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L'ANALISI - Piantanida: "Napoli, senza l'apporto di Anguissa anche McTominay ne risente, promuovo Marianucci nonostante l'errore"
29.09.2025 12:23 di Napoli Magazine
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A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Franco Piantanida, giornalista Mediaset. Di seguito, un estratto dell'intervista. Franco, quali sono stati i flop della quinta giornata di campionato?

“Ti dico Koopmeiners della Juventus. Qualcuno dirà: ‘Ma come, ha giocato una delle sue migliori partite con quella maglia’. Ed è vero, paradossalmente non è stata una delle sue peggiori gare. Però questo è proprio il problema: se dopo un anno e mezzo bastano venti minuti giocati con gamba per parlare di un investimento da 70 milioni di euro, allora significa che c’è un problema. E per me il problema è ancora più grande, perché ieri ha giocato in un ruolo non suo, un ruolo per cui non era stato acquistato e in cui non renderà mai. In quella posizione rischia soltanto di perdere quelle caratteristiche che aveva mostrato all’Atalanta. Insomma, venti minuti non mi bastano: secondo me questo è un grande equivoco che rischia di dare fastidio alla Juventus per tutta la stagione, non aver risolto la questione né con lui né con un sostituto più adatto. L’altro flop, invece, è Fabregas. Io a volte non metto i giocatori, ma gli allenatori. Ecco, Fabregas mi sta un po’ deludendo. Io sono anche un fan degli ‘arroganti’, perché un pizzico di arroganza, nella vita come nello sport, non è necessariamente un difetto. Mourinho, ad esempio, è sempre stato arrogante, ma ha saputo gestire quell’aspetto trasformandolo in un’arma vincente. Fabregas invece mi sembra che si stia specchiando troppo nelle sue idee. I due pareggi interni del Como mi lasciano perplesso: mi danno l’impressione che non sappia ancora gestire bene il gruppo. Va bene l’arroganza, ma poi contano i risultati, e al momento questo è un limite su cui deve lavorare. Poi il Como resta una bella squadra, ma alla fine se pareggi ancora, i conti tornano".

E i top della settimana?

“Ti dico subito: Pio Esposito e Francesco Camarda. Li metto insieme perché è giusto così, giocano per migliorare e sono entrambi in crescita. In giro c’è chi li esalta già troppo, ma io penso che abbiano dato una risposta importante. Hanno segnato due bei gol, non semplici, e soprattutto hanno dimostrato di saper reggere alle prime critiche che erano piovute su di loro. Io credo che abbiano ascoltato tutto quello che si è detto durante la settimana e che abbiano trasformato quella pressione in energia positiva. Questo è un segnale di personalità importante e ci fa ben sperare per il futuro".

La voglio portare ora sul big match di ieri sera, al Meazza, tra Milan e Napoli. Quali sono stati i tre flop e tre top della partita?

“I tre flop sono tutti del Napoli. Il primo è McTominay. L’anno scorso ha vissuto la stagione della carriera, con 12 gol in campionato, quando prima al massimo era arrivato a sette col Manchester United. Ora, invece, sembra tornato quello di sempre. Non è un discorso sulla sua qualità assoluta, ma sul fatto che probabilmente quella stagione resta un’eccezione. Quest’anno lo abbiamo visto bene forse solo con il Cagliari. Non credo sia un problema di inserimento di De Bruyne al suo fianco, come qualcuno dice, ma un problema suo. E se così fosse, non vorrei che dovremmo trovarci a dire l’anno scorso sia stato solo un abbaglio. Il secondo flop è Anguissa. L’anno scorso era stato devastante, addirittura superiore a sé stesso rispetto all’era Spalletti. Quest’anno non lo abbiamo ancora visto. E in un calcio sempre più fisico, uomini come lui fanno la differenza. Senza il suo apporto, anche gli altri ne risentono, McTominay compreso. Il terzo è Hojlund. In questo momento, al pari di Lucca, ha solo il ‘primo piatto’ nel menù: può darti una soluzione, ma non l’intero repertorio. Non è un attaccante che oggi riesce a garantire varietà di soluzioni come invece fa Lukaku. E questa mancanza si è sentita tanto nella gara col Milan".

E i top della partita?

“Il primo è Marianucci. Lo promuovo nonostante l’errore iniziale, perché si è trovato davanti l’uomo più in forma del campionato che è Pulisic. Non possiamo bocciarlo per quell’episodio: dopo due minuti ha dovuto fronteggiare una situazione che neanche nei suoi incubi peggiori avrebbe immaginato, eppure non ha affondato. Marianucci è un avvocato abilitato alla professione due settimane fa che, ieri, ha affrontato in tribunale una multinazionale. Il secondo è Neres: ieri, entrando a gara in corso, ha dato la scossa giusta. È un top, ma con un asterisco: deve imparare a dare continuità anche quando gioca dall’inizio, suo vero tallone d’Achille. Il terzo è Pavlovic. È stato uno dei migliori in campo e questo dimostra il lavoro che sta facendo Allegri. Non è un difensore impeccabile, anzi, ma oggi è diventato utile e versatile. Il fatto che sia stato tra i migliori in Milan-Napoli è molto emblematico del percorso che sta facendo, visto che nella passata stagione era stato, spesso, tra i peggiori".

