A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Stefano Caira, ex direttore sportivo della Roma.
Koné è davvero infortunato oppure è stata una mossa di Gasperini?
"Da quello che ho visto e sentito, sembra che per domenica possa tornare in condizione. È stata solo una botta. Non credo proprio sia stata una mossa tattica, perché in quel momento sembrava un infortunio più serio. Evidentemente si è rivelato un colpo senza conseguenze, e due giorni bastano per recuperare".
Gasperini da Bergamo a Roma, crede che stia replicando lo stesso progetto in due realtà un tempo così diverse?
"Più che ritrovarsi, secondo me c'è stata bravura nel proseguire il lavoro di Ranieri, che l'anno scorso aveva impostato un percorso importante. La società ha scelto la persona giusta per continuarlo. Gasperini non è uguale a Ranieri, hanno caratteri molto diversi, però nella base del lavoro c'è un'impostazione simile. In più, forte di quanto fatto nella seconda parte della scorsa stagione, Gasperini ha ricompattato il gruppo e ricreato armonia nello spogliatoio. La Roma non è una corazzata invincibile: è una squadra che si diverte, gioca bene, il gruppo si compatta sempre più ed è guidato da un ottimo allenatore che sta dando unità e continuità a quanto iniziato da Ranieri".
Il Napoli ha superato la crisi? Cosa pensa di questa ripresa?
"Per me non c'era nessuna crisi. Con un allenatore come Conte qualche parola fuori posto può capitare, ma lui ha ragione quando ricorda a tutti gli infortuni che sta affrontando e sono giocatori importanti. Non è facile sopperire. Nonostante questo, nelle ultime due partite si è visto che la squadra sta superando le difficoltà".
Viste le caratteristiche di Wesley, per il Napoli sarebbe meglio schierare Politano o continuare con Noa Lang?
"Lang è in gran forma e contro la Roma, credo possa risultare più pericoloso di Politano. Conte non snatura mai il suo modo di giocare. Se gioca in un certo modo, continua così, indipendentemente dall'avversario. Dal punto di vista tecnico, Lang sta facendo molto bene, io proseguirei su quella strada. È uno che attacca più la profondità e può creare più problemi alla difesa avversaria".
Perché l'Inter, pur essendosi rinforzata, fatica negli scontri diretti?
"Sono momenti del calcio. Io ho visto l'Inter contro Milan e Atlético Madrid: con un pizzico in più di attenzione avrebbe fatto tre gol al Milan ed almeno due all'Atletico. A portieri invertiti staremmo parlando d'altro. Non è una squadra in crisi: contro l'Atlético hanno corso fino all'ultimo secondo. Non c'è alcun problema strutturale. Esatto, manca la cultura della pazienza. Guardiamo sempre alla Premier o alla Bundesliga: lì ci sono allenatori che restano dieci anni anche senza vincere, ma facendo bene il loro percorso. Da noi non funziona così".
Ad oggi possiamo dire con certezza che Svilar sia il miglior portiere della Serie A?
"Sì, è tra i migliori tre. In questo momento direi che lui e Maignan, sono i più forti. Poi certo, ci sono altri buoni portieri, ma loro due sono davanti. Se parliamo di curriculum, allora De Gea è fuori classifica: anche se prendesse otto gol, diresti comunque che è un campione".
In casa Napoli era davvero necessario investire su un altro portiere, considerando che a Castel Volturno c'era Caprile?
"La parola 'svenduto' la possiamo dire oggi perché sta facendo bene a Cagliari. In quel momento il club ha fatto le sue valutazioni ed ha ritenuto che quella cifra ripagasse il lavoro fatto sul ragazzo fino a quel punto. Poi può succede che uno vada via, trovi un ambiente diverso, si trovi bene e decolli. Per un portiere bastano quattro-cinque partite da titolare per emergere. Vale per tutti, così come per Svilar, che senza De Rossi sarebbe stato scartato ed invece oggi è una certezza".
di Napoli Magazine
28/11/2025 - 12:25
A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Stefano Caira, ex direttore sportivo della Roma.
