio unico di ospitalità e cucina, espressioni culturali e strumento di connessione con il territorio.
Torna anche per questa edizione Poste Italiane in qualità di Sponsor sedi per supportare la manifestazione rendendo accessibili al pubblico i luoghi che ospitano il percorso espositivo.
Si rinnova infine anche la media partnership con Il Giornale dell’Arte.