Al Teatro San Ferdinando di Napoli
in prima nazionale dal 3 al 13 aprile 2025
LE ANIME MORTE
ovvero
LE (DIS)AVVENTURE DI UN ONESTO TRUFFATORE
Peppino Mazzotta, riscrive e porta in scena una delle opere più note di Gogol’, Anime morte: un affresco grandioso e sconvolgente della Russia di metà Ottocento, un capolavoro in cui l’autore, con la sua anarchica energia vitale, infonde l’essenza del carattere russo e, al tempo stesso,
sfiora gli orrori nascosti nel profondo di tutti noi.
LE ANIME MORTE ovvero LE (DIS)AVVENTURE DI UN ONESTO TRUFFATORE
testo e regia Peppino Mazzotta
collaborazione alla drammaturgia Igor Esposito
libero adattamento da Anime morte di Nikolaj Vasil’evic Gogol’
personaggi e interpreti
Federico Vanni Cicikov
Milvia Marigliano Korobocka
Gennaro Apicella Direttore delle Poste
Raffaele Ausiello Nozdrev
Gennaro Di Biase Selifan
Salvatore D’Onofrio Governatore
Antonio Marfella Capo della Polizia
Alfonso Postiglione Sobakevic
Luciano Saltarelli Malinov
scene Fabrizio Comparone
costumi Eleonora Rossi
disegno luci Cesare Accetta
contributi digitali Antonio Farina
musiche Massimo Cordovani
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale
Note di regia
di Peppino Mazzotta
«Nikolàj Vasil’evic Gogol’ nasce nel 1809, la prima edizione delle sue “Anime morte” è datata 1842, ma l’opera sembra adattarsi perfettamente al nostro presente. Trattasi di classico della letteratura e perciò non ci dobbiamo stupire se, come diceva Calvino, non finisce mai di dire quello che ha da dire. Bisogna però ammettere che continua a parlarci anche perché, in materia di imbroglioni, corruttela e avidità, nulla sembra essere mai cambiato, nei quasi due secoli che ci separano.
L’eroe del romanzo Gogoliano è un certo Pavel Ivànovic Cicikov, funzionario pubblico. Gogol ci tiene a farci sapere che non è un uomo virtuoso. Perché è giunta l’ora di lasciar finalmente riposare il povero uomo virtuoso. Considerato che l’espressione “uomo virtuoso” gira ormai invano sulla bocca di tutti, lo si evoca ipocritamente e nessuno lo rispetta. L’uomo virtuoso è stato trasformato in un cavallo e cavalcato senza ritegno, tanto da sfiancarlo e ridurlo pelle e ossa, senza neanche più un’ombra di virtù. Perciò Gogol decide che è arrivato il momento di attaccare al carro anche il mascalzone. Pavel Ivànovic Cicikov è quindi un mascalzone. Un prototipo umano che si rigenera continuamente, in ogni tempo e modello sociale. Un burocrate truffaldino, il cui stato di servizio sembra tratto dalla peggiore cronaca politica e giudiziaria della nostra attualità, animato da una forza centrifuga che lo spinge verso la scalata sociale e lo obbliga a un pellegrinaggio infinito. Un uomo che non ha priorità spirituali e non è ostacolato o appesantito da alcuno scrupolo o modello etico di riferimento. Ma, attenzione, dovesse capitarvi di incontrarlo, ne ricavereste una buonissima impressione, potreste solo dire che è un brav’uomo, una persona perbene, gentile, affabile e piena di decoro. Questa simpatica canaglia è il bisturi con cui Gogol’ fa l’autopsia all’umanità, in una prospettiva di redenzione progressiva che resterà, purtroppo, solo nelle intenzioni dell’autore.
Delle tre parti di cui doveva comporsi il suo poema, secondo il modello della Divina Commedia, l’unica integra è la prima, di cui si occupa questo allestimento, nella quale viene descritta la dimensione morale più bassa. Mentre la seconda è composta da alcuni ampi frammenti scampati alle fiamme a cui lo stesso autore l’aveva condannata e la terza non fu mai scritta.