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L'ANALISI - Piantanida: "Napoli, senza l'apporto di Anguissa anche McTominay ne risente, promuovo Marianucci nonostante l'errore"

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29/09/2025 - 12:23

A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Franco Piantanida, giornalista Mediaset. Di seguito, un estratto dell'intervista. Franco, quali sono stati i flop della quinta giornata di campionato?

“Ti dico Koopmeiners della Juventus. Qualcuno dirà: ‘Ma come, ha giocato una delle sue migliori partite con quella maglia’. Ed è vero, paradossalmente non è stata una delle sue peggiori gare. Però questo è proprio il problema: se dopo un anno e mezzo bastano venti minuti giocati con gamba per parlare di un investimento da 70 milioni di euro, allora significa che c’è un problema. E per me il problema è ancora più grande, perché ieri ha giocato in un ruolo non suo, un ruolo per cui non era stato acquistato e in cui non renderà mai. In quella posizione rischia soltanto di perdere quelle caratteristiche che aveva mostrato all’Atalanta. Insomma, venti minuti non mi bastano: secondo me questo è un grande equivoco che rischia di dare fastidio alla Juventus per tutta la stagione, non aver risolto la questione né con lui né con un sostituto più adatto. L’altro flop, invece, è Fabregas. Io a volte non metto i giocatori, ma gli allenatori. Ecco, Fabregas mi sta un po’ deludendo. Io sono anche un fan degli ‘arroganti’, perché un pizzico di arroganza, nella vita come nello sport, non è necessariamente un difetto. Mourinho, ad esempio, è sempre stato arrogante, ma ha saputo gestire quell’aspetto trasformandolo in un’arma vincente. Fabregas invece mi sembra che si stia specchiando troppo nelle sue idee. I due pareggi interni del Como mi lasciano perplesso: mi danno l’impressione che non sappia ancora gestire bene il gruppo. Va bene l’arroganza, ma poi contano i risultati, e al momento questo è un limite su cui deve lavorare. Poi il Como resta una bella squadra, ma alla fine se pareggi ancora, i conti tornano".

E i top della settimana?

“Ti dico subito: Pio Esposito e Francesco Camarda. Li metto insieme perché è giusto così, giocano per migliorare e sono entrambi in crescita. In giro c’è chi li esalta già troppo, ma io penso che abbiano dato una risposta importante. Hanno segnato due bei gol, non semplici, e soprattutto hanno dimostrato di saper reggere alle prime critiche che erano piovute su di loro. Io credo che abbiano ascoltato tutto quello che si è detto durante la settimana e che abbiano trasformato quella pressione in energia positiva. Questo è un segnale di personalità importante e ci fa ben sperare per il futuro".

La voglio portare ora sul big match di ieri sera, al Meazza, tra Milan e Napoli. Quali sono stati i tre flop e tre top della partita?

“I tre flop sono tutti del Napoli. Il primo è McTominay. L’anno scorso ha vissuto la stagione della carriera, con 12 gol in campionato, quando prima al massimo era arrivato a sette col Manchester United. Ora, invece, sembra tornato quello di sempre. Non è un discorso sulla sua qualità assoluta, ma sul fatto che probabilmente quella stagione resta un’eccezione. Quest’anno lo abbiamo visto bene forse solo con il Cagliari. Non credo sia un problema di inserimento di De Bruyne al suo fianco, come qualcuno dice, ma un problema suo. E se così fosse, non vorrei che dovremmo trovarci a dire l’anno scorso sia stato solo un abbaglio. Il secondo flop è Anguissa. L’anno scorso era stato devastante, addirittura superiore a sé stesso rispetto all’era Spalletti. Quest’anno non lo abbiamo ancora visto. E in un calcio sempre più fisico, uomini come lui fanno la differenza. Senza il suo apporto, anche gli altri ne risentono, McTominay compreso. Il terzo è Hojlund. In questo momento, al pari di Lucca, ha solo il ‘primo piatto’ nel menù: può darti una soluzione, ma non l’intero repertorio. Non è un attaccante che oggi riesce a garantire varietà di soluzioni come invece fa Lukaku. E questa mancanza si è sentita tanto nella gara col Milan".

E i top della partita?

“Il primo è Marianucci. Lo promuovo nonostante l’errore iniziale, perché si è trovato davanti l’uomo più in forma del campionato che è Pulisic. Non possiamo bocciarlo per quell’episodio: dopo due minuti ha dovuto fronteggiare una situazione che neanche nei suoi incubi peggiori avrebbe immaginato, eppure non ha affondato. Marianucci è un avvocato abilitato alla professione due settimane fa che, ieri, ha affrontato in tribunale una multinazionale. Il secondo è Neres: ieri, entrando a gara in corso, ha dato la scossa giusta. È un top, ma con un asterisco: deve imparare a dare continuità anche quando gioca dall’inizio, suo vero tallone d’Achille. Il terzo è Pavlovic. È stato uno dei migliori in campo e questo dimostra il lavoro che sta facendo Allegri. Non è un difensore impeccabile, anzi, ma oggi è diventato utile e versatile. Il fatto che sia stato tra i migliori in Milan-Napoli è molto emblematico del percorso che sta facendo, visto che nella passata stagione era stato, spesso, tra i peggiori".