Cultura & Gossip
TEATRO SAN CARLO - Barbara Hannigan e Bertrand Chamayou sabato 11 maggio in concerto
10.05.2024 16:09 di Napoli Magazine
Barbara Hannigan e Bertrand Chamayou
al Teatro di San Carlo
Stagione di Concerti 
 
Teatro di San Carlo – Sabato 11 maggio, ore 20.00
 
L’atteso debutto di Barbara Hannigan al Teatro di San Carlo accompagna il ritorno di Bertrand Chamayou. Il prossimo appuntamento della Stagione di Concerti sarà sabato 11 maggio alle ore 20.00 e vedrà protagonisti il soprano canadese e il pianista francese in recital.
Il programma, di grande forza spirituale, è avvolto da un’aura di misticismo. I Chants de Terre et de Ciel di Olivier Messiaen saranno seguiti da due composizioni per pianoforte di Aleksandr Skrjabin: Poème-nocturne, op. 61 e Vers la flamme, op.72. In chiusura, Jumalattaret del contemporaneo John Zorn, opera che, per la sua esecuzione al Festival dei Due Mondi di Spoleto lo scorso anno, ha vinto il Premio Abbiati 2023 per la categoria “Novità per l’Italia”.
Messiaen riteneva i Chants de Terre et de Ciel perfetti per guidare l’ascoltatore nel suo mondo espressivo e spirituale. I sei canti che compongono il ciclo, su testi dello stesso compositore, riflettono la gioia per la nascita del figlio Pascal, avvenuta nel 1937. Ripercorrono, anche, un altro aspetto cardine per la vita e la poetica di Messiaen, che completa le scene familiari: la sua profondissima fede cattolica.
Poème-nocturne, composto tra il 1911 e il 1912, marca l’inizio della ricerca armonica di Skrjabin al di fuori dell’orizzonte tonale. È una ricerca che esplode con Vers la flamme, tra le sue ultime composizioni per pianoforte: tremoli, arpeggi e note ribattute restituiscono la suggestione impressionistica del crepitio del fuoco.
 
Le complesse sonorità di Jumalattaret spingono al limite le possibilità vocali del soprano e si articolano con una tessitura pianistica di grande difficoltà. L’opera si ispira al Kalevala, il poema epico che Elias Lönnrot compose nella metà dell’Ottocento sulla base di canti popolari della Finlandia. Zorn ne riprende frammenti di testo e rivolge la sua composizione a nove divinità femminili, ciascuna delle quali dà il titolo a ogni canto.
Barbara Hannigan, soprano e direttore d’orchestra, è Direttore Ospite Principale della Göteborgs Symfoniker, Primo Artista Ospite dell'Orchestre Philharmonique de Radio France e Artista Associato della London Symphony Orchestra. Nella prossima stagione sarà Direttore Ospite Principale dell'Orchestre de Chambre de Lausanne. Dotata di una sensibilità drammatica senza pari, è un'artista all'avanguardia: ha mostrato profondo impegno nei confronti della musica contemporanea e ha eseguito in prima mondiale oltre 90 nuove composizioni, collaborando con compositori quali Boulez, Zorn, Dutilleux, Ligeti, Stockhausen, Sciarrino, Barry, Dusapin, Dean, Benjamin e Abrahamsen. Il suo impegno nei confronti delle giovani generazioni di musicisti l'ha portata a creare le iniziative di mentoring “Equilibrium Young Artists” (2017) e “Momentum: our Future Now” (2020).
 
Bertrand Chamayou si esibisce regolarmente in prestigiose sale concertistiche, tra cui il Théâtre des Champs-Élysées, Lincoln Center, Herkulessaal di Monaco e Wigmore Hall di Londra. È stato ospite, tra gli altri, del Mostly Mozart Festival, Festival di Lucerna, Salisburgo, Edimburgo, Rheingau Musik e Beethovenfest di Bonn. Tra le orchestre con cui ha collaborato, vi sono Filarmonica di Rotterdam, Deutsche Kammerphilharmonie Bremen, hr-Sinfonieorchester, WDR Sinfonieorchester, NHK Symphony Orchestra, Seattle Symphony Orchestra, Seoul Philharmonic Orchestra, Cleveland Orchestra, e Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Tra i recenti debutti la New York Philharmonic, Chicago Symphony Orchestra, Orchestre Symphonique de Montréal, Pittsburgh Symphony e Gewandhausorchester di Lipsia.
 