Le anime morte del capolavoro gogoliano, erano in realtà i servi della gleba deceduti tra un censimento e l’altro, per i quali i proprietari continuavano a pagare la tassa governativa, nell’attesa del conteggio successivo che ne avrebbe ratificato l’effettiva dipartita».
«Il furbo Cicikov escogita un piano per ricavare un suo personale profitto da questa faglia nel sistema. Alleggerendo magnanimamente dell’inutile e gravosa tassa alcuni stolidi e avidi proprietari, entra in possesso di un cospicuo numero di morti, censiti come vivi, con l’intento di ipotecarli presso l’Ufficio di Tutela ed estorcere, in cambio, una grossa somma di denaro.
Tutto nei limiti imposti dalla legge, con tanto di contratti di cessione, di vendita e di trasferimento regolarmente registrati.
Nel mettere in atto questo suo proposito, l’eroe gogoliano compie un viaggio picaresco nei gironi di un inferno fatto di debilitante quotidianità, popolata da morti-viventi attaccati alla roba più che alla vita, senza alcuna prospettiva universale. Gogol’ ci offre, così, una tragicomica e grottesca galleria di personaggi straordinari con un’intera tavolozza di vizi e meschinità che sono manna per la scena. Non stupisce, quindi, che in Russia il romanzo Anime morte sia stato e continui ad essere oggetto di numerosi allestimenti teatrali più o meno grandiosi e trasposizioni cinematografiche e televisive».
durata spettacolo 2 ore circa
calendario rappresentazioni
03/04/2025 ore 21:00 prima
04/04 ore 21:00 | 05/04 ore 19:00 | 06/04 ore 18:00
08/04 ore 21:00 | 09/04 ore 17:00 | 10/04 ore 19:00
11/04 ore 21:00 | 12/04 ore 19:00 | 13/04 ore 18:0
di Napoli Magazine
31/03/2025 - 17:32
Al Teatro San Ferdinando di Napoli
in prima nazionale dal 3 al 13 aprile 2025
LE ANIME MORTE
ovvero
LE (DIS)AVVENTURE DI UN ONESTO TRUFFATORE
Peppino Mazzotta, riscrive e porta in scena una delle opere più note di Gogol’, Anime morte: un affresco grandioso e sconvolgente della Russia di metà Ottocento, un capolavoro in cui l’autore, con la sua anarchica energia vitale, infonde l’essenza del carattere russo e, al tempo stesso,
sfiora gli orrori nascosti nel profondo di tutti noi.
LE ANIME MORTE ovvero LE (DIS)AVVENTURE DI UN ONESTO TRUFFATORE
testo e regia Peppino Mazzotta
collaborazione alla drammaturgia Igor Esposito
libero adattamento da Anime morte di Nikolaj Vasil’evic Gogol’
personaggi e interpreti
Federico Vanni Cicikov
Milvia Marigliano Korobocka
Gennaro Apicella Direttore delle Poste
Raffaele Ausiello Nozdrev
Gennaro Di Biase Selifan
Salvatore D’Onofrio Governatore
Antonio Marfella Capo della Polizia
Alfonso Postiglione Sobakevic
Luciano Saltarelli Malinov
scene Fabrizio Comparone
costumi Eleonora Rossi
disegno luci Cesare Accetta
contributi digitali Antonio Farina
musiche Massimo Cordovani
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale
Note di regia
di Peppino Mazzotta
«Nikolàj Vasil’evic Gogol’ nasce nel 1809, la prima edizione delle sue “Anime morte” è datata 1842, ma l’opera sembra adattarsi perfettamente al nostro presente. Trattasi di classico della letteratura e perciò non ci dobbiamo stupire se, come diceva Calvino, non finisce mai di dire quello che ha da dire. Bisogna però ammettere che continua a parlarci anche perché, in materia di imbroglioni, corruttela e avidità, nulla sembra essere mai cambiato, nei quasi due secoli che ci separano.
