Luciano Spalletti, c.t. dell'Italia ed ex allenatore del Napoli, è stato ospite al programma 'Cinque Minuti' di Bruno Vespa sull Rai: "Con De Laurentiis ho avuto un rapporto conflittuale, avrei preferito avesse più umanità nei miei confronti visto l'impegno che avevo messo. Da quando non lavoriamo più insieme comunque non ci siamo più sentiti. Ora magari ci sarà l'occasione. Niente mi scivola addosso, tutto mi rimane e tutto mi consuma, le vittorie più delle sconfitte. Io sono fedelissimo a quella che è la mia vita, sentimentale e lavorativa. In ogni caso con lui è andata bene perché abbiamo visto festeggiare i bambini napoletani. Nessuna città sa essere così felice e così malinconica come Napoli e averne visto la felicità è qualcosa che mi porterò sempre dietro. Qualificazioni ai Mondiali? Andiamo con tutta la fiducia possibile. Abbiamo davanti un ostacolo come la Norvegia che è attrezzata per rendere difficile la vita a qualsiasi storia calcistica. La squadra c'è? Secondo me la squadra c'è, abbiamo fatto dei notevoli passi in avanti, sicuramente ho individuato e ricevuto risposte importanti da parte di questi ragazzi che rimarranno grosso modo gli stessi, anche se dobbiamo essere attenti ad aprire a quelli che busseranno alle porte. La chiamata di Gravina e la nomina a c.t.? Non me lo aspettavo, fu una sorpresa a tutti gli effetti. Italia-Germania del 1970? Pensai di andare a festeggiare con tutti gli amici e chiesi alla mamma di fare una bandiera con i brandelli di tessuti che aveva in casa con la vecchia Singer. La mamma fu bravissima ad accontentarmi in pochi minuti. La pace con Francesco Totti? Mi piaceva pensare che il mio destino fosse affidato alla qualità e ai piedi magici di questo campione, per me averlo riabbracciato è stato bello, anche se poi due precisazioni le ho dovute fare, ma ormai non si tornerà indietro, resteremo superamici. Io ho fatto sempre tutto in funzione della Roma mai di personale. L'ultima vittoria mondiale è del 2006, siamo forti? Stiamo per diventare forti e lo dobbiamo fare velocemente".
di Napoli Magazine
05/05/2025 - 20:05
Luciano Spalletti, c.t. dell'Italia ed ex allenatore del Napoli, è stato ospite al programma 'Cinque Minuti' di Bruno Vespa sull Rai: "Con De Laurentiis ho avuto un rapporto conflittuale, avrei preferito avesse più umanità nei miei confronti visto l'impegno che avevo messo. Da quando non lavoriamo più insieme comunque non ci siamo più sentiti. Ora magari ci sarà l'occasione. Niente mi scivola addosso, tutto mi rimane e tutto mi consuma, le vittorie più delle sconfitte. Io sono fedelissimo a quella che è la mia vita, sentimentale e lavorativa. In ogni caso con lui è andata bene perché abbiamo visto festeggiare i bambini napoletani. Nessuna città sa essere così felice e così malinconica come Napoli e averne visto la felicità è qualcosa che mi porterò sempre dietro. Qualificazioni ai Mondiali? Andiamo con tutta la fiducia possibile. Abbiamo davanti un ostacolo come la Norvegia che è attrezzata per rendere difficile la vita a qualsiasi storia calcistica. La squadra c'è? Secondo me la squadra c'è, abbiamo fatto dei notevoli passi in avanti, sicuramente ho individuato e ricevuto risposte importanti da parte di questi ragazzi che rimarranno grosso modo gli stessi, anche se dobbiamo essere attenti ad aprire a quelli che busseranno alle porte. La chiamata di Gravina e la nomina a c.t.? Non me lo aspettavo, fu una sorpresa a tutti gli effetti. Italia-Germania del 1970? Pensai di andare a festeggiare con tutti gli amici e chiesi alla mamma di fare una bandiera con i brandelli di tessuti che aveva in casa con la vecchia Singer. La mamma fu bravissima ad accontentarmi in pochi minuti. La pace con Francesco Totti? Mi piaceva pensare che il mio destino fosse affidato alla qualità e ai piedi magici di questo campione, per me averlo riabbracciato è stato bello, anche se poi due precisazioni le ho dovute fare, ma ormai non si tornerà indietro, resteremo superamici. Io ho fatto sempre tutto in funzione della Roma mai di personale. L'ultima vittoria mondiale è del 2006, siamo forti? Stiamo per diventare forti e lo dobbiamo fare velocemente".