Koné è davvero infortunato oppure è stata una mossa di Gasperini?
"Da quello che ho visto e sentito, sembra che per domenica possa tornare in condizione. È stata solo una botta. Non credo proprio sia stata una mossa tattica, perché in quel momento sembrava un infortunio più serio. Evidentemente si è rivelato un colpo senza conseguenze, e due giorni bastano per recuperare".
Gasperini da Bergamo a Roma, crede che stia replicando lo stesso progetto in due realtà un tempo così diverse?
"Più che ritrovarsi, secondo me c'è stata bravura nel proseguire il lavoro di Ranieri, che l'anno scorso aveva impostato un percorso importante. La società ha scelto la persona giusta per continuarlo. Gasperini non è uguale a Ranieri, hanno caratteri molto diversi, però nella base del lavoro c'è un'impostazione simile. In più, forte di quanto fatto nella seconda parte della scorsa stagione, Gasperini ha ricompattato il gruppo e ricreato armonia nello spogliatoio. La Roma non è una corazzata invincibile: è una squadra che si diverte, gioca bene, il gruppo si compatta sempre più ed è guidato da un ottimo allenatore che sta dando unità e continuità a quanto iniziato da Ranieri".
Il Napoli ha superato la crisi? Cosa pensa di questa ripresa?
"Per me non c'era nessuna crisi. Con un allenatore come Conte qualche parola fuori posto può capitare, ma lui ha ragione quando ricorda a tutti gli infortuni che sta affrontando e sono giocatori importanti. Non è facile sopperire. Nonostante questo, nelle ultime due partite si è visto che la squadra sta superando le difficoltà".
Viste le caratteristiche di Wesley, per il Napoli sarebbe meglio schierare Politano o continuare con Noa Lang?
"Lang è in gran forma e contro la Roma, credo possa risultare più pericoloso di Politano. Conte non snatura mai il suo modo di giocare. Se gioca in un certo modo, continua così, indipendentemente dall'avversario. Dal punto di vista tecnico, Lang sta facendo molto bene, io proseguirei su quella strada. È uno che attacca più la profondità e può creare più problemi alla difesa avversaria".
Perché l'Inter, pur essendosi rinforzata, fatica negli scontri diretti?
"Sono momenti del calcio. Io ho visto l'Inter contro Milan e Atlético Madrid: con un pizzico in più di attenzione avrebbe fatto tre gol al Milan ed almeno due all'Atletico. A portieri invertiti staremmo parlando d'altro. Non è una squadra in crisi: contro l'Atlético hanno corso fino all'ultimo secondo. Non c'è alcun problema strutturale. Esatto, manca la cultura della pazienza. Guardiamo sempre alla Premier o alla Bundesliga: lì ci sono allenatori che restano dieci anni anche senza vincere, ma facendo bene il loro percorso. Da noi non funziona così".
Ad oggi possiamo dire con certezza che Svilar sia il miglior portiere della Serie A?
"Sì, è tra i migliori tre. In questo momento direi che lui e Maignan, sono i più forti. Poi certo, ci sono altri buoni portieri, ma loro due sono davanti. Se parliamo di curriculum, allora De Gea è fuori classifica: anche se prendesse otto gol, diresti comunque che è un campione".
In casa Napoli era davvero necessario investire su un altro portiere, considerando che a Castel Volturno c'era Caprile?
"La parola 'svenduto' la possiamo dire oggi perché sta facendo bene a Cagliari. In quel momento il club ha fatto le sue valutazioni ed ha ritenuto che quella cifra ripagasse il lavoro fatto sul ragazzo fino a quel punto. Poi può succede che uno vada via, trovi un ambiente diverso, si trovi bene e decolli. Per un portiere bastano quattro-cinque partite da titolare per emergere. Vale per tutti, così come per Svilar, che senza De Rossi sarebbe stato scartato ed invece oggi è una certezza".