/ Concerto
 
11 maggio 2024
Barbara Hannigan & Bertrand Chamayou
 
Soprano | Barbara Hannigan ?
Pianista | Bertrand Chamayou
? debutto al Teatro di San Carlo
 
 
Programma
Olivier Messiaen, ‘Chants de Terre et de Ciel’
Aleksandr Skrjabin, Poème-nocturne
                                    Vers la flamme
John Zorn, ‘Jumalattaret’ (Premio Abbiati 2023 - "Novità per l'Italia")
 
 
Teatro di San Carlo | BLU
sabato 11 maggio 2024, ore 20:00 – F.A. – BLU - VIII
 
Durata: 1 ora e 10 minuti circa, senza intervallo
 
 
 
Con gentile preghiera di pubblicazione e/o diffusione 
Dipartimento Comunicazione del Teatro di San Carlo
 
Jumalattaret
 
Basato su frammenti tratti dal poema epico finlandese Kalevala, Jumalattaret (2012) è un ciclo di canzoni in lode di nove divinità finlandesi dello sciamanesimo dei Sami: Päivätär, dea dell'Estate; Vedenemo, madre delle Acque; Akka, dea degli Inferi; Louhi, potente strega che può mutare la sua forma; Mielikki, dea della Caccia; Kuu, dea della Luna; Tellervo, dea delle Foreste; Ilmatar, spirito vergine dell'Aria; Vellamo, dea dell'Acqua. La musica impiega una gran varietà di tecniche e generi musicali e passa dal semplice lirismo di tipo folk a più complessi virtuosismi atonali e strutturali.
John Zorn: «Barbara Hannigan si trovava a New York per esibirsi in Written on Skin di George Benjamin al Lincoln Center nell'estate del 2015. Ci siamo incontrati per la prima volta, presentati da amici comuni, per un indimenticabile pranzo al ristorante thailandese Somtum Der sulla Avenue A. Siamo rimasti per ore a parlare amabilmente di musica, vita, collaborazione, improvvisazione, mondo classico, direttori d'orchestra, e molto altro ancora. È stato di grande ispirazione – così abbiamo cominciato a immaginare un percorso da seguire. Ricordando Jumalattaret, le ho inviato la partitura e le ho proposto la nostra prima avventura insieme».
 
Barbara Hannigan: «Incontrare John nel 2015 ha segnato un punto di svolta nella mia vita artistica. La connessione tra noi musicisti è stata istantanea, magnetica. Ho cominciato a lavorare su Jumalattaret nel 2016-17, ma mi sono presto resa conto di aver incontrato la mia "Waterloo" per le sue pretese virtuosistiche. Non ero sicura di poter riuscire anche se in precedenza avevo già affrontato molti pezzi "impossibili". Ho trovato, alla fine, il coraggio di scrivere a John le mie preoccupazioni. Speravo potesse rendermi qualche passaggio un po' più "possibile" da gestire. Ci siamo scambiati diverse e-mail e John è stato incredibilmente profondo nel rispondere alle vulnerabilità che stavo condividendo con lui. Non avevo mai sperimentato un simile sostegno con un compositore. Non si è offeso. Era davvero insieme a me nell’affrontare questa sfida.
 
John mi scrisse quanto segue: «Non si può superare nulla rimanendo su un terreno sicuro. Ed è nell’intensità di questi momenti che si possono trovare verità più profonde, unire mente e cuore - e cominciare a comprendere l'anima e il suo funzionamento. In quell’audace momento in cui ci si lascia andare e si va dritti per la propria strada, la musica diverrà viva in modo speciale e grandioso - un modo che va ben oltre le semplici note sulla carta».
John: «Il lungo percorso che ha portato Barbara a conquistare il pezzo è meravigliosamente raccontato nel profondo documentario Zorn III di Mathieu Amalric, che si concentra sul nostro scambio comunicativo e sul lungo processo di apprendimento, sforzo, prove ed esecuzioni di Jumalattaret da parte di Barbara».
 
Barbara: «Grazie alla fiducia che John ha riposto in me, ho trovato dentro di me nuova forza e ho fatto appello a tutte le mie energie per calarmi nella musica fino a immergermi completamente in essa e farla diventare parte di me. L'ho eseguita molte volte in festival che celebravano l’opera di John Zorn e ho voluto inserirla in un nuovo contesto esecutivo, insieme al ciclo di Messiaen, Chants de Terre et de Ciel. Entrambe le opere sono profondamente spirituali, misteriose, delicate ed estatiche. Se il ciclo di Messiaen si incentra su un tema più maschile (il Dio della fede cattolica), quello di Zorn si ispira al potere femminile, come molte delle composizioni di John.
 
