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IL PENSIERO - Di Vicino: "Napoli, rivedremo presto McTominay ai suoi standard, Hojlund? E' forte, ma soprattutto molto intelligente"
08.10.2025 11:29 di Napoli Magazine
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A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Giorgio Di Vicino, ex vice allenatore del Napoli Primavera ed ex attaccante di Napoli e Lecce:
 
La Nazionale di Rino Gattuso ha ancora la possibilità di arrivare prima nel girone, quindi qualificarsi direttamente al Mondiale, o arrivare ai play-off è già tanto? 
 
"Io credo che adesso la squadra abbia trovato un po’ più di certezze rispetto alla gestione Spalletti, anche se si parla ancora di possibili cambi di modulo. L’importante, però, è avere delle sicurezze. Per quanto riguarda la classifica, sì, ci sono tutte le possibilità per arrivare primi: è difficile, ma finché la matematica non condanna e ci sono punti in palio, bisogna provarci fino all’ultimo. Quindi no, non chiudiamo la porta a una qualificazione diretta: bisogna sempre crederci fino alla fine, perché nel calcio può succedere di tutto".
 
Alla Nazionale mancherà Politano, infortunatosi nell’ultima sfida del Napoli contro il Genoa. Qual è il segreto di questo ragazzo che continua a crescere e migliorare partita dopo partita? 
 
"Sì, lo conosco dai tempi in cui allenavo la Primavera del Napoli, quando facevamo qualche amichevole insieme. È un ragazzo molto serio, professionale, si allena con grande impegno e dedizione, e questo fa la differenza rispetto ad altri giocatori. Ha avuto una crescita importante, si è adattato a più ruoli e lo ha fatto nel migliore dei modi. Sapeva che il suo limite poteva essere la fase difensiva, ma ha lavorato tanto anche su quella e i risultati si vedono. È migliorato molto e oggi è un elemento fondamentale, sia per il Napoli che per la Nazionale. Giocatori così fanno sempre la differenza".
 
Per quanto riguarda il centrocampo del Napoli, con Antonio Conte che ha trovato un nuovo equilibrio per poter mettere i migliori in campo contemporaneamente. Lo vede come un centrocampo troppo affollato? 
 
"Parliamo di calciatori importanti. Come dico sempre, i moduli contano fino a un certo punto: in fase difensiva puoi vedere una disposizione, ma in quella offensiva cambia tutto a seconda dei movimenti e degli spazi. Politano si accentra, De Bruyne si allarga, McTominay si inserisce dietro la punta… dipende dal momento della partita. I numeri possono dire tanto, ma alla fine contano i principi di gioco e la qualità dei giocatori. E il Napoli, con i calciatori che ha, può fare praticamente tutto. Dipende da quello che chiede il mister e da come li fa muovere".
 
Restando su McTominay, è evidente un calo di rendimento rispetto alla scorsa stagione. Secondo lei è dovuto a una condizione fisica non ottimale o alla presenza di De Bruyne?  
 
"Credo più a una questione fisica. Ci sono momenti della stagione in cui un giocatore può rendere un po’ meno, è normale. Forse ha cambiato qualcosa anche a livello tattico, ma non credo sia quello il punto. Sono periodi, e sicuramente tornerà presto al massimo, perché l’anno scorso ha impressionato tutti per le sue qualità. È un giocatore di livello e lo rivedremo presto ai suoi standard, in concomitanza di una crescita della condizione. Certamente, De Bruyne non lo limita".
 
Lei è stato un trequartista. Le sarebbe piaciuto giocare con Højlund? 
 
"Eh, forse avrei fatto più di mille assist! (ride) Scherzi a parte, è facile giocare con un attaccante come lui. Vede le linee di passaggio prima degli altri, si muove in modo intelligente e non va mai in fuorigioco. È impressionante come, anche in un’unica azione, riesca a fare tre o quattro movimenti differenti. È un giocatore che andrebbe fatto vedere ai ragazzi delle giovanili, per imparare cosa significa muoversi senza palla. Poi, con la qualità dei compagni che ha al Napoli, il suo lavoro si nota ancora di più. Quando hai giocatori come De Bruyne o Politano che ti servono nel modo giusto, lui è impeccabile nel fare il resto. È forte fisicamente, ma soprattutto è molto intelligente: capisce il gioco e lo interpreta con grande sagacia".
 
Restando in tema di attaccanti, chiudo con Camarda, che oggi è a Lecce. Lei a Lecce ci è stato: secondo lei può davvero fare quel salto di qualità che lo porti nel gotha del calcio italiano? 
 
"Sì, è un ragazzo molto giovane, ma bisogna dargli fiducia. Anche se sbaglia, deve giocare, deve sentire la fiducia dell’ambiente. Ha tutte le qualità per crescere e migliorare, e in prospettiva può diventare l’attaccante della Nazionale. Al momento in Italia non ci sono tanti profili simili per qualità ed età. Il Lecce punta molto sui giovani, e fa bene: bisogna farli crescere, farli giocare e aspettare che raccolgano i frutti del lavoro. Camarda ha fatto un percorso importante al Milan, pieno di record, e ora deve solo trovare continuità e spazio per dimostrare quanto vale".
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IL PENSIERO - Di Vicino: "Napoli, rivedremo presto McTominay ai suoi standard, Hojlund? E' forte, ma soprattutto molto intelligente"

di Napoli Magazine

08/10/2025 - 11:29

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Giorgio Di Vicino, ex vice allenatore del Napoli Primavera ed ex attaccante di Napoli e Lecce:
 
La Nazionale di Rino Gattuso ha ancora la possibilità di arrivare prima nel girone, quindi qualificarsi direttamente al Mondiale, o arrivare ai play-off è già tanto? 
 
