Su Radio CRC nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto Antonio Zappi, componente nazionale AIA e candidato alla presidenza dell’Associazione Italiana Arbitri:
Sul futuro dell’AIA e il programma elettorale:
"La nostra visione è chiara: vogliamo avvicinare la figura arbitrale al sistema calcio, valorizzando le eccellenze arbitrali italiane che rappresentano punti di riferimento a livello europeo e mondiale. Al centro del nostro programma ci sono riforme che puntano alla costruzione di una direzione tecnica più efficace e moderna. In Italia abbiamo tantissimi giovani arbitri di grande valore, veri e propri talenti che rappresentano il futuro dell’arbitraggio mondiale. Per incentivarli, abbiamo avviato un programma di scambio internazionale, una sorta di “Erasmus” arbitrale che permette ai nostri ragazzi di fare esperienza su palcoscenici internazionali e confrontarsi con colleghi di altri Paesi. Noi siamo e resteremo una componente federale della FIGC, ma chiediamo una maggiore autonomia economica e operativa. Questo ci consentirebbe di reperire e gestire risorse autonomamente, senza dover sottostare a controlli preventivi e consuntivi da parte della Federazione, pur mantenendoci all’interno di un sistema di conformità. È importante sottolineare che non abbiamo intenzione di uscire dal contesto federale: riteniamo che le certezze offerte dalla FIGC in 113 anni di storia siano fondamentali. Rispetto alle proposte del mio avversario, che sembrano esplorare scenari incerti, noi preferiamo restare ancorati a un modello solido, lavorando per migliorarlo e innovarlo senza stravolgerlo".
Sulle riforme per gli arbitri:
"Il nostro programma mira anche a migliorare le condizioni economiche e contrattuali degli arbitri, da quelli di base a quello di vertice che sono costretti a lavorare con contratti precari e a tempo determinato. Vogliamo aprire un dialogo con la FIGC per stabilizzare questi rapporti e garantire misure di sicurezza, stabilità economica e giuridica, così che gli arbitri possano concentrarsi esclusivamente sul loro ruolo in campo senza preoccupazioni per il futuro. Ci tengo però a precisare che non si viene a fare l'arbitro per ragioni economiche , ma fare l'arbitro è una vera e propria missione sportiva! Inoltre, crediamo sia essenziale promuovere l’arbitraggio tra i giovani. Un sogno sarebbe vedere calciatori della Nazionale incoraggiare i ragazzi a diventare arbitri, sottolineando quanto sia importante questa figura per il calcio".
Sulla trasparenza e il ruolo del VAR:
"La comunicazione e la trasparenza sono pilastri fondamentali per il nostro futuro. Tutti devono comprendere le decisioni arbitrali. Amplieremo i canali di comunicazione e, se ci saranno le condizioni, valuteremo la possibilità di trasmettere in diretta gli audio del VAR. Tuttavia, è importante agire con cautela: un commento a caldo può essere frainteso e generare polemiche inutili. L’obiettivo è che gli arbitri siano sempre più in grado di spiegare le proprie decisioni, anche gli errori, perché comprendere le ragioni di una scelta può aumentare il rispetto per il nostro lavoro. Sul VAR a chiamata (Challenge), sono favorevole a una sperimentazione, ma va chiarito che non risolverà tutte le situazioni complesse. La percezione reale di un evento resta sempre parziale, anche con il supporto tecnologico. Credo in un calcio dove l’interazione tra il protocollo del VAR e le decisioni sul campo sia sempre la migliore possibile. L’arbitro deve rimanere al centro del processo decisionale, basandosi sulla propria prospettiva, sensibilità e capacità di giudizio. Solo così possiamo garantire un sistema equo e rispettato".