John ha scritto altre cinque opere per la mia voce, con organici diversi e non c’è stagione in cui io non canti la sua musica, da qualche parte. È diventato un amico a me molto caro e un mentore di grande ispirazione».
Dal programma di sala del concerto
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TEATRO SAN CARLO - Barbara Hannigan e Bertrand Chamayou sabato 11 maggio in concerto

di Napoli Magazine

10/05/2024 - 16:09

Barbara Hannigan e Bertrand Chamayou
al Teatro di San Carlo
Stagione di Concerti 
 
Teatro di San Carlo – Sabato 11 maggio, ore 20.00
 
L’atteso debutto di Barbara Hannigan al Teatro di San Carlo accompagna il ritorno di Bertrand Chamayou. Il prossimo appuntamento della Stagione di Concerti sarà sabato 11 maggio alle ore 20.00 e vedrà protagonisti il soprano canadese e il pianista francese in recital.
Il programma, di grande forza spirituale, è avvolto da un’aura di misticismo. I Chants de Terre et de Ciel di Olivier Messiaen saranno seguiti da due composizioni per pianoforte di Aleksandr Skrjabin: Poème-nocturne, op. 61 e Vers la flamme, op.72. In chiusura, Jumalattaret del contemporaneo John Zorn, opera che, per la sua esecuzione al Festival dei Due Mondi di Spoleto lo scorso anno, ha vinto il Premio Abbiati 2023 per la categoria “Novità per l’Italia”.
Messiaen riteneva i Chants de Terre et de Ciel perfetti per guidare l’ascoltatore nel suo mondo espressivo e spirituale. I sei canti che compongono il ciclo, su testi dello stesso compositore, riflettono la gioia per la nascita del figlio Pascal, avvenuta nel 1937. Ripercorrono, anche, un altro aspetto cardine per la vita e la poetica di Messiaen, che completa le scene familiari: la sua profondissima fede cattolica.
Poème-nocturne, composto tra il 1911 e il 1912, marca l’inizio della ricerca armonica di Skrjabin al di fuori dell’orizzonte tonale. È una ricerca che esplode con Vers la flamme, tra le sue ultime composizioni per pianoforte: tremoli, arpeggi e note ribattute restituiscono la suggestione impressionistica del crepitio del fuoco.
 
Le complesse sonorità di Jumalattaret spingono al limite le possibilità vocali del soprano e si articolano con una tessitura pianistica di grande difficoltà. L’opera si ispira al Kalevala, il poema epico che Elias Lönnrot compose nella metà dell’Ottocento sulla base di canti popolari della Finlandia. Zorn ne riprende frammenti di testo e rivolge la sua composizione a nove divinità femminili, ciascuna delle quali dà il titolo a ogni canto.
Barbara Hannigan, soprano e direttore d’orchestra, è Direttore Ospite Principale della Göteborgs Symfoniker, Primo Artista Ospite dell'Orchestre Philharmonique de Radio France e Artista Associato della London Symphony Orchestra. Nella prossima stagione sarà Direttore Ospite Principale dell'Orchestre de Chambre de Lausanne. Dotata di una sensibilità drammatica senza pari, è un'artista all'avanguardia: ha mostrato profondo impegno nei confronti della musica contemporanea e ha eseguito in prima mondiale oltre 90 nuove composizioni, collaborando con compositori quali Boulez, Zorn, Dutilleux, Ligeti, Stockhausen, Sciarrino, Barry, Dusapin, Dean, Benjamin e Abrahamsen. Il suo impegno nei confronti delle giovani generazioni di musicisti l'ha portata a creare le iniziative di mentoring “Equilibrium Young Artists” (2017) e “Momentum: our Future Now” (2020).
 
Bertrand Chamayou si esibisce regolarmente in prestigiose sale concertistiche, tra cui il Théâtre des Champs-Élysées, Lincoln Center, Herkulessaal di Monaco e Wigmore Hall di Londra. È stato ospite, tra gli altri, del Mostly Mozart Festival, Festival di Lucerna, Salisburgo, Edimburgo, Rheingau Musik e Beethovenfest di Bonn. Tra le orchestre con cui ha collaborato, vi sono Filarmonica di Rotterdam, Deutsche Kammerphilharmonie Bremen, hr-Sinfonieorchester, WDR Sinfonieorchester, NHK Symphony Orchestra, Seattle Symphony Orchestra, Seoul Philharmonic Orchestra, Cleveland Orchestra, e Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Tra i recenti debutti la New York Philharmonic, Chicago Symphony Orchestra, Orchestre Symphonique de Montréal, Pittsburgh Symphony e Gewandhausorchester di Lipsia.
 
