I fratelli Cannavaro arrivano da lì, ma anche Antonio Floro Flores è nato in quella zona e per ultimo c’è Daniele Verde, oggi in A con il Verona, ma di proprietà della Roma. L’area di Fuorigrotta è una fucina di talenti. D’altronde siamo nella patria del pallone, a due passi dal San Paolo, all’uscita 10 (guarda caso) della tangenziale, il numero indossato da Diego, il numero del calcio. Lì, tra il Rione Traiano e la Loggetta, sono nati tanti ragazzi dai piedi d’oro, ma che hanno bisogno di essere cresciuti a dovere. Il Napoli di De Laurentiis non è riuscito ancora a creare una rete di raccolta delle pepite d’oro che crescono di fronte allo stadio in cui gioca, ed allora ci ha pensato il Benevento. Dallo stadio al “Caravaggio Sporting Village” c’è un km e mezzo di distanza e lì stanno crescendo i futuri talenti della squadra sannitica. Sorge lì, infatti, una struttura di oltre 40mila metri quadri gestita dalla famiglia Vigorito, proprietaria del Benevento calcio.
CONTATTO INTENSO CON IL CLUB. Al “Caravaggio Sporting Village” c’è l’unica scuola calcio del Benevento presente a Napoli. Non è una semplice affiliazione con il club sannita: osservatori e scouter del club giallorosso sono presenti spesso sui campi per osservare la crescita dei ragazzi. D’altronde a gestire la struttura, insieme all’amministratore unico Francesco Palmieri, ci sono Rosanna e Valentina Vigorito, figlie del papà Oreste, presidente delle “Streghe”. Gli scouter beneventani ne avranno visti di talenti tra i pulcini, che l’anno scorso hanno vinto tutte le partite del loro campionato. D’altronde la scuola calcio ha registrato l’anno scorso ben 200 iscritti e quest’anno raddoppieranno. «C’è un forte contatto tra la società e la scuola calcio – ci dice Rosanna Vigorito – l’anno scorso abbiamo portato i ragazzi allo stadio e all’intervallo hanno avuto la possibilità di tirare i rigori davanti a tutti gli spettatori. Alla fine della stagione, poi, è venuto qui anche il presidente per celebrare la promozione e la fine della stagione della scuola con tutti i ragazzi, è stata una forte emozione. Quest’anno, magari dopo la prima vittoria, porteremo anche qualche calciatore della squadra qui con i ragazzi. Già il terzo portiere Piscitelli viene quasi una volta a settimana».
ARIA DI DERBY. Anche nella struttura si respira aria di derby, in vista della partita di domenica. «Alcuni genitori, da sempre tifosi azzurri, negli anni si sono affezionati al Benevento seguendo i loro figli crescere e ci hanno detto di non sapere per chi tifare» ci dice Rosanna Vigorito, che aggiunge: «La nostra speranza è che i nostri ragazzini possano andare domenica, ma anche nei prossimi anni, allo stadio con due sciarpe, quella del Benevento e quella del Napoli». D’altronde il contatto diretto tra i ragazzini, i genitori e la dirigenza del club, fa sì che il legame che si stringe con gli allievi della scuola è molto forte: «Papà Oreste – ci dice ancora Rosanna – è settentrionale nell’organizzazione del lavoro, ma ha il cuore meridionale ed è sempre molto vicino ai ragazzini, come ai ragazzi della sua prima squadra. Non so se saranno più emozionati i nostri calciatori nel calpestare il prato del San Paolo o noi nel vedere il nostro Benevento contro gli azzurri. La partecipazione con cui mio padre cura il club è la nostra vera forza, anche i calciatori lo sentono».
di Napoli Magazine
16/09/2017 - 11:29
I fratelli Cannavaro arrivano da lì, ma anche Antonio Floro Flores è nato in quella zona e per ultimo c’è Daniele Verde, oggi in A con il Verona, ma di proprietà della Roma. L’area di Fuorigrotta è una fucina di talenti. D’altronde siamo nella patria del pallone, a due passi dal San Paolo, all’uscita 10 (guarda caso) della tangenziale, il numero indossato da Diego, il numero del calcio. Lì, tra il Rione Traiano e la Loggetta, sono nati tanti ragazzi dai piedi d’oro, ma che hanno bisogno di essere cresciuti a dovere. Il Napoli di De Laurentiis non è riuscito ancora a creare una rete di raccolta delle pepite d’oro che crescono di fronte allo stadio in cui gioca, ed allora ci ha pensato il Benevento. Dallo stadio al “Caravaggio Sporting Village” c’è un km e mezzo di distanza e lì stanno crescendo i futuri talenti della squadra sannitica. Sorge lì, infatti, una struttura di oltre 40mila metri quadri gestita dalla famiglia Vigorito, proprietaria del Benevento calcio.
CONTATTO INTENSO CON IL CLUB. Al “Caravaggio Sporting Village” c’è l’unica scuola calcio del Benevento presente a Napoli. Non è una semplice affiliazione con il club sannita: osservatori e scouter del club giallorosso sono presenti spesso sui campi per osservare la crescita dei ragazzi. D’altronde a gestire la struttura, insieme all’amministratore unico Francesco Palmieri, ci sono Rosanna e Valentina Vigorito, figlie del papà Oreste, presidente delle “Streghe”. Gli scouter beneventani ne avranno visti di talenti tra i pulcini, che l’anno scorso hanno vinto tutte le partite del loro campionato. D’altronde la scuola calcio ha registrato l’anno scorso ben 200 iscritti e quest’anno raddoppieranno. «C’è un forte contatto tra la società e la scuola calcio – ci dice Rosanna Vigorito – l’anno scorso abbiamo portato i ragazzi allo stadio e all’intervallo hanno avuto la possibilità di tirare i rigori davanti a tutti gli spettatori. Alla fine della stagione, poi, è venuto qui anche il presidente per celebrare la promozione e la fine della stagione della scuola con tutti i ragazzi, è stata una forte emozione. Quest’anno, magari dopo la prima vittoria, porteremo anche qualche calciatore della squadra qui con i ragazzi. Già il terzo portiere Piscitelli viene quasi una volta a settimana».
ARIA DI DERBY. Anche nella struttura si respira aria di derby, in vista della partita di domenica. «Alcuni genitori, da sempre tifosi azzurri, negli anni si sono affezionati al Benevento seguendo i loro figli crescere e ci hanno detto di non sapere per chi tifare» ci dice Rosanna Vigorito, che aggiunge: «La nostra speranza è che i nostri ragazzini possano andare domenica, ma anche nei prossimi anni, allo stadio con due sciarpe, quella del Benevento e quella del Napoli». D’altronde il contatto diretto tra i ragazzini, i genitori e la dirigenza del club, fa sì che il legame che si stringe con gli allievi della scuola è molto forte: «Papà Oreste – ci dice ancora Rosanna – è settentrionale nell’organizzazione del lavoro, ma ha il cuore meridionale ed è sempre molto vicino ai ragazzini, come ai ragazzi della sua prima squadra. Non so se saranno più emozionati i nostri calciatori nel calpestare il prato del San Paolo o noi nel vedere il nostro Benevento contro gli azzurri. La partecipazione con cui mio padre cura il club è la nostra vera forza, anche i calciatori lo sentono».