L’eroe del romanzo Gogoliano è un certo Pavel Ivànovic Cicikov, funzionario pubblico. Gogol ci tiene a farci sapere che non è un uomo virtuoso. Perché è giunta l’ora di lasciar finalmente riposare il povero uomo virtuoso. Considerato che l’espressione “uomo virtuoso” gira ormai invano sulla bocca di tutti, lo si evoca ipocritamente e nessuno lo rispetta. L’uomo virtuoso è stato trasformato in un cavallo e cavalcato senza ritegno, tanto da sfiancarlo e ridurlo pelle e ossa, senza neanche più un’ombra di virtù. Perciò Gogol decide che è arrivato il momento di attaccare al carro anche il mascalzone. Pavel Ivànovic Cicikov è quindi un mascalzone. Un prototipo umano che si rigenera continuamente, in ogni tempo e modello sociale. Un burocrate truffaldino, il cui stato di servizio sembra tratto dalla peggiore cronaca politica e giudiziaria della nostra attualità, animato da una forza centrifuga che lo spinge verso la scalata sociale e lo obbliga a un pellegrinaggio infinito. Un uomo che non ha priorità spirituali e non è ostacolato o appesantito da alcuno scrupolo o modello etico di riferimento. Ma, attenzione, dovesse capitarvi di incontrarlo, ne ricavereste una buonissima impressione, potreste solo dire che è un brav’uomo, una persona perbene, gentile, affabile e piena di decoro. Questa simpatica canaglia è il bisturi con cui Gogol’ fa l’autopsia all’umanità, in una prospettiva di redenzione progressiva che resterà, purtroppo, solo nelle intenzioni dell’autore.
Delle tre parti di cui doveva comporsi il suo poema, secondo il modello della Divina Commedia, l’unica integra è la prima, di cui si occupa questo allestimento, nella quale viene descritta la dimensione morale più bassa. Mentre la seconda è composta da alcuni ampi frammenti scampati alle fiamme a cui lo stesso autore l’aveva condannata e la terza non fu mai scritta.
Le anime morte del capolavoro gogoliano, erano in realtà i servi della gleba deceduti tra un censimento e l’altro, per i quali i proprietari continuavano a pagare la tassa governativa, nell’attesa del conteggio successivo che ne avrebbe ratificato l’effettiva dipartita».
«Il furbo Cicikov escogita un piano per ricavare un suo personale profitto da questa faglia nel sistema. Alleggerendo magnanimamente dell’inutile e gravosa tassa alcuni stolidi e avidi proprietari, entra in possesso di un cospicuo numero di morti, censiti come vivi, con l’intento di ipotecarli presso l’Ufficio di Tutela ed estorcere, in cambio, una grossa somma di denaro.
Tutto nei limiti imposti dalla legge, con tanto di contratti di cessione, di vendita e di trasferimento regolarmente registrati.
Nel mettere in atto questo suo proposito, l’eroe gogoliano compie un viaggio picaresco nei gironi di un inferno fatto di debilitante quotidianità, popolata da morti-viventi attaccati alla roba più che alla vita, senza alcuna prospettiva universale. Gogol’ ci offre, così, una tragicomica e grottesca galleria di personaggi straordinari con un’intera tavolozza di vizi e meschinità che sono manna per la scena. Non stupisce, quindi, che in Russia il romanzo Anime morte sia stato e continui ad essere oggetto di numerosi allestimenti teatrali più o meno grandiosi e trasposizioni cinematografiche e televisive».
durata spettacolo 2 ore circa
calendario rappresentazioni
03/04/2025 ore 21:00 prima
04/04 ore 21:00 | 05/04 ore 19:00 | 06/04 ore 18:00
08/04 ore 21:00 | 09/04 ore 17:00 | 10/04 ore 19:00
11/04 ore 21:00 | 12/04 ore 19:00 | 13/04 ore 18:0