/ Concerto
 
11 maggio 2024
Barbara Hannigan & Bertrand Chamayou
 
Soprano | Barbara Hannigan ?
Pianista | Bertrand Chamayou
? debutto al Teatro di San Carlo
 
 
Programma
Olivier Messiaen, ‘Chants de Terre et de Ciel’
Aleksandr Skrjabin, Poème-nocturne
                                    Vers la flamme
John Zorn, ‘Jumalattaret’ (Premio Abbiati 2023 - "Novità per l'Italia")
 
 
Teatro di San Carlo | BLU
sabato 11 maggio 2024, ore 20:00 – F.A. – BLU - VIII
 
Durata: 1 ora e 10 minuti circa, senza intervallo
 
 
 
Con gentile preghiera di pubblicazione e/o diffusione 
Dipartimento Comunicazione del Teatro di San Carlo
 
Jumalattaret
 
Basato su frammenti tratti dal poema epico finlandese Kalevala, Jumalattaret (2012) è un ciclo di canzoni in lode di nove divinità finlandesi dello sciamanesimo dei Sami: Päivätär, dea dell'Estate; Vedenemo, madre delle Acque; Akka, dea degli Inferi; Louhi, potente strega che può mutare la sua forma; Mielikki, dea della Caccia; Kuu, dea della Luna; Tellervo, dea delle Foreste; Ilmatar, spirito vergine dell'Aria; Vellamo, dea dell'Acqua. La musica impiega una gran varietà di tecniche e generi musicali e passa dal semplice lirismo di tipo folk a più complessi virtuosismi atonali e strutturali.
John Zorn: «Barbara Hannigan si trovava a New York per esibirsi in Written on Skin di George Benjamin al Lincoln Center nell'estate del 2015. Ci siamo incontrati per la prima volta, presentati da amici comuni, per un indimenticabile pranzo al ristorante thailandese Somtum Der sulla Avenue A. Siamo rimasti per ore a parlare amabilmente di musica, vita, collaborazione, improvvisazione, mondo classico, direttori d'orchestra, e molto altro ancora. È stato di grande ispirazione – così abbiamo cominciato a immaginare un percorso da seguire. Ricordando Jumalattaret, le ho inviato la partitura e le ho proposto la nostra prima avventura insieme».
 
Barbara Hannigan: «Incontrare John nel 2015 ha segnato un punto di svolta nella mia vita artistica. La connessione tra noi musicisti è stata istantanea, magnetica. Ho cominciato a lavorare su Jumalattaret nel 2016-17, ma mi sono presto resa conto di aver incontrato la mia "Waterloo" per le sue pretese virtuosistiche. Non ero sicura di poter riuscire anche se in precedenza avevo già affrontato molti pezzi "impossibili". Ho trovato, alla fine, il coraggio di scrivere a John le mie preoccupazioni. Speravo potesse rendermi qualche passaggio un po' più "possibile" da gestire. Ci siamo scambiati diverse e-mail e John è stato incredibilmente profondo nel rispondere alle vulnerabilità che stavo condividendo con lui. Non avevo mai sperimentato un simile sostegno con un compositore. Non si è offeso. Era davvero insieme a me nell’affrontare questa sfida.
 
John mi scrisse quanto segue: «Non si può superare nulla rimanendo su un terreno sicuro. Ed è nell’intensità di questi momenti che si possono trovare verità più profonde, unire mente e cuore - e cominciare a comprendere l'anima e il suo funzionamento. In quell’audace momento in cui ci si lascia andare e si va dritti per la propria strada, la musica diverrà viva in modo speciale e grandioso - un modo che va ben oltre le semplici note sulla carta».
John: «Il lungo percorso che ha portato Barbara a conquistare il pezzo è meravigliosamente raccontato nel profondo documentario Zorn III di Mathieu Amalric, che si concentra sul nostro scambio comunicativo e sul lungo processo di apprendimento, sforzo, prove ed esecuzioni di Jumalattaret da parte di Barbara».
 
Barbara: «Grazie alla fiducia che John ha riposto in me, ho trovato dentro di me nuova forza e ho fatto appello a tutte le mie energie per calarmi nella musica fino a immergermi completamente in essa e farla diventare parte di me. L'ho eseguita molte volte in festival che celebravano l’opera di John Zorn e ho voluto inserirla in un nuovo contesto esecutivo, insieme al ciclo di Messiaen, Chants de Terre et de Ciel. Entrambe le opere sono profondamente spirituali, misteriose, delicate ed estatiche. Se il ciclo di Messiaen si incentra su un tema più maschile (il Dio della fede cattolica), quello di Zorn si ispira al potere femminile, come molte delle composizioni di John.
 
John ha scritto altre cinque opere per la mia voce, con organici diversi e non c’è stagione in cui io non canti la sua musica, da qualche parte. È diventato un amico a me molto caro e un mentore di grande ispirazione».
Dal programma di sala del concerto