Dino Zoff, allenatore, ha rilasciato un’intervista a "Radio Goal", in diretta su Radio Kiss Kiss Napoli: “Io e Pizzul eravamo compaesani e le possibilità di stare assieme erano tante, soprattutto d’estate, in vacanza. C’è stato un buon rapporto, era una persona speciale. La sua forza era descrivere le cose con semplicità, ma non superficialità. Lavorava senza fronzoli come si fa oggi in tv. Il Napoli di Conte? Con l’Inter mi ha fatto una grande impressione, i nerazzurri non uscivano dalla loro area nel secondo tempo. Il Napoli m’ha sorpreso in positivo per la sua determinazione nel volere il pareggio che poi è arrivato. Mai mollare è una vecchia regola di sport. Il Conte calciatore aveva una leadership notevole, era un centrocampista completo e poi una persona a modo. Come centrocampista ha dato una grande mano all’Italia, peccato si fece male in una partita, ma il peso morale e di determinazione si sentiva a pieno. Diventare campioni del mondo? E’ la meta più alta della mia professione, mi riempì di felicità e gioia. Ero consapevole di aver fatto il massimo delle mie possibilità”.
di Napoli Magazine
06/03/2025 - 16:06
Dino Zoff, allenatore, ha rilasciato un’intervista a "Radio Goal", in diretta su Radio Kiss Kiss Napoli: “Io e Pizzul eravamo compaesani e le possibilità di stare assieme erano tante, soprattutto d’estate, in vacanza. C’è stato un buon rapporto, era una persona speciale. La sua forza era descrivere le cose con semplicità, ma non superficialità. Lavorava senza fronzoli come si fa oggi in tv. Il Napoli di Conte? Con l’Inter mi ha fatto una grande impressione, i nerazzurri non uscivano dalla loro area nel secondo tempo. Il Napoli m’ha sorpreso in positivo per la sua determinazione nel volere il pareggio che poi è arrivato. Mai mollare è una vecchia regola di sport. Il Conte calciatore aveva una leadership notevole, era un centrocampista completo e poi una persona a modo. Come centrocampista ha dato una grande mano all’Italia, peccato si fece male in una partita, ma il peso morale e di determinazione si sentiva a pieno. Diventare campioni del mondo? E’ la meta più alta della mia professione, mi riempì di felicità e gioia. Ero consapevole di aver fatto il massimo delle mie possibilità”.