"Io credo che adesso la squadra abbia trovato un po’ più di certezze rispetto alla gestione Spalletti, anche se si parla ancora di possibili cambi di modulo. L’importante, però, è avere delle sicurezze. Per quanto riguarda la classifica, sì, ci sono tutte le possibilità per arrivare primi: è difficile, ma finché la matematica non condanna e ci sono punti in palio, bisogna provarci fino all’ultimo. Quindi no, non chiudiamo la porta a una qualificazione diretta: bisogna sempre crederci fino alla fine, perché nel calcio può succedere di tutto".
 
Alla Nazionale mancherà Politano, infortunatosi nell’ultima sfida del Napoli contro il Genoa. Qual è il segreto di questo ragazzo che continua a crescere e migliorare partita dopo partita? 
 
"Sì, lo conosco dai tempi in cui allenavo la Primavera del Napoli, quando facevamo qualche amichevole insieme. È un ragazzo molto serio, professionale, si allena con grande impegno e dedizione, e questo fa la differenza rispetto ad altri giocatori. Ha avuto una crescita importante, si è adattato a più ruoli e lo ha fatto nel migliore dei modi. Sapeva che il suo limite poteva essere la fase difensiva, ma ha lavorato tanto anche su quella e i risultati si vedono. È migliorato molto e oggi è un elemento fondamentale, sia per il Napoli che per la Nazionale. Giocatori così fanno sempre la differenza".
 
Per quanto riguarda il centrocampo del Napoli, con Antonio Conte che ha trovato un nuovo equilibrio per poter mettere i migliori in campo contemporaneamente. Lo vede come un centrocampo troppo affollato? 
 
"Parliamo di calciatori importanti. Come dico sempre, i moduli contano fino a un certo punto: in fase difensiva puoi vedere una disposizione, ma in quella offensiva cambia tutto a seconda dei movimenti e degli spazi. Politano si accentra, De Bruyne si allarga, McTominay si inserisce dietro la punta… dipende dal momento della partita. I numeri possono dire tanto, ma alla fine contano i principi di gioco e la qualità dei giocatori. E il Napoli, con i calciatori che ha, può fare praticamente tutto. Dipende da quello che chiede il mister e da come li fa muovere".
 
Restando su McTominay, è evidente un calo di rendimento rispetto alla scorsa stagione. Secondo lei è dovuto a una condizione fisica non ottimale o alla presenza di De Bruyne?  
 
"Credo più a una questione fisica. Ci sono momenti della stagione in cui un giocatore può rendere un po’ meno, è normale. Forse ha cambiato qualcosa anche a livello tattico, ma non credo sia quello il punto. Sono periodi, e sicuramente tornerà presto al massimo, perché l’anno scorso ha impressionato tutti per le sue qualità. È un giocatore di livello e lo rivedremo presto ai suoi standard, in concomitanza di una crescita della condizione. Certamente, De Bruyne non lo limita".
 
Lei è stato un trequartista. Le sarebbe piaciuto giocare con Højlund? 
 
"Eh, forse avrei fatto più di mille assist! (ride) Scherzi a parte, è facile giocare con un attaccante come lui. Vede le linee di passaggio prima degli altri, si muove in modo intelligente e non va mai in fuorigioco. È impressionante come, anche in un’unica azione, riesca a fare tre o quattro movimenti differenti. È un giocatore che andrebbe fatto vedere ai ragazzi delle giovanili, per imparare cosa significa muoversi senza palla. Poi, con la qualità dei compagni che ha al Napoli, il suo lavoro si nota ancora di più. Quando hai giocatori come De Bruyne o Politano che ti servono nel modo giusto, lui è impeccabile nel fare il resto. È forte fisicamente, ma soprattutto è molto intelligente: capisce il gioco e lo interpreta con grande sagacia".
 
Restando in tema di attaccanti, chiudo con Camarda, che oggi è a Lecce. Lei a Lecce ci è stato: secondo lei può davvero fare quel salto di qualità che lo porti nel gotha del calcio italiano? 
 
"Sì, è un ragazzo molto giovane, ma bisogna dargli fiducia. Anche se sbaglia, deve giocare, deve sentire la fiducia dell’ambiente. Ha tutte le qualità per crescere e migliorare, e in prospettiva può diventare l’attaccante della Nazionale. Al momento in Italia non ci sono tanti profili simili per qualità ed età. Il Lecce punta molto sui giovani, e fa bene: bisogna farli crescere, farli giocare e aspettare che raccolgano i frutti del lavoro. Camarda ha fatto un percorso importante al Milan, pieno di record, e ora deve solo trovare continuità e spazio per dimostrare quanto vale".